La Rai e le scene tra personaggi omosessuali

In passato è successo varie volte che baci e manifestazioni d'affetto venissero censurati apparentemente senza ragione, negli ultimi anni però le cose hanno cominciato a cambiare

(Uno screenshot della clip della serie tv Gloria, diffusa dalla Rai)
(Uno screenshot della clip della serie tv Gloria, diffusa dalla Rai)
Caricamento player

Mercoledì sui social network ha cominciato a circolare un pezzo di una clip promozionale di Gloria, una nuova serie che andrà prossimamente in onda su Rai 1. Il motivo per cui è stata molto condivisa e commentata è che nella scena si vede il personaggio interpretato da Sabrina Ferilli che celebra un’unione civile tra due uomini, ma il momento del bacio viene nascosto da un grosso cappello nero tenuto da uno dei due davanti alle loro facce. La scena ha fatto molto discutere: all’inizio perché ad alcuni il cappello era sembrato un bollino nero aggiunto a posteriori per coprire il bacio, e poi perché anche il cappello posizionato di fronte ai loro volti è stato interpretato come un tentativo della Rai di censurare un bacio omosessuale.

Non è chiaro come siano andate le cose in questo caso ma per molto tempo e fino a qualche anno fa in effetti erano frequenti i casi di film o serie tv, soprattutto stranieri, modificati dalla Rai in modo da tagliare baci o altri tipi di dimostrazione di affetto tra persone dello stesso genere. Qualcosa è cambiato negli ultimi anni, quando personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+ hanno cominciato a comparire più spesso, soprattutto nelle serie pensate per RaiPlay, la piattaforma di streaming online della Rai, che ha un pubblico di riferimento più giovane rispetto a quello della televisione.

Negli ultimi vent’anni è successo piuttosto di rado che la Rai abbia censurato un programma: quando succede ce ne si accorge soprattutto perché qualche fan che ha visto la versione straniera nota che quella mandata in onda sulla televisione pubblica italiana è diversa da quella originale. A essere cancellate sono soprattuto scene di violenza, sesso o consumo di droghe ritenute poco adatte a un pubblico giovane: era successo nel 2019 con The Wolf of Wall Street, film di Martin Scorsese che era stato mandato in onda su Rai 2 senza alcune delle sue scene più famose, come quella in cui Leonardo DiCaprio va in overdose di pillole di Quaalude.

Nel corso degli anni però diverse persone e associazioni per i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e queer hanno fatto notare che spesso gli episodi di censura coinvolgono scene in cui personaggi omosessuali non fanno nulla di particolarmente esplicito, se non baciarsi o abbracciarsi. Queste decisioni sono state molto criticate perché rivelano quello che viene definito un “doppio standard” della Rai, per cui le dimostrazioni di affetto o desiderio tra due persone dello stesso genere vengono considerate meno accettabili di quelle tra un uomo e una donna, e in generale sconce e non adatte a un pubblico di minori.

– Leggi anche: La richiesta di censura di un episodio di Peppa Pig

I Segreti di Brokeback Mountain – film di enorme successo del 2005 che racconta la storia d’amore di due cowboy interpretati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal – è stato censurato almeno un paio di volte durante i suoi passaggi sulla televisione italiana. Il film non è considerato particolarmente esplicito per molte sensibilità contemporanee: si vedono alcuni baci ma la scena in cui i protagonisti fanno sesso in una tenda dura meno di un minuto, e nessuno dei due viene mostrato nudo. Quando fu mandato in onda in televisione in Italia per la prima volta, nel 2008, le scene centrali – tra cui quella della tenda e un’altra in cui i due si abbracciano – vennero tagliate, rendendo tra l’altro più difficile la comprensione della trama.

Rai 2 disse poi che «non c’era stata alcuna censura», ma che «una serie di casualità» le aveva impedito di mandare in onda la versione originale. Avevano spiegato che di aver ricevuto da Bim, la società che lo distribuiva nei cinema, «la copia che aveva ottenuto il visto, mentre non è stato sollecitato l’invio contestuale della versione integrale»: in sostanza avevano trasmesso la versione già censurata secondo i criteri previsti per la distribuzione nelle sale (che però sono diversi da quelli che valgono per la tv). Il direttore del canale si era impegnato poi a programmare una replica del film senza tagli. Due anni dopo, nel 2010, il film andò nuovamente in onda su Rai Movie. In quel caso furono tagliate le scene in cui i protagonisti si baciavano.

Ci sono stati altri casi analoghi. Nel 2011 Rai 1 aveva scelto di eliminare una puntata della serie tv tedesca Un ciclone in convento, intitolata “Romeo e Romeo”, che mostrava un matrimonio tra due uomini: anche quella volta l’allora direttore di Rai 1 Mauro Mazza disse che non c’era stata «alcuna volontà censoria». Spiegò però che, per necessità di programmazione, dovevano tagliare una delle puntate della stagione in corso, e la scelta di “Romeo e Romeo” era stata «ponderata per evitare qualsiasi tipo di polemica su un tema di grande attualità che non poteva essere banalizzato», dato che il matrimonio nella storia avveniva in una chiesa cattolica. In un altro episodio della stessa serie, “Una classe difficile”, era già stato tagliato un bacio tra due donne.

