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In morte di Lorenzo Appiani

«È difficile immaginare davvero cosa significhi perdere un figlio, la mente rigetta l’idea. La lingua stessa sembra rifiutarsi di esprimere il concetto: abbiamo “orfano” per chi perde i genitori ma non c’è parola, in italiano, per il contrario. So che esiste un termine in ebraico e in arabo, ma non voglio cercarlo, mi fermo al sanscrito che prende a prestito la parola "vilomah", “contro l’ordine naturale”. Sul dopo c’è una pausa di silenzio. Poi Alberta mi racconta che ad affrontare il lutto l’ha aiutata un libro di Thornton Wilder, "Il ponte di San Luis Rey"»

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Storia della mia adozione

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L’adozione, la fecondazione assistita e io

Questo testo nasce da una discussione nella sezione commenti sotto un articolo del Post che parlava della gestazione per altri. «La Procreazione Medicalmente Assistita è la scelta che più mi permetterebbe di riavvicinarmi all'immagine di famiglia che avevo in mente e quindi di lenire la sofferenza fortissima che mi dà il non riuscire a coronare un progetto centrale per me come persona e per noi come coppia. L'adozione, da questo punto di vista, per me non è un'alternativa equivalente»

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