resistenza
I libri dentro la prima stagione di “Una mattina”
Sono parecchi, fra romanzi classici sulla Resistenza e saggi usciti pochi mesi fa

I partigiani che fecero la Resistenza non furono solo italiani
Fu un esercito internazionale e cosmopolita, come ha dimostrato la storiografia più recente: al contrario delle bande fasciste

Lo sforzo per intervistare partigiani e partigiane prima che muoiano
Da qualche anno l’ANPI ne sta intervistando centinaia per il Memoriale della Resistenza italiana, un archivio enorme e pubblico

Hanno vinto davvero i partigiani?
«La pulsione qualunquista non può essere un ideale comunitario. I morti volevano liberare la patria, ma volevano anche un altro mondo. Un ordine diverso di rapporti umani. Ecco allora il punto: i partigiani erano pronti a rompere costantemente i coglioni».

Ci fu anche una Resistenza “passiva”?
Secondo alcuni storici fu quella dei soldati italiani arrestati dai nazisti e deportati in Germania, i cosiddetti “internati militari italiani”

La prima stagione di “Una mattina”
È uscito il nuovo podcast di Luca Misculin che cerca di raccontare per bene la Resistenza italiana: sono disponibili le prime cinque puntate

Raccontare la Resistenza a scuola è sempre più complicato
C'entrano indicazioni ministeriali molto vaghe, la distanza temporale sempre più ampia con i partigiani e il clima politico attuale: ma non solo

Un nuovo podcast per raccontare bene la Resistenza
Si chiama "Una mattina", è scritto e raccontato da Luca Misculin e diviso in tre stagioni: la prima uscirà – ovviamente – il 25 aprile

La strage di Marzabotto, ottant’anni fa
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 i nazisti massacrarono circa 800 civili: oggi l'hanno ricordata Sergio Mattarella e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier

L’eccidio di Civitella, 80 anni fa
Furono uccise 244 persone in una delle peggiori stragi di civili fatte dalle truppe naziste: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in visita in occasione del 25 aprile

Perché Sergio Mattarella celebra la Resistenza a Cuneo
E a Borgo San Dalmazzo e a Boves, luoghi piemontesi fondamentali per la storia della lotta di Liberazione dal nazifascismo

Perché il 25 aprile si festeggia la Liberazione
In quel giorno del 1945 i soldati nazisti e fascisti si ritirarono da Torino e Milano, ma la guerra continuò ancora per un po'

Il 25 aprile di mio nonno, gerarca
«Non era una festa per tutti. La trascorrevamo nel silenzio selvatico delle montagne d’Abruzzo. Era la giornata della reticenza. Avrei scoperto solo alle medie, sul libro di storia, chi era stato il padre di mio padre, e la vera ragione per la quale non si presentasse mai all’uscita di scuola. Non era semplicemente “morto in guerra”. Eccolo lì il suo cadavere, le braccia penzoloni, la corda intorno agli stivali, il cognome a stampatello sulla pensilina di piazzale Loreto»

È morto a 103 anni Mario Fiorentini, ex partigiano che partecipò all’organizzazione dell’attentato di via Rasella

Perché festeggiamo il 25 aprile
Quel giorno, nel 1945, i soldati nazisti e fascisti si ritirarono da Milano e Torino, anche se la guerra continuò ancora

Il cielo prima dei bombardamenti
Secondo Beppe Fenoglio, nato un secolo fa, è come «un termitaio turchino»

La Resistenza delle persone
«Nella storia di una nazione non sono molti i momenti in cui ci si trova tutti insieme dentro un dramma che consuma vite in gran numero e per lungo tempo, cambia spazi e tempi di ogni esistenza, penetra nelle emozioni più intime fino ai sogni, altera le persone e le relazioni»

Perché si festeggia il 25 aprile
Nel 1945, oggi, i soldati nazisti e fascisti si ritirarono da Torino e Milano, anche se la guerra continuò ancora per un po'

È morto il partigiano Germano Nicolini, aveva 100 anni

La morte di Mussolini e Claretta Petacci
Il 28 aprile 1945 furono uccisi dai partigiani a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como, di fronte al muro di questo cancello
