occhi
È stato eseguito il primo trapianto di un bulbo oculare completo

Siamo sempre più miopi
La quantità di bambini che non vede bene da lontano è in forte aumento e non c'entra solo la genetica

Una nuova intelligenza artificiale di Google prevede il rischio cardiovascolare guardandoti negli occhi
Ha imparato a riconoscere gli indizi sulla retina, è più veloce ed è accurata quasi quanto gli esami tradizionali

Che cos’è la sindrome da visione al computer
Riguarda moltissime persone che passano le giornate a fissare uno schermo, ma basta qualche accorgimento per tenerla sotto controllo

Cosa sono le “mosche volanti” che vediamo ogni tanto
Quei filamenti si devono al modo bellissimo e un po' complicato in cui sono fatti i nostri occhi e il cervello

Il mondo che ci osserva
Forse non ve ne accorgete, ma dovunque andiamo ci osservano decine di occhi inanimati: Damian Chrobak li ha fotografati

La storia di ebola negli occhi
Il New York Times racconta del medico che, dopo essere guarito dalla malattia, ha scoperto che il virus era rimasto all'interno del suo corpo

Quelli che vedono 100 milioni di colori
La storia di Concetta Antico e di come vede il mondo a causa del tetracromatismo: una condizione che rende tutto MOLTO più colorato

Come vediamo quello che vediamo
Elaborando non solo l'immagine immediata ma quello che abbiamo visto negli ultimi 15 secondi, dice una nuova ricerca

Gli occhi non mentono mai

E che cos’è l’uveite?
Cioè la malattia agli occhi per cui Silvio Berlusconi è in ospedale (e non si è presentato al processo Ruby)

Senza aria

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Perché non ci sono mammiferi verdi?
Mentre esistono pesci, insetti, anfibi e uccelli di questo colore: c'entra come sono fatti i peli, gli occhi e la storia dell'evoluzione

Tutti i modi strani che sono stati usati nel basket per tirare i liberi
A due mani dal basso, cambiando mano, partendo da molto sopra la testa con le braccia tese: e poi c'è chi li segnava anche ad occhi chiusi

A proposito di Pina Bausch
«Mentre scrivo la guardo in "Café Müller". Sembra venuta dal mondo dei morti per mostrarmi la frattura tra chi avrei voluto essere e chi avrei potuto essere; tra la pulizia falsa e la sporcizia vera. A volte mi domando se riguardi solo me, quella frattura, o se altre donne la avvertano: se l’abbiano riempita di terra o distolgano lo sguardo per non esserne attirate. Mi domando che forma assuma, se c’è, in loro: per me ha gli occhi di Pina Bausch»

La biblioteca ermetica di Rota e Verginelli
«Davanti alla loro collezione di libri, i miei occhi si perdevano in un tripudio di illustrazioni e dettagli visivi: simboli da interpretare, raggi che si diramano, bocche che invitano al silenzio, occhi, triangoli, cuori alati, serpenti, cerchi magici e geometrie sacre, a simboleggiare, a seconda dei casi, immortalità, sapienza, umiltà, desiderio di conoscenza; e poi ancora calcoli numerici e diagrammi, arditi e complessissimi, come a voler fermare l’inafferrabile, su carta, almeno per un momento»

Perché non ricordiamo Gabriella Ferri
«Lei era Roma per me: sorrideva pur essendo triste, gli occhi bistrati e chiarissimi. Il suo corpo mi pareva il corpo della città. Era facile riconoscerla nelle sue canzoni, era evidente che le paillettes e i foulard, gli abiti fuori misura coincidessero con le contraddizioni e la pietas della città. La tragedia della donna che si butta nel Tevere per un amore finito in "Barcarolo romano" racconta lo stesso fiume che abbraccia l’Isola Tiberina e l’ospedale Fatebenefratelli, dove sono nate generazioni di romani. A me sembra che finché Roma è rimasta "india, pigra e furba" come il padre di Gabriella Ferri, lei, come tutte le maschere, non ha avuto bisogno di presentazioni perché il luogo da cui veniva era la sua vera identità. Ma dopo l’inizio e la consacrazione, è arrivata la consapevolezza, il timore di ritrovarsi alla fine di un percorso»

Il ritorno di Will Smith, dopo la storiaccia dello schiaffo
Sta per uscire il nuovo film della saga di “Bad Boys” e l'attore sta sfruttando l'occasione per riabilitarsi agli occhi dell'opinione pubblica dopo due anni di marginalizzazione nell'industria cinematografica

Il lupo che ne sa
«Io e Adelaide l’abbiamo visto anche in autunno e quella volta eravamo a piedi. È apparso di colpo, a qualche metro da noi. Sono rimasta raggelata, nel timore e nella meraviglia. Era un esemplare grosso e in carne, forse un maschio. Ci ha fissate con gli occhi gialli e attenti. Ci stava studiando, e chissà cosa ha pensato di noi. Ha idee, il lupo? Si è allontanato calmo ed elegante lungo il bordo indistinto dell’altopiano. Poco più avanti abbiamo trovato la carcassa fresca del capriolo, le costole tutte spolpate. Intatte solo le orecchie, gli occhi cavati»
