formicolio alle braccia

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Cosa fare con i dittatori morti

«Nel parco di Cihu, a nord di Taipei, Taiwan, le statue dell'ex dittatore sono state messe come capitava: un Chiang a cavallo, un Chiang che punta il dito verso un altro Chiang seduto tranquillo, un Chiang in piedi quasi in procinto di avanzare gloriosamente ma con un altro Chiang davanti che gli sbarra la strada, e uno che gli dà le spalle. Un Chiang piccoletto, in mezzo alle gambe di uno enorme. Uno con in mano un libro, un altro con un bastone. Tre in fila, con le braccia in posizioni diverse. Alla dissacrante rinfusa»

Cosa fare con i dittatori morti

Ayrton Senna, trent’anni fa

«Era una bella e calda giornata di primavera. Ricordo il viavai della gente, il rombo dei motori, le corse di classi minori prima di pranzo. Per la gara trovammo posto attaccati alla rete, subito prima della Villeneuve, in fondo al rettilineo dopo il Tamburello. Mi sembra di sentirlo ancora adesso – sulle braccia, negli orecchi, nello stomaco – il frastuono delle macchine al giro di ricognizione, l’eccitazione di vedere per la prima volta la Ferrari dal vivo. Poi quei cinque giri dietro alla safety car per il tamponamento di Lamy a JJ Lehto. Infine il rombo più acuto, la voce di Francesco che dice “ecco, sono ripartiti”, il grido dei motori che si avvicina. E quel proiettile, laggiù, che si schianta contro il muro, la scia della Ferrari di Berger che frulla l’alettone in aria come un coriandolo, il casco giallo reclinato, i soccorsi, l’elicottero in pista. E il silenzio. L’irreale silenzio. Un intero autodromo ammutolito»

Ayrton Senna, trent’anni fa

Il 25 aprile di mio nonno, gerarca

«Non era una festa per tutti. La trascorrevamo nel silenzio selvatico delle montagne d’Abruzzo. Era la giornata della reticenza. Avrei scoperto solo alle medie, sul libro di storia, chi era stato il padre di mio padre, e la vera ragione per la quale non si presentasse mai all’uscita di scuola. Non era semplicemente “morto in guerra”. Eccolo lì il suo cadavere, le braccia penzoloni, la corda intorno agli stivali, il cognome a stampatello sulla pensilina di piazzale Loreto»

Il 25 aprile di mio nonno, gerarca

Due soldati americani in Ucraina

«Rook ha 32 anni e viene dal Colorado. Ha le braccia e le mani coperte di tatuaggi. Si è unito alla Legione Internazionale, 2° battaglione, un’unità militare creata nel 2022 su richiesta del presidente ucraino Zelensky e composta prevalentemente da volontari stranieri. Suo padre, forte sostenitore di Trump, non ha approvato la sua scelta: “Non ci parliamo da quando sono partito". Volture ha la barba e viene dal Michigan. Nel 2018 aveva tentato di arruolarsi nella Legione Straniera francese, senza successo, ma durante il processo di selezione aveva conosciuto alcuni ragazzi ucraini: “Sono le persone più gentili e disponibili che abbia mai incontrato”»

Due soldati americani in Ucraina
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