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  • Giovedì 4 giugno 2020

Come riaprono le frontiere in Europa

Dal 15 giugno in molti paesi dell'Unione Europea cesseranno i controlli sanitari e le limitazioni ai confini, ma con vari distinguo

Gli agenti di polizia di frontiera tedeschi fermano un'auto in un checkpoint sulla strada D87 al confine franco-tedesco l'8 maggio 2020 vicino a Rastatt, Germania (Thomas Niedermueller/Getty Images)
Gli agenti di polizia di frontiera tedeschi fermano un'auto in un checkpoint sulla strada D87 al confine franco-tedesco l'8 maggio 2020 vicino a Rastatt, Germania (Thomas Niedermueller/Getty Images)

Dal 3 giugno l’Italia ha aperto i confini interni fra le regioni, ma anche quelli esterni con i paesi dell’Unione Europea. Dal 15 giugno anche la maggior parte degli altri paesi europei dovrebbe concedere la libera circolazione, anche se con qualche distinguo, soprattutto nei confronti delle nazioni più colpite dal coronavirus come Italia e Regno Unito. Era stata la Commissione Europea a indicare proprio il 15 giugno come l’inizio di una nuova fase, superata quella più acuta dell’epidemia, in cui i collegamenti interni sarebbero potuti riprendere.

La commissaria dell’Unione agli Affari interni, Ylva Johansson, ha spiegato il 2 giugno che l’Europa dovrà affrontare «una settimana importante per il coordinamento dell’ulteriore apertura delle frontiere con gli Stati membri». Johansson ha aggiunto che «è necessaria la massima disciplina quando una folla si avvicina all’uscita» e ha chiesto «prudenza e coordinamento». Inoltre, confermando la disponibilità della Commissione a coordinare le aperture, la commissaria ha chiarito che è necessario «che tutti camminino e non corrano».

Fra i paesi più prudenti, in questo caso nei confronti dell’Italia, c’è l’Austria che ha anticipato al 4 giugno l’apertura dei confini a tutti gli stati confinanti (Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Svizzera, Germania e Liechtenstein), tranne appunto che all’Italia.

La Germania sembra invece il paese già da settimane maggiormente in linea con le indicazioni della Commissione Europea di considerare il 15 giugno come lo spartiacque per la ripresa dei liberi collegamenti all’interno dell’Unione.  Il governo tedesco ha infatti annunciato che da quella data verranno rimosse tutte le restrizioni agli ingressi per 32 paesi europei, cioè i 27 dell’Unione oltre a Regno Unito, Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

Il Regno Unito ha deciso che i cittadini stranieri che vogliano entrare nel paese dall’8 giugno dovranno sottoporsi a una quarantena di 14 giorni. Per i trasgressori è prevista una multa di 1.000 sterline. È escluso dalla quarantena chi arriva nel Regno Unito da Irlanda, Isola di Man e Isole del Canale. Il governo britannico ha informato che le misure di contenimento dell’epidemia verranno sottoposte a revisione ogni tre settimane.

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Dai primi giorni di giugno l’ingresso in Francia è stato consentito «per i viaggiatori all’interno dell’area europea» (Stati membri dell’Unione Europea, Regno Unito, Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, San Marino, Svizzera, Vaticano). I confini non sono chiusi, ma sono previsti, si legge nel decreto del 28 maggio, «controlli alle frontiere coordinati con i nostri partner». Dal 15 giugno anche la Francia dovrebbe eliminare queste ulteriori restrizioni, ma per ora non si conosce la data in cui l’ingresso nel paese sarà permesso ai cittadini provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea.

In Spagna, dove il primo ministro Pedro Sanchez ha chiesto e ottenuto dal Parlamento una proroga dello stato d’emergenza fino al 21 giugno, la ministra spagnola del Turismo Reyes Maroto ha annunciato che dal 22 giugno verranno aperte senza limitazioni tutte le frontiere con Francia e Portogallo. La circolazione attraverso porti e aeroporti e ai confini con Francia e Portogallo fino a quella data sarà limitata ai soli cittadini spagnoli, ai pendolari transfrontalieri, a chi lavora nel settore sanitario o a chi documenti lo stato di necessità dell’ingresso nel paese: per chi non appartiene a queste categorie, entrando in Spagna dovrà sottoporsi a una quarantena fiduciaria di 14 giorni.

