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  • Domenica 1 gennaio 2023

Le grosse notizie dal mondo del 2022, anno della guerra in Ucraina

La morte di Elisabetta II, la decisione della Corte Suprema americana sull'aborto e le proteste in Iran, tra le altre cose

(AP Photo/LIBKOS)
(AP Photo/LIBKOS)
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Ricorderemo il 2022 come l’anno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, e in cui, proprio quando la pandemia globale sembrava sul punto di finire, il ritorno della guerra d’invasione in Europa ha portato conseguenze molto gravi nelle economie di tutto il mondo e nelle vite di un po’ tutti, oltre che ovviamente delle persone direttamente coinvolte.

La guerra è un evento così epocale da aver monopolizzato le notizie nella prima metà dell’anno, e sembra quasi che tutto il resto sia successo soltanto a partire dall’estate. Ma nella seconda metà dell’anno, non sono mancati gli eventi notevoli e a loro modo eccezionali oltre alla guerra: abbiamo raccolto qui i più memorabili.

L’invasione russa dell’Ucraina (febbraio)
È iniziata il mattino del 24 febbraio tra lo stupore in tutto il mondo. La Russia voleva conquistare rapidamente Kiev ed eliminare il governo ucraino democraticamente eletto di Volodymyr Zelensky. L’operazione non è riuscita, sia per l’impreparazione militare della Russia che per la resistenza ucraina. È iniziata così una guerra diversa, che si è combattuta (e si sta combattendo) su diversi fronti, con fosse comuni lasciate indietro dai russi nelle zone da cui si sono ritirati e bombardamenti su obiettivi civili in tutta l’Ucraina. È impossibile sapere con certezza quanti siano i morti, ma si contano a centinaia di migliaia da entrambe le parti, senza considerare l’enorme distruzione del territorio ucraino.

Le conseguenze della guerra in Ucraina si sono sentite in tutto il mondo. L’Ucraina prima della guerra era uno dei più grandi esportatori al mondo di derrate alimentari e fertilizzanti, e l’invasione russa ha provocato una crisi alimentare durata molti mesi in moltissimi paesi in via di sviluppo, che soltanto di recente si è in parte risolta. Soprattutto, i rapporti sempre più conflittuali tra Russia e Occidente hanno spinto Putin a provocare una gravissima crisi energetica, tagliando le forniture di gas e petrolio ai paesi europei e causando un aumento generalizzato dei prezzi dell’energia, che ha avuto un ampio ruolo anche nell’aumento dell’inflazione.

Un soldato ucraino fra i carri armati distrutti a Bucha (AP Photo/Felipe Dana)

La siccità in Europa (dalla primavera e per molti mesi)
A partire dall’inizio della primavera e poi per tutta l’estate in Italia e in Europa si è parlato con preoccupazione della peggiore siccità degli ultimi decenni, notevole anche a livello storico. Nel nord Italia, per esempio, non ha piovuto praticamente mai nei primi tre mesi dell’anno, e poi solo sporadicamente fino alla fine dell’estate, cosa che ha provocato problemi enormi all’agricoltura e non solo. In Europa, per esempio, il livello dei fiumi è stato così basso da rendere non navigabili i grandi fiumi tradizionalmente usati per il trasporto delle merci su navi.

Siccità in Spagna (Zowy Voeten/Getty Images)

La decisione della Corte Suprema americana sull’aborto (giugno)
Il 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti ha eliminato il diritto all’aborto a livello federale, ribaltando la sentenza “Roe v. Wade” del 1973 e lasciando a ogni singolo stato americano la libertà di decidere cosa fare sul tema. Subito dopo la pubblicazione della sentenza, in Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, South Dakota, Utah, Wisconsin e Oklahoma sono entrate in vigore leggi statali per vietare l’aborto nella gran parte dei casi. Ci sono state grandi proteste in tutto il paese e il diritto all’aborto è diventato uno dei temi centrali delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti: nei cinque stati in cui a novembre la popolazione è stata chiamata a esprimersi in un referendum (California, Michigan, Kentucky, Montana e Vermont) ha vinto il diritto all’aborto, così come era successo ad agosto in Kansas.

Una protesta di fronte alla sede della Corte Suprema americana (AP Photo/Jacquelyn Martin)

L’attentato a Shinzo Abe (luglio)
L’8 luglio l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe è stato ferito alla schiena con due colpi d’arma da fuoco in un attentato mentre teneva un discorso pubblico a Nara, vicino a Kyoto: è stato trasportato in ospedale in elicottero ed è morto alcune ore dopo. L’attentatore si chiama Tetsuya Yamagami, ha 41 anni ed è stato subito arrestato. È poi venuto fuori che Yamagami era mosso da risentimento verso la Chiesa dell’unificazione del reverendo Sun Myung Moon (morto nel 2012), un gruppo religioso da molti considerato una setta ma che ha forti legami con il Partito Liberal Democratico giapponese, di cui Abe era figura centrale: Yamagami riteneva che la madre fosse stata spinta a fare grandi donazioni alla Chiesa, che avrebbero impoverito la famiglia. 

