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Mussolini e la televisione

«È il 1932. Mussolini sta facendo un giro per l’Italia per celebrare i dieci anni della marcia su Roma. Il “Radiocorriere” racconta che al Palazzo dell’Elettricità di Torino gli fu mostrato un piccolo esperimento di trasmissione a distanza. Il delegato Eiar scrive su una lavagna alcune “parole che vengono graficamente trasmesse nell’attimo stesso che la mano commossa le traccia“. Quali sono queste parole? Be’, ovvio: “Evviva il Duce!". Mussolini ascolta compiaciuto, approvando “l’arditismo della similitudine, insieme scientifica e poetica, dell’Italia raffigurata come una cellula irradiante energia”»

Mussolini e la televisione

Che mestiere è la suora

«Quasi settant’anni fa in "Clausura", Sergio Zavoli mostrava un interesse laico, lucido, autenticamente curioso rispetto alla scelta di prendere i voti e rifiutare il ritmo rapinoso della modernità. È un interesse che condivido. Tempo fa, proprio qui sul "Post", avevo intervistato mariti e mogli di lungo corso. Ho pensato di fare un lavoro simile con chi consacra la propria vita e ho scoperto che nella mia "bolla" (tendenzialmente laica, di sinistra, intellettuale) molti avevano rapporti di profonda amicizia con suore. Ho contattato così, via WhatsApp, Suor Agnese, Suor Claretta e Suor Maria, che appartengono a ordini diversi, vivono in città diverse e lavorano però nello stesso ambito. Tutte e tre hanno avuto la generosità di aprirsi alle mie domande»

Che mestiere è la suora
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