Not Dark Yet

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La lingua perduta della moda

«Per le strade distinguevi a metà degli anni ’80 perfettamente un dark da un paninaro, uno che abitava a San Siro da uno che abitava sui Navigli, uno di destra da uno di sinistra, un gay da un etero, uno dentro o uno fuori dal sistema. Era più facile esistere ma era più difficile essere giovani. Il mondo si era velocemente innamorato del classico rassicurante di Armani o del glamour di Versace, ma per sfuggire a questo soffocante abbraccio si erano formati anche molti nuclei di resistenza a Parigi, a Londra, a New York e anche a Milano»

La lingua perduta della moda

La satira in America e altre quisquilie

«Quando mi chiedono perché sono arrivata a fare la comica, la comicità avant-garde di New York City è uno dei motivi; io con la mente sono lì, non chiedetemi se guardo "Zelig" o se mi fa ridere Stefano De Martino. Please do not. "Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no": questa è Sarah Silverman. Trovo commovente che il comedian negli States sia ancora investito di un potere politico e intellettuale: la giusta satira è un gene catalizzatore di progresso, soprattutto se femminile, soprattutto se di donne della mia generazione. Mi pare che in Italia, invece, la sinistra abbia perso da un pezzo la capacità di creare, e sabotare, il proprio immaginario attraverso la comicità»

La satira in America e altre quisquilie
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