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La vittima è l’eroe del nostro tempo

«Il 3 ottobre ricordiamo i morti. Ma non ci chiediamo mai chi siano quelle vite. Compassionevoli, non essendo riusciti a salvare quelle vite, abbiamo istituito per loro una giornata del ricordo, perché dobbiamo rievocare, serbare memoria affinché non si ripetano le tragedie del passato, ci ammonisce la storia. Compassionevoli tendiamo la mano ma non abbiamo un progetto comune del bene da condividere. Abbiamo imparato a memoria la poesia, ma non l’abbiamo capita»

La vittima è l’eroe del nostro tempo

La lunga marcia dell’estrema destra in Germania

«Molti anni fa mio “zio Michael”, ormai anziano, ospitò me e mio figlio nella sua casa nel Connecticut negli Stati Uniti. Un giorno, aprendo l’armadio a muro della camera per gli ospiti, era saltata fuori la sua uniforme di Buchenwald. Manca ormai da un decennio mio zio Michael, questo mio amatissimo parente, uno dei pochissimi scampati allo sterminio. Se mi immagino in dialogo con lui, vorrei rispondergli che il fascismo di oggi non è quello di allora che ha rialzato la testa, ma mi risuonano nella mente le parole della scrittrice Anne Rabe che tracciano un quadro terrificante di quello che la Germania dell’Est è diventata. La presenza della destra estrema è persino più spaventosa che negli anni in cui il mio amico Johannes era stato preso a calci dai naziskin di Lipsia. La paura è diffusa in chiunque non sia un simpatizzante, il controllo territoriale è esercitato da gente disposta a spaccare le ossa a chi sia inviso, il clima associabile allo spadroneggiare delle SA negli anni Trenta»

La lunga marcia dell’estrema destra in Germania
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