La BCE ha infine alzato i tassi d’interesse

Per la prima volta in 11 anni e il doppio di quanto atteso: è un segnale del fatto che la preoccupazione per l'inflazione in Europa è maggiore delle previsioni

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde (AP Photo/Virginia Mayo)
La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde (AP Photo/Virginia Mayo)
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Come annunciato il mese scorso, la Banca centrale europea (BCE) ha alzato i tassi d’interesse per contrastare l’aumento dell’inflazione: è la prima volta in 11 anni che succede. La BCE ha alzato il tasso d’interesse principale dello 0,5 per cento, portandolo a 0 (prima era a -0,5 per cento) e questa è stata una sorpresa notevole per gli esperti, che per luglio si attendevano un aumento più ridotto, dello 0,25 per cento. Il fatto che sia stato deciso un aumento del doppio rispetto alle aspettative mostra che per la Banca centrale la situazione economica in Europa è peggiore delle previsioni anche soltanto di un mese fa.

La BCE ha inoltre approvato all’unanimità il cosiddetto “scudo anti spread”, cioè uno strumento che dovrebbe servire a contenere l’aumento delle differenze tra il rendimento dei titoli di stato tedeschi, i più affidabili d’Europa, e quelli dei paesi più deboli, come l’Italia (questa differenza è appunto lo spread). L’obiettivo è di ridurre il rischio che si verifichi una nuova crisi del debito sovrano, come quella che colpì vari paesi europei, tra cui l’Italia, a partire dal 2011.

Il programma si chiamerà “Transmission protection instrument” (TPI), cioè Strumento di protezione della trasmissione, e il suo compito sarà fare in modo che la “trasmissione” (cioè l’applicazione) delle politiche monetarie sia il più possibile omogenea in paesi che, a causa dello spread, potrebbero essere puniti o avvantaggiati dai mercati in modi molto diseguali.

Il TPI sarà uno strumento d’emergenza, che sarà attivato nel caso in cui si verifichino dinamiche di mercato «disordinate»: nei fatti, si tratterà di un programma di acquisto di titoli di stato dei paesi più in difficoltà, che si affiancherà ai programmi di quantitative easing attivi finora, che sono tuttavia in scadenza.

La BCE ha specificato che il TPI sarà attivato solo a determinate condizioni, e che gli acquisti di titoli di stato «non saranno ristretti ex ante»: significa che, una volta attivato lo strumento, la BCE continuerà a comprare titoli di stato finché non riterrà di aver raggiunto il suo obiettivo.

I tassi d’interesse sono quelli imposti dalle banche centrali ad altre banche quando prestano loro del denaro: in pratica, è il costo del denaro. Alzarli è considerata l’arma migliore a disposizione delle banche centrali per mettere l’inflazione sotto controllo, perché aumentando il costo del denaro si riducono i fenomeni che portano a un aumento dei prezzi. Ultimamente anche le banche centrali degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno deciso di alzare i tassi, sempre per cercare di tenere sotto controllo l’inflazione. Attualmente negli Stati Uniti il tasso d’interesse per le banche è all’1,65 per cento, nel Regno Unito è all’1,25 per cento.

Dopo l’estate potrebbero seguire ulteriori aumenti, ma la presidente della BCE Christine Lagarde è stata relativamente poco chiara su come la Banca centrale intenda muoversi nei prossimi mesi: «Quello che avverrà a settembre dipenderà dai dati che avremo a settembre», ha detto.