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  • Martedì 3 maggio 2011

I ribelli in Libia

Le foto migliori degli ultimi giorni tra gli avversari di Gheddafi, che oggi chiedono soldi alla comunità internazionale

A Libyan rebel puts his weapon next to bullets reading "Free Libya" placed by rebels gathered at a house in Al-Ghiran near Misrata airport on May 1, 2011, hours before the house was hit by a mortar shell fired by Moamer Kadhafi's forces, killing two rebels and wounding five others. AFP PHOTO / CHRISTOPHE SIMON (Photo credit should read CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images)
A Libyan rebel puts his weapon next to bullets reading "Free Libya" placed by rebels gathered at a house in Al-Ghiran near Misrata airport on May 1, 2011, hours before the house was hit by a mortar shell fired by Moamer Kadhafi's forces, killing two rebels and wounding five others. AFP PHOTO / CHRISTOPHE SIMON (Photo credit should read CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images)

I ribelli libici hanno chiesto il sostegno economico della comunità internazionale per governare i territori che hanno conquistato e per portare avanti l’offensiva militare contro Gheddafi. Oggi Ali Tarhouni, a capo del comitato finanziario del Consiglio di Bengasi, ha detto che si aspetta che Francia, Italia, e Stati Uniti mantengano la promessa di fornire al Consiglio 2-3 miliardi di dollari derivanti dai beni congelati della Libia. I soldi dovrebbero arrivare nel giro di una settimana o dieci giorni. La situazione economica nel paese non è facile: da due mesi combatte una guerra civile che ha bloccato l’economia, non ci sono i soldi per pagare gli stipendi, per comprare il cibo e le medicine, e per rifornire le città sotto assedio. I ribelli speravano di rovesciare in poco tempo il regime, ma le truppe di Gheddafi sono ben addestrate e ben equipaggiate: in molte zone si è creata una situazione di stallo che potrebbe durare ancora molti mesi.

A ovest si continua a combattere incessantemente: ieri la città di Misurata, da tempo sotto assedio, è stata nuovamente bombardata dal governo. I soldati di Gheddafi ne hanno disseminato i dintorni con mine antiuomo, in parte rimosse ieri dagli sminatori della NATO. Inoltre si sospetta l’uso di armi chimiche da parte del governo.  Al Jazeera riporta le accuse rivolte contro le truppe governative di ripetute violenze sessuali. Da sabato scorso una nave dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni si trova al largo di Misurata nell’attesa che cessino i bombardamenti per poter attraccare, rifornire la città ed evacuare un migliaio di migranti africani, e decine di civili libici rimasti feriti. Alcune donne hanno raccontato di essere state condotte nel deserto a gruppi e di essere state violentate dai soldati, altre di essere state stuprate in presenza dei loro parenti. I ribelli hanno detto di aver trovato pillole di viagra nei carri armati e nelle macchine dei soldati catturati.