L’arresto dell’attentatore Tetsuya Yamagami (Katsuhiko Hirano/The Yomiuri Shimbun via AP)

La svolta autoritaria della Tunisia (luglio)
Il 25 luglio in Tunisia è stata approvata in un referendum una nuova Costituzione, voluta dal presidente Kais Saied con l’obiettivo di imporre nel paese un sistema ancora più autoritario: i voti favorevoli sono stati più del 90 per cento, ma l’affluenza si è fermata al 30,5 per cento per via del boicottaggio da parte dei maggiori partiti di opposizione. Già nei mesi precedenti Saied aveva abbandonato progressivamente il sistema democratico, sospendendo i lavori del parlamento e accentrando su di sé sempre più poteri. La “svolta autoritaria”, come è stata chiamata, è ancora più rilevante perché la Tunisia era l’unico paese in cui il cambio di regime avuto durante le proteste delle “primavere arabe” aveva portato a un sistema democratico stabile. A metà dicembre si sono svolte le elezioni per un parlamento senza partiti e con poteri limitati: l’affluenza è stata bassissima, inferiore al 9 per cento.

Il presidente Kais Saied, durante un incontro di sicurezza precedente al referendum (AP Photo/Slim Abid, file)

La BCE aumenta i tassi d’interesse per combattere l’inflazione (luglio)
Dopo più di trent’anni in cui era completamente sparita dai paesi sviluppati, l’inflazione è tornata nel 2022 in tutto l’Occidente, provocando la reazione delle banche centrali, che hanno alzato i tassi d’interesse per cercare di contrastare l’aumento generalizzato dei prezzi. La prima è stata la FED, la banca centrale americana, che ha cominciato ad alzare i tassi d’interesse nella prima metà dell’anno. La Banca Centrale Europea (BCE) è arrivata più tardi, e ha cominciato ad aumentare i tassi soltanto a luglio, dopo che per vari mesi aveva sostenuto che il fenomeno sarebbe stato passeggero. Il ritorno dell’inflazione è stato provocato da un insieme di fenomeni collegati, come l’uscita dell’economia mondiale dalla pandemia – che ha portato a un forte aumento della crescita ma al tempo stesso alla crisi dei commerci mondiali – e la guerra in Ucraina, che ha provocato la peggiore crisi energetica degli ultimi decenni e un enorme aumento dei prezzi dell’energia.

La presidente della BCE Christine Lagarde (Ronald Wittek – Pool/Getty Images)

Le alluvioni in Pakistan (agosto)
Alla fine di agosto in Pakistan si sono verificate le più disastrose alluvioni della storia recente del paese: hanno coinvolto tutto il territorio pachistano, ma sono state particolarmente dannose nelle due province meridionali del Belucistan e del Sindh, dove le piogge sono state di oltre quattro volte superiori alla media. Sono morte oltre 1.700 persone, i feriti sono stati più di 12 mila e i danni ammontano a quasi 15 miliardi di euro. Il ministro pachistano per il Cambiamento climatico Sherry Rehman ha definito i danni delle alluvioni «il peggior disastro umanitario di questo decennio».

La morte della regina Elisabetta II (settembre)
L’annuncio ufficiale della morte della regina Elisabetta II del Regno Unito è arrivato l’8 settembre: qualche ora prima erano state rese pubbliche notizie sull’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Aveva 96 anni e regnava da 70: suo figlio primogenito è diventato automaticamente re, con il nome di Carlo III. Alla morte della Regina, avvenuta nella sua residenza del Castello di Balmoral in Scozia, è seguito tutto l’articolato cerimoniale che ha portato al funerale, undici giorni dopo: il viaggio verso Londra e Buckingham Palace, la processione verso Westminster Hall, le lunghe code per accedere alla camera ardente. Al funerale hanno partecipato 500 capi di stato, e la copertura mediatica di tutte le fasi è stata costante.

La bara di Elisabetta II nel percorso per le strade di Londra (AP Photo/Vadim Ghirda, Pool)

Le proteste in Iran per la morte di Mahsa Amini (settembre)
Mahsa Amini, una donna di 22 anni originaria del Kurdistan iraniano, è morta il 16 settembre a Teheran, la capitale dell’Iran, dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non avere indossato correttamente il velo islamico, o hijab, come prescritto dalle leggi iraniane. La sua morte, che secondo la famiglia sarebbe stata provocata dalla polizia religiosa, ha dato il via a proteste con pochi precedenti nella storia recente del paese, che nel corso delle settimane sono diventate sempre più estese. Oggi i manifestanti non chiedono solo la fine delle limitazione delle libertà personali e dei diritti civili, in particolare per le donne, ma vogliono cambiamenti radicali nella struttura del regime, e possibilmente la sua caduta. La risposta delle forze di sicurezza finora è stata brutale: si stimano circa 500 morti fra i manifestanti, e da qualche settimana sono iniziate le prime esecuzioni di condanne a morte.

