Gli Stati Uniti hanno annunciato un accordo commerciale col Regno Unito
È il primo da quando Trump ha imposto i dazi e ne prevede alcune riduzioni

Giovedì gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno annunciato un accordo commerciale. Prevede la riduzione di alcuni dazi statunitensi, ma le informazioni sul contenuto sono state diffuse in modo parziale e molti dettagli devono ancora essere discussi. È il primo accordo commerciale raggiunto dall’amministrazione di Trump da quando il presidente statunitense ha imposto e poi sospeso enormi dazi a moltissimi paesi, avviando una guerra commerciale.
Alcuni aspetti sono stati resi noti durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, a cui Starmer si è collegato telefonicamente. Il governo britannico ha detto di aver ottenuto l’azzeramento dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio, che erano del 25 per cento. Verrà ridotto dal 25 al 10 per cento anche il dazio sull’importazione negli Stati Uniti di 100mila auto dal Regno Unito. Non è chiaro cosa succederà una volta esaurita questa quota, che è annuale ma è comunque vicina al numero (120mila) di auto esportate ogni anno dal Regno Unito negli Stati Uniti. Resterà invece in vigore un dazio base del 10 per cento su tutte le altre importazioni statunitensi dal Regno Unito.
In cambio, tra le altre cose, il Regno Unito si è impegnato a ridurre i suoi dazi verso gli Stati Uniti dal dal 5,1 all’1,8 per cento, e ad azzerare quello sulle importazioni di etanolo dagli Stati Uniti e infine a importare ogni anno 13mila tonnellate di carne dagli Stati Uniti, non sottoposte a dazi, e a rimuovere altre «barriere commerciali», come le ha chiamate Trump, senza dare per ora altri dettagli.

Donald Trump al telefono con Starmer durante la conferenza stampa dell’8 maggio (AP Photo/Evan Vucci)
Sia Trump sia Starmer hanno dato molta enfasi all’annuncio, che per entrambi è utile politicamente: a Trump serve per sostenere che le sue molte minacce sui dazi stiano iniziando a dare qualche risultato, mentre Starmer può dire che il suo paese è stato il primo a trovare un accordo con l’amministrazione statunitense. È ancora troppo presto, però per valutarne la portata. Più che un accordo commerciale ampio, come quello firmato martedì dal Regno Unito con l’India, questo sembra relativamente limitato: riduce i dazi, riavvicinando la situazione a quella che precedeva la loro introduzione, ma non si sa ancora se andrà più in là di così.
La grafica, piuttosto confusa, con cui lo staff di Trump ha riassunto i dazi
A inizio aprile Trump aveva annunciato dazi esorbitanti verso moltissimi paesi. Li ha poi sospesi per 90 giorni, fino al 9 luglio, dicendo che in questo periodo i paesi interessati avrebbero potuto trattare. Finora però questa tattica non aveva dato risultati: Trump aveva promesso «90 accordi in 90 giorni», cioè uno al giorno, ma quello fatto con il Regno Unito è il primo ed è stato annunciato dopo quasi un mese.
Nei dazi sospesi, quelli definiti da Trump erroneamente “reciproci”, il Regno Unito aveva comunque ricevuto un trattamento migliore di molti altri paesi: era stato sottoposto a un dazio aggiuntivo del 10 per cento, la metà di quello per l’Unione Europea (e quindi l’Italia). Come tutti gli altri era però rimasto comunque sottoposto al dazio base del 10 per cento, entrato in vigore il 5 aprile, e a quelli del 25 per cento su auto, alluminio e acciaio, su cui ora sono state annunciate riduzioni.

Il primo ministro britannico Keir Starmer al telefono con Trump, dall’Inghilterra (Alberto Pezzali – WPA Pool/Getty Images)
Considerando i singoli paesi, gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale del Regno Unito: valgono il 17,7 per cento dei suoi scambi e sono la principale destinazione delle sue merci, soprattutto automobili. A causa dei dazi ad aprile l’azienda automobilistica britannica Jaguar Land Rover aveva sospeso le esportazioni negli Stati Uniti. Il Regno Unito, invece, è l’undicesimo partner commerciale degli Stati Uniti (ma il quarto per le esportazioni statunitensi).
Di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, più ampio di questo che ancora non è concluso, si parlava dai tempi di Brexit durante il primo mandato di Trump: dopo l’uscita effettiva del Regno Unito dall’Unione Europea, cinque anni fa, il presidente aveva promesso condizioni molto favorevoli al paese, che ai tempi aveva un primo ministro con cui aveva sintonia umana e politica come Boris Johnson, salvo mai concretizzarle.
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