Un secolo di Warner Bros

Il 4 aprile 1923 quattro fratelli fondarono a Los Angeles la leggendaria società di produzione cinematografica, che introdusse il sonoro nei film e fece anche molto altro

studi Warner Bros
Gli studi della Warner Bros a Burbank, California, il 18 novembre 2022 (Judokos/Wikimedia)
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L’espressione “età dell’oro di Hollywood” fa riferimento a un periodo della storia dello spettacolo, compreso tra gli anni Venti e Sessanta, in cui il cinema americano sviluppò uno stile, una tecnica e un linguaggio che sono ancora oggi alla base del modo in cui si fanno e si distribuiscono i film in tutto il mondo. Alla definizione e promozione di questo modello contribuì, tra le altre, una società di produzione considerata tra le più grandi e influenti di sempre: la Warner Bros. Fondata un secolo fa, il 4 aprile 1923, a Los Angeles dai quattro fratelli (bros, appunto) Harry, Albert, Sam e Jack Warner, è attiva ancora oggi.

La produzione cinematografica è attualmente solo una delle diverse attività della Warner Bros Discovery, la multinazionale nata nel 2022 dalla fusione tra WarnerMedia e la società di canali televisivi Discovery, e a cui fanno capo grandi aziende attive nell’industria dell’intrattenimento (dalle piattaforme di streaming ai fumetti, dalla musica ai videogiochi). Ma il cinema e la televisione rimangono i media a cui sono più legati la sua storia e i suoi leggendari studi a Burbank, nella valle di San Fernando, in cui si trova peraltro la torre del serbatoio idrico, non più in uso, raffigurata in molte icone storiche della società.

In un secolo la Warner Bros ha prodotto e distribuito più di 12.500 film e 2.400 programmi televisivi, per un totale di oltre 145 mila ore, ed è ancora oggi una delle Big Five, i cinque maggiori studi di produzione cinematografica (insieme a Universal, Paramount, Disney e Sony). Sono della Warner Bros alcuni dei più famosi successi cinematografici e televisivi di tutti i tempi: Casablanca, i film di Clint Eastwood e di Christopher Nolan, la serie di Matrix, i Looney Tunes, Friends e The Big Bang Theory, i film su Harry Potter e quelli su Superman, Batman e Joker.

Ma molto prima di tutto questo, negli anni Venti, la società fondata dai Warner ebbe un ruolo fondamentale nell’introduzione di una delle più importanti innovazioni nella storia del cinema: il sonoro nei film.

Quando fondarono la Warner Bros nel 1923 i fratelli Warner – figli di una coppia polacca emigrata negli Stati Uniti nel 1889 – riunirono in un’unica società una serie di attività nel settore del cinema che alcuni di loro avevano già avviato fin dai primi anni del Novecento in diversi stati. Sam, spesso descritto come il più ingegnoso dei fratelli, aveva scoperto il cinema durante uno dei suoi viaggi di lavoro. Insieme a Harry e Albert aveva quindi acquistato un proiettore e inaugurato delle sale per proiettare film in alcune città minerarie della Pennsylvania e dell’Ohio.

Nei primi anni del Novecento i film proiettati in quelle sale erano perlopiù brevi filmati muti che mostravano scene di vita di tutti i giorni, comunque in grado di affascinare e intrattenere il pubblico: cosa che aveva convinto i Warner a investire maggiori risorse in quell’attività. Quando non avevano altri film da mostrare, cambiavano città e ricominciavano, come del resto facevano altri imprenditori dell’epoca. Fecero così finché non cominciarono ad acquistare film da altri e a produrli loro stessi, in quell’area della California verso cui all’epoca stavano convergendo gli imprenditori più facoltosi e ambiziosi.

Il primo studio dei Warner fu aperto a Hollywood, in Sunset Boulevard, nel 1918. Sam e Jack si occupavano della produzione dei film, mentre Harry e Albert a New York, insieme al revisore contabile Paul Ashley Chase, si occupavano degli aspetti finanziari e della distribuzione. Ma quella dei Warner era all’epoca un’impresa con risorse insufficienti a permetterle di competere con grandi società di produzione come la Paramount. E per fondare la loro, il 4 aprile 1923, i Warner utilizzarono un prestito di un influente banchiere di Hollywood, Motley Flint.

