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In Myanmar si aspetta il 1° febbraio

«Sono da poco tornato, è inverno ma il clima è dolce come a maggio in Europa, e molti segni raccontano che alla vigilia del terzo anniversario del golpe il consenso del regime militare sembra bassissimo. Ovunque per strada ci sono lunghe code alle pompe di benzina, che è aumentata come il riso, l’olio e i pomodori. Nell’ottobre scorso, nel solo stato Shan, tre eserciti etnici hanno conquistato una quindicina di città, molte al confine con la Cina, sigillando la frontiera. Altre decine sono cadute nello stato del Rakhine, a ovest»

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L’ultima volta che ho visto Enzo Baldoni

«Non ho mai amato la retorica dell’eroe. Non c’è dubbio, però, che in Iraq Enzo Baldoni si sia comportato da eroe, cercando di testimoniare quello che accadeva e portando aiuto, a rischio della vita. Si prese in carico il destino di un ragazzo amputato, che poi fu curato da Emergency, e guidò due missioni umanitarie per portare aiuti in una città assediata. Ma non c’è dubbio neppure che le istituzioni italiane abbiano scelto di dimenticarlo. Credo che Enzo Baldoni ne avrebbe riso perché aveva troppo senso dell’umorismo e amava troppo la vita per essere attratto dalle medaglie e dall’ideologia della bella morte. Lo aveva anche scritto per tempo, previdente e pignolo com’era, nelle disposizioni per il suo funerale»

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