lavoro

Terziario, triste e solitario

«Lavorare non piace a nessuno, ma la situazione, ultimamente, sembra peggiorata. Forse perché la manifattura, l’atto di produrre fisicamente una merce, si è spostata così lontano da noi che ci guadagniamo da vivere producendo qualcosa che non si può toccare, e che spesso siamo incapaci di spiegare. Qualcosa di indimostrabile. Per fotografare questi tempi frammentati, bisognerebbe fondere la spensieratezza vanesia di Yuppies con l’angoscia di Fantozzi. Costruire un set popolato da partite Iva forfettarie, creativi da soma, motivatori demotivati, streamer sull’orlo del burnout, e influencer-filosofi pronti a insegnarci che il riposo è un atto politico»

Terziario, triste e solitario

Le mance e tutto il resto

«Ho collezionato storie di primi lavori assurdi, come quello di un importante editor che agli inizi ha accettato un impiego per il comune di Roma che prevedeva di camminare sul guano del lungotevere con in braccio un dissuasore acustico per scacciare gli storni dagli alberi. Ho anche la storia di una attuale funzionaria della Banca Mondiale a Washington che poco prima di laurearsi si è ritrovata a pattinare vestita da gallina sul lungomare di Pescara per promuovere l’apertura di un nuovo negozio di pasta all’uovo»

Le mance e tutto il resto
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