Sul Corriere della Sera di mercoledì Beppe Severgnini, che finora aveva scritto molto favorevolmente di Expo a Milano, racconta invece la sua delusione e arrabbiatura per il sistema di percorsi e viabilità creato intorno a Expo, suggerendo di usare la metropolitana per andarci.
Chi ha deciso la viabilità intorno a Expo2015 dovrebbe essere messo a vendere le bibite. Anche lì, probabilmente, combinerebbe disastri.
Ci sono due Expo: quella dentro i cancelli e quella fuori dai cancelli.
La prima è un piccolo miracolo. Novemila operai, tecnici e ingegneri sono riusciti in un’impresa quasi impossibile. Ovviare a scandali e ritardi, e aprire in tempo l’Esposizione universale, risparmiando all’Italia una figuraccia mondiale. Ovviamente, non hanno un invito per visitare ciò che hanno costruito. Ma questo è un altro discorso.
La seconda Expo, quella fuori dai cancelli, è un esempio di spettacolare disorganizzazione. Se un bambino di quattro anni, munito di altrettanti pennarelli colorati, avesse tracciato le vie d’accesso, i risultati sarebbero migliori.
Quello che state per leggere è il racconto di chi, dopo quattro giorni di viaggi facili in metrò e in treno, ha deciso di arrivare a Expo2015 in automobile, con una collega. Non l’avessimo mai fatto.
Partiamo da Milano, zona ovest. Tempo di viaggio, secondo il navigatore: 14 minuti. Troppo pochi: avremmo dovuto insospettirci.
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