nessuno può fermarmi

Le cose che abbiamo in comune

«La vera questione è la difficoltà (di molti, sicuramente anche mia) di uscire all’aperto, abbandonando la nicchia nella quale ognuno tende a rintanarsi per sopravvivere. Senza riuscire a immaginare il mondo come un posto molto, molto più grande del nostro circoletto, delle tre chat alle quali ci aggrappiamo per non sentire il suono di altre parole. Senza capire che esistono le faccende personali, tutte rispettabili, ma se alzi di qualche metro da terra il tuo sguardo vedi che il mondo è infinitamente più grande di te»

Le cose che abbiamo in comune

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Non c’è al mondo un luogo che non faccia male

«Desideravo da anni andare a Klagenfurt, per quella mia fissazione di fermarmi davanti alle tombe delle scrittrici e degli scrittori che ho amato e parlar loro nella mia testa, ma accanto alle loro ossa, anzi alla polvere che sono tornati a essere. Volevo vedere dov’era nata, Ingeborg Bachmann, perché sempre voglio vedere il luogo di nascita di chi amo, soprattutto se lo ha abbandonato, se lo ha perduto. Sembra una scelta sua, invece è stata la Storia a decidere quell’esilio. Anche mio padre è un esiliato, come me. Anche per noi è stata la Storia a scegliere – ma chi la chiamerebbe così»

Non c’è al mondo un luogo che non faccia male
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