marcia della dignità

Affinità e differenze tra atleti e artisti

«Si dice che lo sport si faccia per “vocazione”. Quel termine si usa anche per l’arte. Anche le arti si praticano per passione – e anche, come lo sport, per sfida, per ambizione, per dimostrare qualcosa agli altri e a sé. Anche le arti richiedono un lavoro disciplinato e costante in gran parte solitario e spesso noioso, una dedizione perfezionista un po’ assurda: dannarsi per rosicchiare un centimetro in più al salto in alto è come dannarsi per azzeccare un fraseggio o per riscrivere quella scena come la vuoi. Anche nelle arti ci si mantiene il più delle volte con una costellazione di attività collaterali perché anche le arti, tranne che in rarissimi casi, pagano poco. Qui però l’analogia cade, perché alla scelta di dedicarsi alle arti, oggi, non si concede l’esenzione dal mercato che riconosciamo allo sport»

Affinità e differenze tra atleti e artisti

Altri articoli su questo argomento

L’uomo che divenne nero

«L’uomo fotografato in copertina era longilineo, con un berretto in testa e dalla pelle di un colore catramoso e lucido, ma un colore sospetto, in qualche modo inquietante. Indossava un giubbotto scuro e una camicia di lana chiusa fino all’ultimo bottone, come un proletario americano dell’epoca. La data di quel numero di "ABC" rimandava a un giorno di molti anni fa, un’altra epoca del mondo: 18 marzo 1962. In Italia governava Amintore Fanfani, mentre il presidente degli Stati Uniti era John Fitzgerald Kennedy. Il titolo era: “Trasformato in negro dall’azione di un farmaco. Renato Proni inizia un drammatico viaggio nell’America razzista”»

L’uomo che divenne nero
2/2