A Castlebar, Sally Rooney è in buona compagnia
Nella cittadina irlandese dov'è cresciuta la celebre scrittrice, la scena culturale e letteraria è particolarmente vivace
di Matteo Castellucci
Sulla lista delle celebrità nate a Castlebar ci sono due ex primi ministri irlandesi e Sally Rooney, la scrittrice trentenne più famosa al mondo (è del 1991). Castlebar, in lingua gaelica Caisleán an Bharraigh, è nel nord-ovest dell’Irlanda, nella contea di Mayo, a tre ore e mezzo di treno da Dublino, la capitale. Ha 15mila abitanti e una scena culturale particolarmente attiva, di cui Rooney è l’esempio più visibile. Chi vive qui si riferisce a lei chiamandola semplicemente “Sally”.
Rooney è nata e cresciuta a Castlebar prima di trasferirsi a Dublino, dove ha studiato al Trinity College, e successivamente a New York, per un periodo. È tornata a viverci, non proprio in paese ma poco lontano, pochi anni fa col marito. A Castlebar sua madre, Marie Farrell, ha a lungo gestito il centro culturale locale, proprio come una delle protagoniste del suo ultimo libro, Intermezzo; suo padre, Kieran Rooney, ha lavorato per l’azienda statale delle telecomunicazioni, poi privatizzata a fine anni Novanta.
Dall’area cittadina dove si concentrano i supermercati parte una passeggiata panoramica attorno al Lough Lannagh, il lago, dove non si sente il rumore del traffico. Il parco davanti alla stazione ferroviaria è ricoperto di brina, il centro è addobbato per le festività natalizie e nella via principale, quella dei negozi e dei ristoranti, le vetrine sono appannate. Secondo Paul Carthy, che ha un negozio d’abbigliamento, il grosso del turismo è interno. Castlebar è la sede amministrativa della contea (l’equivalente di una provincia) ma risente della vicinanza di Westport, dove ci sono le spiagge e i grandi alberghi.
All’ufficio di promozione turistica, Francis Mitchell spiega che la principale attrazione è la sezione Country Life del National Museum of Ireland, che si trova poco fuori città, nel villaggio di Turlough. Mitchell racconta che, lo scorso ottobre, qui c’è stato un evento di incredibile richiamo: Rooney ha letto in pubblico un’anticipazione di Intermezzo.
È stato uno degli unici tre eventi di lancio del libro, oltre a quelli di Londra e Dublino. L’occasione era il festival Wild Atlantic Words, che prende il nome dalla lunga strada costiera che scende da nord a sud, da Derry alla zona di Cork, assecondando il profilo frastagliato dell’Irlanda. Rooney ha curato e presentato la competizione per storie brevi del festival, che in questi anni ha accresciuto il suo prestigio anche grazie a lei. Tra i principali organizzatori ci sono Kevin Swift e Kathryn Brennan, che gestisce insieme al figlio la maggiore libreria di Castlebar, il Castle Bookshop. Le riunioni del comitato però si fanno al pub.
Swift e Brennan descrivono un contesto culturale molto attivo: questa zona dell’Irlanda ha una significativa tradizione letteraria. Sligo, il più grande centro urbano a nord di Castlebar, è la città del poeta William Butler Yeats. Poco più a nord, c’è la zona d’origine di Seamus Heaney, che vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1995. Verso sud, a Galway, vive Mike McCormack, un altro dei principali autori irlandesi contemporanei. E oggi c’è Rooney, ovviamente.
Ci sono poi alcune peculiarità locali, sostengono, che creano un contesto favorevole alla cultura. Ha sede qui una casa editrice, sono attivi numerosi book club e gruppi di avviamento alla scrittura per bambini. C’è ancora quello, animato da Ken Armstrong, di cui fece parte Rooney da piccola.
«È stato importante per la sua crescita, ma aveva un talento così grandioso che avrebbe avuto successo in ogni caso», racconta Swift. In diverse interviste Rooney ha ricordato quell’esperienza e la «comunità di scrittori» di Castlebar, dicendosi «fortunata di aver avuto persone che mi hanno incoraggiato quando avevo 15 anni», anche se all’epoca non sapeva ancora di voler fare la scrittrice.
Brennan parla di una particolare inclinazione della comunità di Castlebar. Prima del festival c’era un’iniziativa intitolata A poem and a pint, “Una poesia e una pinta”, cioè letture di poesia al pub. In breve tempo l’interesse è aumentato e, dalla dozzina di persone delle prime volte, i partecipanti sono diventati più di 200.
All’ultima «si stavano scannando tra di loro per salire sul palco e recitare una poesia», dice Brennan divertita. «Tutti pensano di avere un libro in canna e che devono solo tirarlo fuori. Pure Kevin scrive poesie molto lunghe». «Male», si schernisce lui. Anche Mitchell, al bancone della pro loco, racconta che il suo sogno sarebbe finire il libro che ha iniziato, se avesse tempo.
Secondo Swift e Brennan, la presenza di Rooney in città per ora non ha attirato turisti, anche se Castlebar è menzionata nella guida al “Rooneyverse”, cioè i posti dell’Irlanda legati a lei e ai suoi libri. In parte dipende dal tipo di pubblico, secondo Swift, «globale e molto letterario, che non dà molta importanza a dov’è nata, ma alla qualità delle sue storie». In parte per una dinamica molto irlandese: una società in cui generalmente non c’è tutta questa distanza tra le celebrità e le persone non famose.
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Swift racconta un episodio recente: due dei componenti dei Fontaines D.C., la più nota band punk rock irlandese e tra le più famose al mondo in questo momento, sono di Castlebar. Un weekend di inizio dicembre suonavano a Dublino, i biglietti erano da tempo esauriti. Mentre andavano al concerto, i figli di Swift hanno incontrato un componente della band, che li ha invitati a bersi una birra. «Poi lui è andato a suonare con una delle più grandi rock band al mondo, e loro sono andati a sentirlo. In quale altro paese sarebbe potuto succedere?».
Ai muri del Castle Bookshop ci sono alcuni poster con le copertine dei romanzi di Rooney, autografati. Se a Castlebar finora la fama di Rooney non ha attirato turisti né tour letterari, a Dublino è diverso. Anche lì Intermezzo è in bella mostra nelle vetrine delle librerie. Alla Hodges Figgis, probabilmente la più celebre della capitale, sùbito oltre l’ingresso c’è un banchetto stipato di copie. «I turisti chiedono principalmente di lei, di lei e di James Joyce».
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