– Leggi anche: I “bollini” sui film non sono vincolanti, ma hanno una loro importanza

Nel 2016, poi, Rai 2 aveva mandato in onda diversi episodi della serie di Shonda Rhimes Le regole del delitto perfetto (anche nota con il nome inglese How to Get Away with Murder) in cui le scene d’amore tra due dei protagonisti, lo studente di legge Connor e l’hacker Oliver, erano state tagliate. Tutte le altre scene, incluse quelle di rapporti eterosessuali e quelle di violenza, erano state invece mantenute come nell’originale. Sul caso era intervenuta la stessa Rhimes, che aveva chiesto ai fan di segnalarle qualsiasi episodio di censura.

Anche in quel caso l’allora direttrice di Rai 2 Ilaria Dallatana aveva detto che «non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time», ovvero nella fascia oraria in cui la maggior parte delle persone accendono la televisione, a inizio serata. La serie era poi stata mandata nuovamente in onda nella sua interezza. Al riguardo l’allora direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto aveva detto: «Quello che è successo con Le regole del delitto perfetto credo sia parte della trasformazione di un’azienda che ha riconosciuto di avere agito in un determinato ambito con un comportamento non adeguato al proprio tempo».

Infine, nel 2021 c’era stato il caso del doppiaggio sbagliato di una delle ultime puntate della serie tv a tema fantasy Supernatural. In quella puntata, l’angelo Castiel confessa il suo amore romantico al cacciatore di demoni Dean, rendendo più chiaro un rapporto che era stato ambiguo per varie stagioni: in inglese gli dice «I love you», che in italiano è stato tradotto con «ti voglio bene», cambiando molto il significato della scena. Quella volta l’attore Misha Collins, che interpreta Castiel, aveva pubblicato un video in cui diceva che «l’amore è amore, in qualsiasi lingua», e aveva manifestato il proprio sostegno alla comunità LGBTQ+ italiana.

– Leggi anche: La miniera d’oro delle storie d’amore tra uomini

Questo non vuol dire che le storie d’amore omosessuali non trovino alcun tipo di rappresentazione sulla televisione pubblica italiana. Già nel 2006, per esempio, andò in onda su Rai 1 il film di Lino Banfi Il padre delle spose, in cui Banfi interpretava un uomo del sud Italia dalla mentalità rigida e conservatrice che scopriva che la figlia, trasferitasi in Spagna, era sposata con una donna. Il programma fu trasmesso in prima visione e fu guardato da 7 milioni di spettatori.

Da allora la Rai ha prodotto diversi contenuti che includono storie di personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+, anche se spesso vengono accompagnati da polemiche da parte di giornali e organizzazioni di destra o vicine al mondo cattolico. Nel 2012 era andato in onda un episodio della serie Una grande famiglia in cui Niccolò, figlio prediletto di una famiglia ricca, si innamorava di Davide, un operaio che lavora nella fabbrica di famiglia, e finiva per baciarlo. Il quotidiano cattolico Avvenire aveva pubblicato un articolo in cui chiedeva se «non si poteva evitare, in nome del buon gusto e della sensibilità», di mostrare il bacio tra i due uomini, definendola «una provocazione voluta, a danno di chi per sua sensibilità evita certe esibizioni».

Anche la fiction di lunga data Un posto al sole, che va in onda dal 1996 spesso in prime time ha incluso un paio di storie d’amore gay a partire dal 2015. In quei casi, però, le critiche sono state saltuarie e isolate, e sono arrivate soprattutto da singoli utenti conservatori o molto credenti sui social network. Una serie molto più recente è Un professore, la cui prima stagione del 2021 dedica gran parte della trama alla storia di Simone, un adolescente che ha una relazione con un compagno di classe e fa coming out. Ma ce n’erano altre prima con all’interno storie d’amore omosessuali, come I bastardi di Pizzofalcone, dal 2017, e L’Allieva, dal 2018.

«Negli ultimi anni le cose sono molto cambiate, soprattutto perché la Rai, che rimane il principale fornitore di serialità in Italia, ha ampliato l’offerta tradizionale», spiega l’autrice e sceneggiatrice Chiara Sfregola, che per RaiPlay ha lavorato alla serie Cabala, le cui giovani protagoniste sono due ragazze che scoprono insieme la loro sessualità. Nella sua esperienza, soprattutto su RaiPlay negli ultimi anni ci sono stati degli esperimenti interessanti, pensati per avvicinare un pubblico più giovane e interessato a tematiche relative alla sessualità, all’identità di genere, alla marginalizzazione e alla salute mentale.

In televisione, spiega, queste tematiche vengono toccate tenendo però a mente il pubblico di riferimento, decisamente più anziano. «Dobbiamo ricordare che la Rai è un’entità molto grande, e al suo interno il dosaggio di certe tematiche – non solo quelle LGBTQ+ – è tarato a seconda della sensibilità del suo pubblico di riferimento. C’è una Rai che parla con i giovani e che riesce ad adottare certi linguaggi, e anzi si mostra molto attenta a intercettarli. Credo sia normale che al pubblico di Rai 1, molto più anziano, si rivolga in maniera diversa, benché anche lì siano stati casi di programmi che hanno portato in televisione baci gay e storie LGBTQ+».

– Leggi anche: Per la televisione polacca è arrivato il momento delle scuse alla comunità LGBTQ+