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  • Giovedì 15 maggio 2025

Perché Trump si è allontanato da Netanyahu

C'entrano i molti soldi che possono offrirgli i paesi del Golfo e le discussioni sul cessate il fuoco a Gaza

Donald Trump parla all'Israeli American Council National Summit nel settembre del 2024
Donald Trump parla all'Israeli American Council National Summit nel settembre del 2024 (AP Photo/Evan Vucci)
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A marzo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu disse che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era «il più grande amico che Israele abbia avuto alla Casa Bianca». Nei suoi primi mesi di presidenza Trump aveva sostenuto il governo di estrema destra israeliano quasi incondizionatamente, sbloccando le consegne di armi che erano state sospese dal suo predecessore Joe Biden e sostenendo perfino che la Striscia di Gaza avrebbe dovuto essere svuotata dei suoi abitanti e trasformata in zona di resort lussuosi. Poi alcune cose sono cambiate.

L’alleanza tra Trump e Netanyahu rimane ancora molto forte, ma il sostegno degli Stati Uniti a Israele non sembra più incondizionato. Trump ha iniziato a vedere con irritazione il primo ministro israeliano, che continua a sabotare e manipolare ogni tentativo negoziale statunitense di ottenere un cessate il fuoco a Gaza.

Trump sta puntando molto sulla sua presunta capacità di negoziare accordi di cessate il fuoco in guerre dove le trattative sono ferme: ha provato a farlo in Ucraina e a Gaza per l’appunto, senza successo; l’ha fatto anche tra India e Pakistan, prendendosi il merito di un cessate il fuoco in cui però sembra avere avuto un ruolo molto più marginale di quello che ha voluto presentare pubblicamente (o almeno così sostiene l’India).

In questi giorni Trump è in viaggio in Medio Oriente ma non andrà in Israele, scelta che è stata parecchio commentata (è già stato in Arabia Saudita e in Qatar, andrà anche negli Emirati Arabi Uniti). Il viaggio ha l’obiettivo di firmare più accordi economici possibile, e le ricche monarchie arabe del Golfo hanno garantito finanziamenti e accordi per centinaia di miliardi di dollari. Israele, che non ha le stesse risorse, non ha niente di simile da offrire a Trump. Questo alla lunga potrebbe diventare un problema.

Trump ha detto che «è un’ottima cosa per Israele» se gli Stati Uniti hanno rapporti molto buoni con i paesi arabi. Non ha però voluto dire perché nel suo viaggio ha deciso di evitare il suo più stretto alleato nella regione.

Un cartellone di congratulazioni per la vittoria di Trump alle elezioni americane a Tel Aviv, novembre 2024

Un cartellone di congratulazioni per la vittoria di Trump alle elezioni americane a Tel Aviv, novembre 2024 (AP Photo/Oded Balilty)

Inoltre gli Stati Uniti avevano negoziato direttamente con Hamas per ottenere lunedì la liberazione di Edan Alexander, l’ultimo ostaggio statunitense nella Striscia di Gaza ancora vivo. Per la liberazione di Alexander, Trump aveva escluso Israele dal negoziato, mettendo in imbarazzo Netanyahu, che da mesi è criticato in Israele per non fare abbastanza per liberare le 59 persone che sono ancora tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza.

L’accordo con Hamas era arrivato subito dopo quello fatto da Trump con gli Houthi, il gruppo yemenita che da oltre un anno colpisce con razzi e missili le navi commerciali che transitano per il mar Rosso. L’accordo prevedeva che gli Stati Uniti smettessero di bombardare gli Houthi, e gli Houthi di colpire le navi statunitensi, ma soltanto quelle: il gruppo aveva detto che avrebbe continuato ad attaccare le navi israeliane. Appena il giorno prima dell’accordo un missile degli Houthi era caduto vicino al principale aeroporto civile di Israele, quello di Tel Aviv, superando i sistemi di intercettazione.

Ha indispettito gli israeliani anche il fatto che gli Stati Uniti abbiano avviato negoziati diretti con l’Iran – lo storico nemico di Israele in Medio Oriente – sul programma nucleare iraniano.

Donald Trump e Benjamin Netanyahu nel giugno 2024

Donald Trump e Benjamin Netanyahu nel giugno 2024 (AP Photo/Alex Brandon)

Trump non ha risparmiato Israele nemmeno dalla sua guerra commerciale. Durante il suo Liberation Day, il giorno in cui ha annunciato i suoi enormi dazi contro praticamente tutto il mondo (poi in buona parte sospesi), ha imposto dazi del 17 per cento contro Israele, anche se poco prima il governo di Netanyahu aveva eliminato tutte le barriere commerciali nei confronti degli Stati Uniti per evitare ritorsioni.

Questo allontanamento tra Trump e Netanyahu è probabilmente temporaneo. Ma se Netanyahu era convinto che Trump gli avrebbe sempre garantito un trattamento speciale, ora potrebbe pensarla diversamente.