A procurare una prima estesa notorietà alla società fu la produzione dei film su Rin Tin Tin, un pastore tedesco trovato in Francia e portato negli Stati Uniti da un soldato statunitense durante la Prima guerra mondiale, e poi diventato protagonista di diversi film degli anni Venti. Ma nonostante questo e nonostante l’assunzione dell’importante regista di origini tedesche Ernst Lubitsch, per i primi anni la Warner rimase uno studio minore e alla costante ricerca di investimenti.

Grazie a un prestito ottenuto da Goldman Sachs, acquisì altre società più piccole e investì anche in attività radiofoniche e nell’industria discografica. Questo approccio diversificato rese la Warner più ricettiva – prima e più di altre società – rispetto alle trasformazioni tecnologiche e industriali nel mercato.

Fu in particolare Sam Warner a insistere nella seconda metà degli anni Venti per l’introduzione del Vitaphone, un sistema sviluppato anni prima dall’azienda Western Electric e poco considerato dalle altre società di produzione cinematografica. Consisteva nel riprodurre durante la proiezione dei film una colonna sonora, incisa su un disco e fatta anche di voci, attraverso una specie di giradischi collegato tramite cinghie e pulegge al motore del proiettore, in modo da sincronizzare le immagini e i suoni.

Questa innovazione, secondo Sam Warner, avrebbe permesso al pubblico di non dovere più leggere dei testi per comprendere lo sviluppo delle scene. E allo stesso tempo avrebbe permesso di risparmiare sui costi necessari per musicare dal vivo i film nelle sale, come era normale all’epoca. Ai concorrenti della Warner appariva invece come una mossa disperata dell’azienda per cercare di evitare il fallimento in un momento di gravi difficoltà economiche.

Questa innovazione fu usata parzialmente nel film del 1926 Don Giovanni e Lucrezia Borgia, ma la dimostrazione nazionale del successo di quella intuizione di Warner arrivò nel 1927 con Il cantante di jazz, la storia di un ragazzo ebreo che vuole diventare un cantante jazz contro la volontà della sua famiglia. Diretto da Alan Crosland e interpretato dal famoso cantante Al Jolson, fu il maggiore successo di quell’anno e stravolse il settore rendendo in breve tempo il cinema sonoro un riferimento per qualsiasi produzione. Sam Warner morì per un’infezione il 5 ottobre 1927, il giorno prima della distribuzione del film nelle sale, lasciando a Jack il ruolo di unico capo della produzione.


Il successo dell’investimento nel cinema sonoro permise alla Warner Bros di trasferire e ampliare gli studi da Hollywood a Burbank, dove si trovano ancora oggi, e di emergere come una delle principali società di produzione cinematografica, che alla fine del 1929 facevano ormai soltanto film sonori. Da quel momento in poi la Warner realizzò alcuni dei più grandi successi della storia del cinema, lavorò con grandi attori e registi, e produsse film di ogni genere: commedie, colossal, gangster movie, musical e film d’avventura.

Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, realizzò Casablanca, diretto da Michael Curtiz e interpretato da uno dei più famosi attori di sempre, Humphrey Bogart, che lavorò con la Warner nel periodo migliore della sua carriera. Il film diventò un grande classico non soltanto per le interpretazioni di Bogart e di Ingrid Bergman, ma anche perché parlava della guerra senza mostrarla, evocandola all’interno di una storia d’amore: uno sviluppo della storia abbastanza inusuale, come ricordato dall’ex direttore dell’archivio generale degli studi Warner Leith Adams nel documentario del 2013 Tales from the Warner Bros. Lot.

Più di Bogart e più del regista inglese Christopher Nolan – che nel 2021 ha lasciato la Warner dopo 19 anni e grandi successi come la trilogia di Batman, Inception e Interstellar – il più famoso esempio di autore la cui storia sia legata a quella della Warner è Clint Eastwood, uno dei più prolifici e ammirati attori e registi viventi.

Clint Eastwood Warner 2015

Il vicepresidente della Warner Bros Ed Romano, Clint Eastwood e l’ex presidente e CEO Barry Meyer in una nuova area degli studi a Los Angeles, California, il 14 luglio 2015 (Jason Kempin/Getty Images for Warner Bros. Studio Tour Hollywood)

Dopo aver interpretato il personaggio dell’ispettore Harry Callaghan in una serie di film distribuiti dalla Warner negli anni Settanta e Ottanta, Eastwood continuò a lavorare quasi soltanto con la Warner per i film da lui prodotti, diretti e spesso interpretati dagli anni Ottanta in poi: film spesso apprezzatissimi e premiati come Gli Spietati nel 1992, Mystic River nel 2003 e Million Dollar Baby nel 2004.