Dal 15 giugno la Svizzera riaprirà le frontiere a tutti gli stati dell’Unione Europea, al Regno Unito, e agli stati dell’Associazione europea di libero scambio (Islanda, Norvegia e Liechtenstein). In precedenza il governo aveva annunciato l’apertura completa delle frontiere solo per Germania, Austria e Francia, sempre a partire dal 15 giugno. Dal 15 giugno in Svizzera riapriranno inoltre cinema, teatri, campeggi e piscine. Per quanto riguarda gli spostamenti aerei, si potrà entrare in Svizzera solo attraverso gli aeroporti di Zurigo, Ginevra e Basilea.

Altro caso particolare è quello della Grecia che già il 29 maggio aveva annunciato che dal 15 giugno sarebbe stato possibile visitare il paese per le persone provenienti da 29 paesi, tra cui però non figurava l’Italia e neppure Regno Unito, Francia e Spagna, oltre agli Stati Uniti. Il governo greco ha poi chiarito che in realtà si potrà raggiungere la Grecia dall’estero da tutti i paesi con collegamenti aerei agli aeroporti di Atene e Salonicco, ma i passeggeri partiti dalle regioni ritenute ad alto rischio di contagio dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) dovranno obbligatoriamente sottoporsi a un test (non è chiaro se il sierologico o il tampone) per il SARS-CoV-2. Tra queste regioni ci sono anche quattro regioni italiane: l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Piemonte e il Veneto.

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La Slovenia ha per ora riaperto del tutto le frontiere con l’Ungheria, mentre ci sono ancora molte limitazioni per l’ingresso di cittadini di altri paesi, compresa l’Italia, nei confronti della quale potrebbero arrivare a breve aperture, ma solo per i residenti in Friuli Venezia Giulia.

Una situazione simile a quella della Slovenia è quella della Croazia, altro paese fortemente dipendente dal turismo e che ha aperto i propri confini, dopo aver in precedenza consentito l’ingresso solo a chi confermasse di avere una proprietà nel paese (una casa, ma anche soltanto una barca). Nonostante l’Italia non rientri nelle dieci nazioni dell’Unione alle quali la Croazia ha aperto i confini senza condizioni, sarà comunque possibile entrare nel paese dall’Italia per motivi di lavoro e per «comprovate ragioni economiche», tra cui sono inserite le finalità turistiche.

Dal 15 maggio i cittadini di Lituania, Estonia e Lettonia possono viaggiare liberamente nei tre paesi, mentre per gli ingressi dagli altri paesi c’è l’obbligo di passare 14 giorni in quarantena. Nei Paesi Bassi le frontiere sono riamaste aperte ai cittadini dell’area Schengen e saranno aperte agli altri paesi a partire dal 15 giugno.

Da lunedì 25 maggio la Danimarca ha aperto i propri confini alle coppie che erano state separate durante le chiusure dovute al contenimento del coronavirus, ma solo provenienti da Finlandia, Islanda, Germania, Norvegia e Svezia. Dal 15 giugno invece potranno entrare in Danimarca anche i turisti tedeschi, norvegesi ed islandesi, ma dovranno inviare una prenotazione almeno sei giorni prima dell’ingresso nel paese.

La Norvegia aprirà dal 15 giugno i propri confini alla Danimarca e alla Finlandia, ma non alla Svezia. La prima ministra norvegese Erna Solberg ha dichiarato di aver incontrato in due occasioni il primo ministro svedese, Stefan Lofven, ma di essere riuscita a concludere un accordo bilaterale con la sola Danimarca che ha una «situazione epidemiologica simile». La Svezia ha infatti un tasso di contagio più alto rispetto agli altri paesi scandinavi, con oltre 40mila infezioni e più di 4.500 morti.

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