pandemia
Cinque anni in uno
«Come in un racconto di Philip K. Dick, s’è formata una crepa temporale e lì dentro abbiamo vissuto cinque anni in uno. Dunque, vorrei avvertirvi, siamo nel 2025. Se detta così suona come una boiata, la formulo in modo più razionale»

Perché si riparla dell’origine in laboratorio del coronavirus
Nuove informazioni su tre ricercatori cinesi di Wuhan aggiungono elementi a una teoria molto discussa, ma senza prove solide

Un anno con poco sesso
L’isolamento e le restrizioni hanno condizionato la vita sessuale di molti, sia coppie sia persone single, e non sempre in modi scontati

I germi hanno fatto anche cose buone
Disinfezioni costanti, distanziamento e nuove abitudini socioculturali potrebbero alla lunga fare più male che bene, sostengono alcuni studi sul microbiota umano

La pandemia sarà seguita da un periodo di grande baldoria?
È una riflessione che inizia a circolare dove le vaccinazioni sono più avanti, basata sui precedenti storici

Seguiamo troppe notizie
La pandemia ha ribadito i rischi già noti della sovraesposizione a un flusso ininterrotto di informazioni, un problema che riguarda sia i lettori sia i media

Paralizzata dalla bellezza
«Il lockdown ha denudato il re: Firenze è una città immobile che rischia di morire per il troppo movimento. Non è un ossimoro. Otto milioni e mezzo di turisti ogni anno creano un moto perpetuo di sandali e sneakers lungo alcune vie e piazze del centro. Sempre le stesse, avanti e indietro, seguendo i tracciati classici e la guida con l’ombrellino alzato. Con la pandemia il movimento è sparito ed è rimasta l’immobilità»

Il reparto di revisione dei ricordi
«Adesso, ai banchi di partenza delle riaperture, decideremo di usare l’esercizio della memoria come un’opportunità o come l’artificiosa ripetizione di quello che siamo stati? Basta recuperare il desiderio di riavvolgere il nastro e ripartire da dove il primo lockdown ha bloccato le nostre esistenze?»

Se fossimo davvero prudenti
Paolo Giordano spiega sul Corriere le ragioni delle "riaperture" e le uniche condizioni perché non abbiano gli sviluppi dell'anno scorso

L’insicurezza degli oggetti
«Ce ne siamo accorti di meno, perché evidentemente con gli affetti umani è pesato di più, ma è stato lo stesso con le cose: i libri, i fiori, i beni essenziali erano come congiunti conviventi e affetti stabili, quelli che eravamo autorizzati a vedere e portare con noi. Il resto no»

Faremo un trattato internazionale contro le pandemie?
Ne stanno parlando diversi paesi e l'OMS, per rispondere meglio alle emergenze sanitarie e non cascarci un'altra volta

Mai più, quarta e ultima puntata
«Insomma, non stiamo parlando di qualcosa di folle o utopico, stiamo parlando di qualcosa che c’è. E allora dove sta il problema? Il problema è che se guardate tutta quella gente la vedrete costantemente in lotta con una qualche organizzazione più grande di lei, che non lascia passare quel tipo di intelligenza»

Il coronavirus è vivo?
Per decidere se i virus siano esseri viventi dobbiamo prima metterci d'accordo su che cosa sia la vita, e non è per nulla semplice

Mai più, terza puntata
«Continuiamo a metterci nelle mani di un’intelligenza che procede per sistemi poco flessibili, sotto la spinta di saperi che non comunicano, senza l’energia di rivedere i propri punti d’appoggio concettuali e intorpidita dal mito leggendario della razionalità»

Mai più, seconda puntata
«Educhiamo i giovani a una situazione che poi, nella vita vera, quasi non si dà: gestire una realtà che resta ferma. Risolvere problemi che non cambiano regole. Trovare significati che sopravvivono inalterati a generazioni di umani completamente differenti. Lo vedete il culto della permanenza, l’ambizione a fermare il mondo, il bisogno di fermezza? Lo riconoscete il ponte Morandi?»

Mai più, prima puntata
«Esiste un’intelligenza non novecentesca? La stiamo formando da qualche parte, in qualche scuola, in qualche azienda, in qualche centro sociale? Abbiamo ragione di pretendere che emerga in superficie nella gestione del mondo, e di pretenderlo con una rabbia pericolosa?»

Cosa può insegnare un incidente aereo sulle nostre reazioni alla pandemia
Secondo una psichiatra sopravvissuta a un atterraggio disastroso dovremmo cambiare approccio con il disturbo da stress post-traumatico

Un tentativo di prevedere come andrà a finire
Con un approccio non esente da limiti, un influente psichiatra americano si è cimentato in un esercizio delicato ma richiesto sulla pandemia

Cosa succederà alle grandi città
La pandemia si è abbattuta su posti come Parigi, Londra e Tokyo quando già non se la passavano bene, e ci si chiede se possano riprendersi

Cosa abbiamo capito in un anno sul coronavirus e le superfici
Le ricerche dicono che il contagio attraverso gli oggetti è raro, ma suggeriscono qualche precauzione