A un certo punto degli anni Novanta, come racconta nel documentario Tales from the Warner Bros. Lot, Eastwood ricevette una telefonata dalla Warner che lo invitava a partecipare all’inaugurazione di un nuovo studio di registrazione nella sede centrale a Burbank. Quando arrivò fu accolto festosamente, ricevette una targa e scoprì che lo studio era stato intitolato a lui, come riconoscimento per la sua influenza nella storia della società. «Se lo avessi saputo avrei chiesto altre cose, tipo mettere il mio nome sulla torre dell’acqua», commentò.

Altre storie mostrano come l’autonomia e la libertà concesse a Eastwood siano un caso abbastanza raro nella storia della Warner, più nota invece per il rigido controllo sulla produzione esercitato prima da Jack Warner e poi dai dirigenti che presero il suo posto dalla fine degli anni Sessanta. I più influenti all’inizio degli anni Settanta erano il presidente Ted Ashley, il vice Frank Wells e il capo della produzione John Calley, principale responsabile di film come L’Esorcista nel 1973 e Superman nel 1978.

William Friedkin, che diresse L’Esorcista, raccontò che per la parte della madre della bambina la prima scelta di Ashley, Wells e Calley era Audrey Hepburn. Fu scartata perché all’epoca viveva a Roma e disse che avrebbe accettato soltanto se il film fosse stato girato in Italia. La seconda scelta era Anne Bancroft, già nota per le sue interpretazioni in Anna dei miracoli e Il laureato, ma che all’epoca era incinta e non avrebbe potuto recitare. La terza scelta era Jane Fonda, che però rifiutò perché non apprezzava quella parte.

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L’esterno di un cinema Warner durante la programmazione del film “L’Esorcista” a Londra, il 14 marzo 1974 (Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)

Friedkin propose allora Ellen Burstyn, un’attrice statunitense che all’epoca aveva interpretato soltanto ruoli minori. Aveva avuto modo di leggere il copione e aveva detto a Friedkin di sentirsi «destinata a interpretare quella parte», considerando la sua rigida educazione cattolica e il suo successivo rifiuto.

Ashley, il capo della Warner, disse a Friedkin che sarebbe dovuto passare sul suo cadavere prima che Burstyn potesse ottenere quella parte, e si stese per terra invitando con insistenza Friedkin a camminare verso di lui. Piuttosto imbarazzato, Friedkin si avvicinò e superò Ashley, che da terra gli afferrò una gamba e urlò: «Questo è quello che farò, se sarò morto e prenderai Ellen Burstyn per quella parte». Alla fine, per mancanza di alternative, Burstyn fu comunque scelta per interpretare la madre della bambina posseduta.

Uscito nel 1973, L’Esorcista ottenne un incasso di 482 milioni di dollari in tutto il mondo: tenendo conto del tasso di inflazione, è di gran lunga il maggiore successo commerciale di sempre e l’unico non girato dopo il Duemila nella lista dei film più redditizi della Warner. Anni dopo, quando Ashley si ritirò, una volta Friedkin lo incontrò al Metropolitan Museum of Art a New York e gli chiese cosa ne pensasse dell’interpretazione di Burstyn, e lui ridendo gli rispose: «con Jane Fonda avremmo fatto un miliardo di dollari!».

In seguito la Warner ampliò progressivamente i suoi investimenti nel settore dei media e dello spettacolo, specialmente dopo la fusione con il gruppo Time nel 1989. E oltre ai film produsse dischi musicali, videogiochi e programmi televisivi di grande successo, tra cui Due uomini e mezzo, Friends e The Big Bang Theory. La divisione che si occupa della produzione e distribuzione cinematografica è ancora oggi una delle cinque maggiori società per guadagni, e gli studi di Burbank attirano ogni anno decine di migliaia di visitatori.

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Il cast di “Friends” con Jay Leno sul set del bar della serie, il Central Perk, negli studi della Warner Bros a Los Angeles, California, il 6 maggio 2004 (Paul Drinkwater/NBC via Getty Images)