gondola per disabili

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Vivere, dormire e morire a Odessa

«Questi e quelli... Le opinioni su tutto differiscono. C’è chi sostiene Zelensky. Altri lo incolpano. Alcuni resistono ancora, come navi a galla, ma la maggior parte della popolazione si è rapidamente impoverita. La fatica per qualcuno si trasforma in depressione. Altri provano a scherzare e a continuare la loro normale routine. Tutte queste e quelle persone sono migliaia e migliaia di volti, voci, nomi. L’orrore della guerra è nel trasformare rapidamente le persone viventi in statistiche. Numeri senza nome, morti, rifugiati, orfani, disabili, vedove. Un uomo anziano era seduto alla fermata del filobus vicino a casa mia»

Vivere, dormire e morire a Odessa

La piscina in sedia a rotelle

«Non sono competitiva, ma confesso che ogni tanto seminare un normodotato mi dà soddisfazione. Faccio le mie vasche con una diligenza che piano piano diventa ottusità del pensiero: bracciata dopo bracciata vengono diluite le questioni che mi occupavano la testa fino a cinque minuti prima, mi concentro sulle crepe sul fondo, sullo sporco che si accumula negli angoli, e più di tutto quando il sole filtra dall’alto sul luccicare variabile dell’acqua, sulla sua permeabilità ad essere attraversata, scomposta e ricomposta. Mi sembra che sia la cosa più simile al mio corpo, al mio midollo spinale maciullato e poi riunito che fa di me una creatura ibrida, per metà paralizzata, per metà del tutto semovente. Alla quarantesima vasca, però, comincio a sentirmi stanca e lì inizia la fine dell’idillio»

La piscina in sedia a rotelle
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