Mario Calabresi sulla lite Greenwald-Riotta

Il direttore della Stampa interviene nella questione riguardo il giornalista statunitense del caso NSA e difende Riotta dall'accusa di aver scritto bugie

Il direttore della Stampa Mario Calabresi è intervenuto per difendere l’articolo di Gianni Riotta pubblicato martedì in cui si parlava del giornalista statunitense Glenn Greenwald, diventato famoso negli ultimi mesi per aver lavorato con l’ex collaboratore della CIA Edward Snowden e per aver condotto sul Guardian le inchieste sulle attività di sorveglianza della National Security Agency (NSA). Greenwald aveva duramente criticato su Twitter il pezzo di Riotta dicendo che «tra tutti gli articoli pieni di bugie» che aveva letto sul suo conto, quello di Riotta era quello che ne aveva «di più e tra le più palesi». Calabresi scrive che Greenwald non ha indicato con precisione quali fossero le notizie false o inventate pubblicate dalla Stampa e spiega che cos’è per lui «l’essenza del giornalismo».

«La Stampa» di ieri ha pubblicato un editoriale scritto da Gianni Riotta che criticava il governo americano per il programma di raccolta dati condotto a insaputa dei governi alleati che ha causato, da ultime, le proteste del governo francese. Analoghe intrusioni sarebbero state condotte anche in Italia e tutti attendiamo di avere chiarezza su questo. Abbiamo dunque spiegato che questo imbarazzante spiarsi tra alleati non ha senso, e intralcia, non agevola, la lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale.

A margine Riotta rifletteva sui paladini di Wikileaks e del caso Nsa, Assange, Snowden, Manning e Greenwald, osservando: «Hanno ragione i guerriglieri del web? Solo fino a un certo punto» se sottraggono informazioni segrete e le diffondono senza i tradizionali controlli del giornalismo, ovvero chiedere conto alle parti coinvolte e offrire diritto di replica. Responsabilità magari fuori moda in giorni in cui va invece di moda ottenere dossier riservati e pubblicarli a pioggia. Al tempo stesso però riconoscevamo che, grazie ai militanti online, abbiamo appreso la dimensione del problema e oggi la questione del controllo e della privacy, come ci spiega Juan Carlos De Martin, è diventata all’ordine del giorno nell’agenda globale.

Ieri mattina Glenn Greenwald, il giornalista e avvocato che ha raccolto i dati di Edward Snowden e fino a pochi giorni fa ne ha scritto per il «Guardian», con una serie di tweet ha attaccato duramente Riotta e il nostro giornale: «Tutto quello che dite… è falso al 100%… siete l’opposto del giornalismo», «Di tutto quel che ho letto zeppo di bugie, e voglio dire bugie, questo articolo ne contiene di più…», «Non avete idea se quel che dite sia vero e allora inventate e pubblicate», «È normale per questo giornale pubblicare maliziosi e chiaramente falsi punti di vista, senza un’oncia di controllo?».

Non mi è chiaro se Greenwald abbia avuto modo di leggere l’articolo o se gli sia stato invece riportato in modo perlomeno malizioso, ma durante la giornata non ha mai spiegato dove l’articolo contenesse falsità o notizie inventate.

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