chiamami ancora amore
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Male, perché per moltissimo tempo non se n’è parlato, o lo si è fatto in modo poco realistico e sempre drammatico: forse qualcosa sta cambiando

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Quattro scene di “Chiamami col tuo nome”
Per decidere se è il caso di andarlo a vedere, questo film di Luca Guadagnino nei cinema da oggi

Chiamami col tuo nome
Cos'è, com'è, perché vederlo e perché no [Continua]

Potete comprare la casa di “Chiamami col tuo nome”, se avete almeno un milione e 700 mila euro da parte

La miglior canzone di Natale è piena di insulti
Una storia d'amore malinconica e tormentata dove tutto è ancora possibile e niente lo è più, cantata da Shane MacGowan e Kirsty MacColl

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Apologia del minibar
«Il primo fu installato nella suite 208 dell’Hilton di Hong Kong nel 1974, cinquant'anni fa. Io lo incontrai nell'estate 1982 all'Hotel Lutetia di Carona sul lago di Lugano, e ne fui attratta come da un oscuro magnete. Ancora oggi, nostalgica di quei tempi, tendo ad avvicinarmi con le mani e la mente libere. E proprio per onorare questa ritualità e solitudine, dopo la separazione mi sono regalata un minibar da casa. Ci ho messo pochissimo a capire che era stato un errore: il minibar deve stare in albergo perché è come l’amore ideale, deve stare a distanza e lasciarsi ricordare o immaginare»

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»

I vincitori degli Oscar 2018, in ordine
Uno per uno, da "La forma dell'acqua", il film più premiato, a "Tre manifesti a Ebbing, Missouri" e "Chiamami col tuo nome"

James Ivory è il più anziano vincitore di un Oscar
Ha 89 anni ed è stato premiato per aver scritto la sceneggiatura di "Chiamami col tuo nome", tratto da un romanzo di André Aciman

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"La forma dell’acqua" è il film con più candidature, ma è andato bene anche “Chiamami con il tuo nome” di Luca Guadagnino, che ne ha ottenute quattro

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Per leggerli prima di guardarli: si inizia con "Chiamami col tuo nome" e si arriva fino al postapocalittico "Macchine mortali"

I Måneskin hanno vinto il Festival di Sanremo
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No, “C’è ancora domani” non è candidabile come miglior film agli Oscar
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