prima dimostrazione della televisione
La storia di Sarah Hegazi
Un'attivista lesbica egiziana si è uccisa, dopo essere stata arrestata e torturata per aver sventolato la bandiera arcobaleno durante un concerto

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Come funziona il “digiuno intermittente”, se funziona
Se ne parla moltissimo in questo periodo, ma non esiste un solo modo per farlo e serve qualche cautela

Il ritorno dei Garibaldi Reds
La storia del Nottingham Forest, terza squadra di calcio più vecchia al mondo, tornata in Premier League quarant’anni dopo le vittorie irripetibili con Brian Clough

Forse i refusi non sono un porblema
Diamo troppo peso a come scriviamo: sbagliare non è sintomo di ignoranza o stupidità, sostiene un giornalista del New York Times

Piazzare spot politici sui social è sempre più complesso
Resta solo Facebook, che comunque funziona meno di un tempo: e infatti negli Stati Uniti si sperimenta con i servizi di streaming

Hollywood sta scoprendo TikTok
Gli studios stanno iniziando a sfruttare le strane abitudini dei giovani che usano la piattaforma, tipo guardare spezzoni casuali e fuori contesto dei film

Lo yin e lo yang sui nostri schermi
C'è un'annosa diatriba tra chi preferisce la modalità scura per leggere bianco su nero e gli ortodossi del nero su bianco: c'entrano i primi computer e il rapporto tra virtuale e reale

La meglio gioventù della “Meglio gioventù”
Vent'anni fa uscì un film di sei ore che nacque per la tv ma vinse un premio a Cannes, e fu una cosa di cui parlarono tutti

La Rai e le scene tra personaggi omosessuali
In passato è successo varie volte che baci e manifestazioni d'affetto venissero censurati apparentemente senza ragione, negli ultimi anni però le cose hanno cominciato a cambiare

Chi era Boutros-Ghali
La storia dell'ex segretario generale dell'ONU morto martedì a 93 anni, e del suo rapporto conflittuale con gli Stati Uniti

Il racconto dello sport paralimpico è cambiato
Nelle campagne promozionali e sui social, atlete e atleti sono meno "superumani" di una volta e delle loro disabilità si può addirittura scherzare

Neanche i funerali sono più quelli di una volta
«Si dice che nei momenti dell’addio non si piange chi non c’è più, ma la propria stessa morte. Il lutto si è trasformato in un happening, in un’occasione di socialità»

Negli Stati Uniti il calcio è femminile
La storia della fortissima Nazionale femminile statunitense, di come sia riuscita a superare gli uomini e si sia opposta a indifferenza e discriminazioni, vincendo sempre

Il futuro delle televendite
Raccontato dall'esperto di marketing Gianluca Diegoli in "Svuota il carrello", un nuovo libro che spiega il marketing sia a chi vuole vendere sia a chi non vuole farsi ingannare dalla pubblicità

Top Gear oltre Jeremy Clarkson e viceversa
Puoi anche essere il nostro uomo di punta, ma se prendi a pugni un produttore, per giunta per un motivo stupido come una bistecca, hai finito di lavorare per noi [Continua]

Un secolo di Warner Bros
Il 4 aprile 1923 quattro fratelli fondarono a Los Angeles la leggendaria società di produzione cinematografica, che introdusse il sonoro nei film e fece anche molto altro

“Sedia con corpo adagiato” e altri scherzi
«Sebbene Alberto Sordi e Aldo, Giovanni e Giacomo sfottano un mondo che prendo seriamente perché è la mia vita e il mio lavoro, non riesco a non ridere. L’arte non è per tutti come vogliamo invece far credere con la retorica insopportabile della "bellezza che salverà il mondo". Rispetto chi pensa che l’arte contemporanea sia fuffa. Il vero problema è che non c’è comico che possa battere la realtà. L’arte contemporanea è esposta a scherzi, inganni e fraintendimenti, e spesso si prende in giro da sola»

Divorare barbabietole di vita
Il primo capitolo di "Spaesamento", il nuovo libro di Giorgio Vasta sulla sua città

Il collezionista di televisori
«In Italia le trasmissioni regolari della Rai iniziarono il 3 gennaio 1954, settant’anni fa. Per questo negli spot del festival di Sanremo sono apparsi vecchi televisori. Quando il collezionista vede quello con Amadeus, sorride: “Questo è un Körting, è della fine degli anni ’60”. Nella sua mansarda wunderkammer piena di televisori ordinatamente esposti, mi mostra un Philips del 1952, prodotto a Monza. Era utilizzato già durante le trasmissioni sperimentali e veniva dato in affitto: non pagavi il canone ma per guardare dovevi mettere una monetina in una scatolina, come un jukebox. Periodicamente gli addetti passavano a ritirare le monetine, e se lo avevi usato poco te lo ritiravano»
