piazza della loggia
Sulle proteste contro Berlusconi
Un deputato del PD (che c'era) spiega perché il diritto di manifestare liberamente vale per tutti, anche per il PdL, e il clima da guerra civile gli fa un favore

La prima delle “Bombe di Savona”
Tra l'aprile del 1974 e il maggio del 1975 nella città ligure ne furono fatte esplodere 12: gli attentati vennero rivendicati da organizzazioni neofasciste, ma i responsabili non furono mai individuati

L’ossessione del complotto
Michele Brambilla sulla Stampa riassume tutte le false e frettolose ipotesi di macchinazioni sulla bomba di Brindisi, un fenomeno sociale che "appartiene alla psichiatria"

Il patrono dei single (che single non fu mai)
La "festa dei single" è una celebrazione postmoderna nata negli anni '00, e quindi più giovane di voi che leggete e di me che scrivo [Continua]

La rimozione del Segreto di Stato sulle stragi
Matteo Renzi ha firmato una nuova direttiva, ma che viene da lontano e in molti suggeriscono prudenza sul fatto che possa portare a rivelazioni importanti

Gli stragisti vanno chiamati per nome?
Jacinda Ardern non lo ha fatto con quello di Christchurch, per evitare di dargli ulteriore notorietà: è una richiesta ricorrente, ma ha i suoi limiti

La scuola di Parma dove si impara a usare la dinamite
Nell'Istituto di ricerche esplosivistiche fondato a Parma da Danilo Coppe si studiano tante cose, per esempio come far esplodere ponti e palazzi senza farsi male

Quando il complottismo si chiamava dietrologia
«Negli ultimi anni il mondo si è popolato di esseri umani convinti che la politica nasconda la verità alla gente comune. A volte ottengono persino la maggioranza alle elezioni, ma vengono sempre definiti con termini derisori o denigratori. Eppure, per lo meno a noi italiani, la storia dovrebbe aver insegnato che può essere utile in alcuni casi prenderli sul serio»

E vabbè
«La prima apparizione sulla "Stampa” giunge a noi in prima pagina il 30 aprile 1955, il giorno dopo l’elezione di Giovanni Gronchi a presidente della Repubblica. Fino agli anni Ottanta l’uso resta sporadico, poi, magicamente, con la seconda Repubblica, si apre una breccia e il “vabbè” esonda senza più freni. Stefano Bartezzaghi ci vede un segno dello strapotere del romanesco. Michele Masneri pure. E vabbè»

Cosa vi siete persi
Se eravate in giro per Pasqua, pasquetta o il 25 aprile, queste sono le cose da sapere per rimettersi in pari col mondo

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Come funziona un conclave
La riunione a porte chiuse dei cardinali ha un cerimoniale preciso ed è preceduta da rituali secolari: noi fuori vediamo soprattutto il fumo
