Il capitalismo indispensabile

Antonio Polito spiega sul Corriere della Sera perché senza crescita economica «non vince nessuno e perdiamo tutti»

Antonio Polito spiega sul Corriere della Sera perché il capitalismo e la crescita economica sono strumenti indispensabili per il miglioramento della vita delle persone, non solo dal punta di vista materiale ma anche dell’equità sociale: «Non c’è scampo: senza crescita, non vince nessuno e perdiamo tutti».

È stato un anno di grande angoscia. Non solo perché abbiamo visto in faccia due potenziali apocalissi, ma anche perché sembrano in rotta di collisione l’una con l’altra. L’ha notato la scrittrice Sarah Dunant su Bbc News : ci è stato detto che lo sviluppo si deve fermare per salvare il pianeta, esausto dal suo sfruttamento; e ci è stato detto che solo lo sviluppo può salvare il nostro benessere, oberato dai debiti. La contraddizione è bruciante, e qualcuno ci perde la testa. I media che fino a ieri ospitavano moralistiche giaculatorie contro il consumismo, moderno oppio dei popoli, ora denunciano inorriditi il calo dello shopping natalizio e chiedono al governo di fare qualcosa. Tra lo tsunami in Giappone di marzo e quello nei mercati di ottobre, abbiamo visto in faccia il dilemma della crescita economica che accompagna fin dalla sua nascita l’ homo capitalisticus.

Qualche luogo comune, intanto, è bene che crolli. Solo la crescita economica può migliorare la vita materiale degli esseri umani. Se guardiamo il mondo dalla Cina, per esempio, vedremo centinaia di milioni di uomini che in questi anni sono usciti dal medioevo dei loro villaggi, e hanno conquistato un lavoro e una speranza. Processo storico, e altamente positivo; che molto probabilmente ha però contribuito a causare migliaia di cassintegrati qui da noi, cosa tutt’altro che piacevole. È così che funziona il capitalismo: distrugge, per creare. Naturalmente il potere pubblico in Europa può e deve agire perché, distruggendo ciò che va distrutto, non si distrugga anche la vita delle persone. Ma pure per garantire l’equità sociale c’è bisogno di risorse economiche, e pure quelle vengono dalla crescita. Non c’è scampo: senza crescita, non vince nessuno e perdiamo tutti.

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