Un momento delle proteste a Teheran, a fine settembre (AP Photo)

Fratelli d’Italia vince le elezioni in Italia (settembre)
Domenica 25 settembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo del parlamento, dopo lo scioglimento anticipato delle Camere deciso il 21 luglio in seguito alla caduta del governo Draghi. Le elezioni, le prime nella storia della Repubblica a svolgersi in autunno, sono state vinte nettamente dalla coalizione di centrodestra, che ha ottenuto il 44 per cento dei voti, e in particolare di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che ha preso più voti di tutti, oltre il 26 per cento. Il 21 ottobre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Meloni l’incarico di formare un governo: lei lo ha accettato senza riserve e ha presentato la lista dei ministri. Fra il 25 e il 26 ottobre il governo di Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio in Italia, ha ottenuto la fiducia da Camera e Senato, provocando parecchie preoccupazioni negli altri paesi dell’Unione Europea.

Giorgia Meloni ringrazia gli elettori il 26 settembre (AP Photo/Gregorio Borgia)

Il terzo mandato di Xi Jinping in Cina (ottobre)
Il 22 ottobre si è chiuso a Pechino il ventesimo Congresso del Partito Comunista cinese, il più importante evento della vita politica del paese, in programma ogni cinque anni. È stato il congresso che ha sancito il consolidamento del potere del presidente Xi Jinping, confermato per un terzo mandato (la consuetudine ormai consolidata era di un passaggio di consegne dopo il secondo) nelle sue tre cariche: segretario del partito, presidente della Repubblica Popolare e capo delle Forze Armate. Xi Jinping ha anche ottenuto la nomina di dirigenti a lui vicini e fedeli all’interno dei nuovi organi che raccolgono i dirigenti più influenti, sovvertendo i princìpi di meritocrazia e rispetto delle correnti interne che avevano sempre governato la gestione collegiale del Partito. Il presidente è uscito dal Congresso più potente e con un incarico che potrebbe protrarsi potenzialmente a vita.

I delegati applaudono un discorso di Xi Jinping al Congresso (AP Photo/Mark Schiefelbein)

Elon Musk completa l’acquisto di Twitter (ottobre)
Dopo mesi di esitazioni e problemi legali, il 28 ottobre Elon Musk ha ultimato l’acquisizione del social network Twitter. Il proprietario di Tesla e SpaceX, allora considerato l’uomo più ricco al mondo (è stato recentemente superato), ha chiuso l’acquisto da 44 miliardi di dollari che si trascinava da fine aprile: prima aveva proposto di comprare Twitter, poi si era ritirato. Tra le sue prime iniziative ce ne sono diverse che sono state assai contestate: ha licenziato diversi dirigenti, ha sciolto il Consiglio di amministrazione e dopo una settimana ha licenziato diverse migliaia dei 7.500 dipendenti dell’azienda. Le prime settimane della sua gestione sono state caratterizzate da un certo caos, con la fallimentare introduzione della “spunta blu” a pagamento, l’allontanamento di lavoratori che si sono poi rivelati necessari, dimissioni di massa, riammissione di utenti cacciati in precedenza (come Donald Trump) e disattivazione di profili di giornalisti.

Elon Musk, attualmente considerato il secondo uomo più ricco del pianeta (Patrick Pleul/Pool via AP, File)

I 150 morti nella calca di Seul (ottobre)
Sabato 29 ottobre nelle strette vie del quartiere Itaewon di Seul, noto per la vita notturna, si erano riunite tantissime persone, probabilmente più di centomila, per festeggiare Halloween nelle prime celebrazioni dopo la fine delle limitazioni per la pandemia. Verso le 10 di sera, per motivi non chiari, in una via non più larga di 4 metri la pressione della folla è cresciuta, e molte persone sono state schiacciate o sono morte per asfissia. Alla fine i morti, quasi tutti giovani, sono stati 158, con oltre 190 feriti. È stato uno dei peggiori disastri della storia del paese: è stata aperta un’inchiesta che ha subito evidenziato errori nella gestione dell’emergenza e che ha avuto anche ripercussioni politiche, mettendo in crisi il governo del presidente Yoon Suk-yeol.

