consumismo
Circolare
«Comunque l’intoppo (quello che impedisce a tutto quanto di circolare, mutare, rinnovarsi) siamo noi. È la nostra ansia di accumulo, la nostra incapacità di sciogliere quegli enormi groppi che poi, a tradimento, ci prendono alle spalle, incombono, ci opprimono»

Tutti questi resi sono un problema, per le aziende e per noi
La diffusa abitudine di ordinare molta merce online con l'intenzione di restituirla ha grandi costi per i venditori, per non parlare di quelli ambientali

I giochi a premi che sembrano televendite sui social cinesi
Le dirette streaming in cui si mettono in palio piccoli giocattoli sono diventate una passione, e una dipendenza, per moltissime persone

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Il Leoncavallo e compagnia bella
«Nella stragrande maggioranza delle città italiane le difficoltà dei centri sociali sono evidenti. Sembra però che lo sgombero anticipato di Milano stia agendo nella direzione di un rinnovamento. È un fatto politico che ha mobilitato le persone tradizionalmente e dichiaratamente antagoniste, ma è anche un avvenimento emotivo che sta riunendo chi da quelle sale in oltre trent’anni ci è solo passato, chi ci ha discusso, organizzato, ballato, suonato, recitato, vissuto»

Pop e avanguardia stavano assieme nei Devo
Grazie a un documentario di Netflix si parla di nuovo di uno dei gruppi americani più singolari e bizzarri degli anni Settanta e Ottanta

Cinque frasi di Pasolini, ricontestualizzate
Tra le tante attribuite all’intellettuale morto 50 anni fa ma spesso citate a sproposito, più una inventata

Quando Elsa Morante «diventò un mito»
Cioè quando uscì “Il mondo salvato dai ragazzini” e sembrò prevedere i movimenti del 1968, racconta Ludovica Lugli nel libro "Le chiavi magiche"

“Non lo so se mi conviene”
«Eppure, a pensarci bene, è proprio sulla base di questi stessi parametri che dovremmo riconoscere, anzi ammettere di “stare bene”: ovvero di godere di libertà, tutele, occasioni, beni materiali, esperienze che sono negate a moltitudini»

Storia dei centri sociali in Italia
Cos'erano quando nacquero i primi esperimenti negli anni Settanta, come si espansero negli anni Novanta e come andarono in crisi nei Duemila

In fila per Wimbledon, con l’emicrania
«Chi non può permettersi di spendere migliaia di sterline o non ha inviti esclusivi ha altre due strade. La prima è il public ballot, una lotteria in due tornate annuali che consente di acquistare biglietti solo a pochi fortunati. L’altra possibilità è farsi The Queue, La Coda»

Stiamo privatizzando la sanità?
Negli ultimi anni la spesa privata non è aumentata, ma è un dato che non basta a spiegare una questione grande e complessa

I bambini hanno troppi giocattoli?
Molti genitori non sanno come gestirli, soprattutto ora che arrivano le feste, ma non è necessariamente un problema

Il giorno in cui giustiziarono Babbo Natale
«Il 24 dicembre 1951 il quotidiano “France Soir” diramò il comunicato dei giustizieri: “Lo hanno bruciato 250 bambini della parrocchia davanti alla cattedrale di Digione. Per noi cristiani la festa del Natale deve celebrare la nascita del Salvatore”. Il richiamo alle origini e allo spirito autentico della festa contro le degenerazioni pagane o consumistiche continua ancora oggi, ma il personaggio di Gesù bambino è ancora più posticcio e recente di quello che vuole sostituire. Il tema è stabilire chi sia l’usurpatore. Ma chi è davvero Babbo Natale? La sua vera natura continua a essere misteriosa. È un re, un mito, il personaggio leggendario oppure un dio?»

Diversità e inclusione
«Essere differenti, non assomigliare troppo agli altri, sentirsi riconoscibili e perfino apprezzabili per vie secondarie, accorgersi di essere “troppo uguali” e desiderare non esserlo più»

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»

La brandizzazione del mare (e della terra)
«La moda si sta appropriando di paesaggi in tutto il mondo, anche in Italia. Il caso più recente è il marchio scandinavo Toteme, che ha appena inaugurato un punto vendita temporaneo a Filicudi, nelle isole Eolie. Prima c'erano stati Burberry nel deserto di Dubai, in Corea del Sud e su un vulcano alle Canarie; Bottega Veneta a Seul e i bagni di Valentino, D&G, Gucci, Dior, Loro Piana sulla costiera amalfitana, a Portofino, Forte dei Marmi e Saint-Tropez. Quello che sta avvenendo è un passaggio da località a location, in cui si fonde l’identità del luogo con quella del marchio»

Il Prime Day di Amazon va benissimo e malissimo
Le vendite aumentano ogni anno, ma gli sconti sono sempre più irrisori e il costo per i lavoratori e l'ambiente sempre più alto

Aspettando un luccichio
«Non si era detto fino a un secondo fa che se c’è ancora una pallida differenza, tra il Pd e gli altri partiti, è la dimensione collettiva, è non essere il partito di una/un leader, ma un insieme fin troppo caotico di persone?»

Sessant’anni di Bret Easton Ellis
Ha raccontato gli anni Ottanta americani con “Meno di zero”, “Le regole dell’attrazione” e “American Psycho” ed è da poco tornato a farlo con “Le schegge”
