Il primissimo “MasterChef”
L'edizione originale del programma fu trasmessa dalla BBC nel 1990 ed era molto diversa
Giovedì comincia su Sky la 14esima edizione italiana di MasterChef, il più famoso e longevo talent show di cucina al mondo, che ogni anno viene riproposto in diversi adattamenti internazionali. Come format televisivo, MasterChef esiste da 34 anni: l’emittente britannica BBC lo trasmise per la prima volta nel 1990, sviluppando un’idea del regista e sceneggiatore inglese Franc Roddam, ma all’inizio era molto diverso da quello a cui lo associamo oggi.
MasterChef è noto in tutto il mondo per alcuni meccanismi narrativi molto efficaci, come le lunghe prove di selezione, le opinioni piccate e il fare severo dei giudici, la tendenza a far risaltare l’emotività dei concorrenti, le prove in esterna, quelle con poco tempo e le frequenti ospitate di chef di fama internazionale. Il tutto nel contesto di una gara in cui venti concorrenti devono dimostrare le loro abilità in cucina per vincere, per l’appunto, il titolo di “masterchef”, che in sostanza consiste in un premio in denaro e nella pubblicazione di un libro di ricette.
Negli anni, grazie a queste trovate e all’idea di partenza molto riuscita, MasterChef è diventato un programma amato e relativamente economico, conveniente quindi da esportare. È anche il programma che ha contribuito maggiormente a far radicare nell’immaginario collettivo una nuova iconografia dello chef, più militaresca e autorevole, raffigurandolo come una persona rigida, permalosa e dal richiamo facile.
La prima edizione, quella storica del 1990, era però molto lontana dalla formula attuale. Andava in onda la domenica pomeriggio ed era condotta dal presentatore televisivo e radiofonico Loyd Grossman, che era anche un critico gastronomico e che ai tempi aveva concluso da poco la sua esperienza con Through the Keyhole, un quiz televisivo di ottimo successo. Negli anni successivi, anche grazie a questa esperienza, sarebbe diventato un grande produttore di salse.
Grossman veniva accompagnato in ogni puntata da almeno altre due persone: uno chef professionista e un personaggio noto della televisione britannica. Lo svolgimento del programma era molto meno intricato di quello odierno, e la sceneggiatura decisamente più pigra: le interazioni tra i concorrenti erano più cortesi, la competizione non così sentita, e non c’era neppure quella componente di reality tipica delle nuove edizioni.
Ai tempi, la dinamica di MasterChef era fondamentalmente quella di un torneo culinario a eliminazione: prevedeva lo svolgimento di round, che venivano seguiti da tre semifinali e dalla finale. A ogni round partecipavano tre aspiranti chef: tutto ciò che dovevano fare era cucinare un pasto “gourmet” da almeno tre portate. Nel farlo dovevano però rispettare alcune regole: l’intero pasto non poteva costare più di 30 sterline, e i concorrenti potevano utilizzare un massimo di cinque utensili da cucina «personali», ossia di loro proprietà; per il resto, dovevano arrangiarsi con l’attrezzatura messa a disposizione dal programma.
Come ha scritto la giornalista di Metro Caroline Westbrook, anche se la produzione era molto più economica e dilettantistica, si potevano comunque intravedere alcune caratteristiche che poi avrebbero caratterizzato le moderne edizioni di MasterChef. Per esempio, capitava spesso che lo chef che affiancava Grossman sbirciasse i concorrenti mentre preparavano le loro pietanze, guardando i loro piani di lavoro con espressioni sarcastiche o di disgusto, come a suggerire che avessero sbagliato qualcosa.
Westbrook ricorda anche un’altra particolarità involontariamente comica del programma: durante le sfide, Grossman tendeva a parlare moltissimo con i concorrenti, e così facendo finiva spesso per deconcentrarli. Inoltre, sempre secondo Westbrook, anche se meno appariscenti, le portate avevano una difficoltà almeno paragonabile a quelle dell’edizione britannica odierna.
La prima edizione di MasterChef ottenne un successo enorme nel Regno Unito, anche perché quella della domenica pomeriggio era una fascia oraria privilegiata e molto conveniente. Il format si rivelò fin da subito facile da declinare in vari spin off: nel 1994 andò in onda la prima puntata di Junior MasterChef, l’edizione dedicata ai bambini.
MasterChef andò avanti con queste modalità fino al 2000, l’anno del ritiro di Grossman. Il nuovo format, rinnovato e più simile a quello odierno, fu distribuito nel 2005, sempre dalla BBC e sempre con il coinvolgimento di Roddam nella produzione. Negli anni successivi ottenne un successo enorme, e fu esportato in decine di paesi: la prima edizione non britannica fu, nel 2008, quella australiana, mentre quella italiana fu trasmessa nel 2011 da Sky, con i giudici Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich.
Sono state esportate in molti paesi anche alcune variazioni del format principale: oltre a Junior MasterChef, anche MasterChef All Stars, in cui si fronteggiano i concorrenti delle edizioni passate, e Celebrity MasterChef, in cui gareggiano persone del mondo dello spettacolo.
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