Un uomo si inchina nel luogo dell’incidente a Seul (AP Photo/Lee Jin-man)

Il ritorno di Lula alla presidenza del Brasile (ottobre)
Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto il 30 ottobre il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Brasile, superando il presidente uscente Jair Bolsonaro con il 50,9 per cento dei voti. Lula, candidato della sinistra e già presidente dal 2003 al 2011, ha chiuso l’esperienza di governo dell’estrema destra in Brasile in una competizione molto serrata e dopo una campagna tesa e violenta. Ha 77 anni, è un simbolo della sinistra sudamericana ed è tornato eleggibile dopo l’annullamento di una condanna per corruzione. Ha promesso un ritorno alle politiche sociali che avevano caratterizzato i suoi precedenti mandati e la fine dell’isolamento internazionale del Brasile. Il presidente uscente Bolsonaro in campagna elettorale aveva ripetutamente denunciato presunti brogli e in seguito ha contestato i risultati, senza fornire prove. Lula entrerà in carica il primo gennaio 2023.

Luiz Inacio Lula da Silva festeggia con la moglie Rosangela Silva e il futuro vicepresidente Geraldo Alckmin (AP Photo/Andre Penner)

Lo scandalo del Parlamento Europeo (dicembre)
Il cosiddetto “caso Qatar”, detto anche “Qatargate” sui giornali italiani, è lo scandalo più grave che abbia mai coinvolto il parlamento europeo, e forse le istituzioni europee in generale. È iniziato a inizio dicembre dopo che la procura federale belga aveva arrestato quattro persone, tra cui una delle vicepresidenti del parlamento, la greca Eva Kaili (poi rimossa dall’incarico), e l’ex parlamentare europeo italiano Antonio Panzeri. Secondo l’accusa, gli indagati sarebbero stati corrotti dal Qatar e da altri paesi come il Marocco per portare avanti l’interesse di quei paesi all’interno delle istituzioni europee. Tra le altre cose, sono state trovate borse piene di denaro contante, e ci sono buone probabilità che il caso possa allargarsi ancora.

Una seduta del parlamento europeo di Strasburgo dopo lo scandalo corruzione (AP Photo/Jean-Francois Badias)

L’Argentina ha vinto i Mondiali di calcio in Qatar (dicembre)
Il 18 dicembre i Mondiali si sono chiusi con la vittoria dell’Argentina, in una finale che si ricorderà a lungo. È stata un’edizione molto discussa sin dall’assegnazione, per le numerose critiche fatte al Qatar, tra cui le sistematiche violazioni dei diritti umani, e lo sfruttamento dei lavoratori immigrati. A livello sportivo e calcistico però i Mondiali sono stati un successo: l’Argentina li ha vinti dopo 36 anni, grazie soprattutto al suo capitano Leo Messi, che è riuscito a ottenere il titolo che gli mancava. La Nazionale è stata accompagnata da appassionati e tifosi: nonostante la crisi economica, gli argentini sono arrivati in grande numero in Qatar, e poi hanno accolto con folle immense il ritorno a Buenos Aires di giocatori e allenatori.

Lionel Messi festeggia con la coppa dopo la finale vinta ai rigori contro la Francia (AP Photo/Martin Meissner)

Menzioni speciali
Tra le altre notizie che saranno ricordate nel 2022: nel corso dell’anno, in tutto l’Occidente sono state completate e confermate le riaperture dopo due anni di pandemia e misure emergenziali. Grazie alla minore gravità della variante omicron del coronavirus e alle vaccinazioni di massa, la vita è tornata molto simile a com’era prima della pandemia, mentre tutto il contrario è successo in Cina. La guerra in Ucraina ha provocato un forte aumento del prezzo del gas, che a sua volta ha creato tutta una serie di conseguenze soprattutto in Europa, dove la dipendenza dal gas russo è maggiore. Il picco del prezzo è arrivato ad agosto, quando il gas ha superato i 300 euro al megawattora, e da allora è sceso in maniera consistente. Il 29 dicembre è morto Pelé, uno dei più grandi giocatori nella storia del calcio e simbolo del Brasile: aveva 82 anni.

Il 2022 è anche stato l’anno del trionfo di TikTok, il social network di brevi video che è diventato nel 2022 il più popolare del mondo. A ottobre il governo della prima ministra conservatrice Liz Truss è diventato uno dei più brevi della storia del Regno Unito: è durato appena sei settimane, in cui le proposte economiche scriteriate di Truss hanno provocato una crisi gravissima. A novembre in Israele l’ex primo ministro conservatore Benjamin Netanyahu ha rivinto le elezioni e fatto il governo più di destra della storia del paese. E nello stesso mese il Partito Democratico americano è andato molto meglio del previsto alle elezioni di metà mandato, perdendo la Camera ma non il Senato a favore dei Repubblicani.