Il tribunale di Milano ha considerato illegittimo il licenziamento di 4mila rider da parte di Uber Eats

(Stanislav Kogiku / ANSA)
(Stanislav Kogiku / ANSA)

Giovedì il tribunale di Milano ha stabilito che il licenziamento di 4mila rider da parte della società di consegne a domicilio Uber Eats, avvenuto a giugno del 2023, è illegittimo. Di conseguenza i licenziamenti dovranno essere revocati e dovrà essere avviata una trattativa con i sindacati per trovare una soluzione diversa.

Il tribunale ha detto che Uber Eats adottò una condotta «antisindacale» quando quest’estate chiuse tutte le sue attività in Italia e licenziò migliaia di rider che avevano un contratto di collaborazione. Secondo il tribunale il lavoro dei rider è equiparabile a quello di un dipendente subordinato e quindi, prima di procedere con i licenziamenti, la società avrebbe dovuto attivare le procedure di consultazione con i sindacati previste dalla legge.

La procura di Milano aveva già detto nel 2021 che il lavoro dei rider era equiparabile a quello di un lavoratore dipendente, quando il contratto più utilizzato era ancora quello da lavoratore autonomo occasionale, poi passato a collaboratore. I lavoratori dell’azienda, infatti, sono pienamente inseriti nell’organizzazione quotidiana del lavoro e vengono coordinati a distanza. Inoltre, attraverso un ranking collegato alla loro performance, i rider vengono molto penalizzati se non lavorano in alcuni giorni e in alcune fasce orarie, e il loro lavoro risulta quindi più continuativo che indipendente, senza però che abbiano le tutele di un lavoro dipendente.