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  • Domenica 9 giugno 2013

Chi è la fonte dell’inchiesta su PRISM

ll Guardian ha rivelato con un video l'identità del collaboratore della CIA che ha consegnato i documenti segreti

Il Guardian ha rivelato con un video l’identità della persona responsabile di aver trasmesso al giornale britannico le informazioni necessarie per l’inchiesta su PRISM, ovvero il programma grazie al quale la National Security Agency (NSA), l’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense, da almeno 6 anni ha accesso alle comunicazioni online dei clienti delle più grandi società informatiche del mondo. L’inchiesta sta creando da alcuni giorni uno scandalo politico intorno all’amministrazione Obama che viene discusso in tutto il mondo. A consegnare i documenti è stato Edward Snowden, 29 anni, ex assistente tecnico per la CIA e attuale collaboratore di una grande società di consulenza specializzata nel settore pubblico, Booz Allen Hamilton. Snowden, scrive il Guardian, ha lavorato per la NSA durante gli ultimi quattro anni, attraverso dei contratti che la stessa NSA aveva stipulato con alcune società di consulenza, tra cui proprio la Booz Allen Hamilton.

Snowden ha deciso di rivelare la sua identità perché, ha detto lui stesso al Guardian, «non ho alcuna intenzione di nascondere chi sono, perché so di non aver fatto nulla di male». Insieme al primo gruppo di documenti inviati al quotidiano britannico, e pubblicati per la prima volta la sera del 6 giugno, Snowden aveva scritto una nota in cui diceva di sapere che avrebbe subito le conseguenze delle sue azioni, ma di aver voluto che anche solo per un attimo tutti sapessero del grande “potere che governa il mondo”. Snowden aveva aggiunto di non volere finire al centro dell’attenzione dei giornali: «Non voglio l’attenzione del pubblico, perché non voglio che questa storia sia una storia su di me. Voglio che sia una storia su quello che il governo [degli Stati Uniti] sta facendo». Nel 2003 Snowden si era arruolato nell’esercito per entrare nelle Forze Speciali ma racconta di essere rimasto deluso: «La maggior parte di chi ci addestrava sembrava gasata sull’uccidere gli arabi, non sull’aiutare qualcuno».

Dopo essersi fratturato entrambe le gambe in un incidente di addestramento Snowden venne esonerato, e fu assunto nella sorveglianza di un ufficio della NSA all’Università del Maryland, vicino a dove viveva. Dopo poco, malgrado non si fosse laureato, ottenne un lavoro come informatico dalla CIA, che nel 2007 lo inviò a Ginevra. Qui ebbe nuove delusioni e contrarietà assistendo alle operazioni di spionaggio e controllo della CIA su questioni che riguardavano le banche svizzere. Ma la sua decisione di rendere pubbliche le cose che sapeva divenne definitiva nel vedere che «Obama portava avanti le stesse politiche che speravo avrebbe moderato».

«Un sacco di gente ha votato per Obama nel 2008. Non io, io ho votato per un terzo partito. Ma avevo creduto alle promesse di Obama. Stavo per rivelare i documenti ma ho aspettato per via della sua elezione. Lui ha continuato con le politiche del suo predecessore»

«L’NSA ha costruito un’infrastruttura che le permette di intercettare praticamente tutto. Con la sua capacità la grande maggioranza delle comunicazioni umane è digerita automaticamente senza obiettivi. Se volessi vedere le tue email o il telefono di tua moglie, devo solo usare le intercettazioni. Posso ottenere le tue email, password, tabulati telefonici, carte di credito. Non voglio vivere in una società che fa questo genere di cose… Non voglio vivere in un mondo in cui ogni cosa che faccio e dico è registrata. Non è una cosa che intendo appoggiare o tollerare»

Snowden racconta di avere raccolto i documenti – o meglio di averne fatto una copia – presso l’ufficio della NSA nelle Hawaii, dove stava lavorando. Prima di allontanarsi dalle Hawaii, ha avvisato il suo supervisore della NSA di avere bisogno di “un paio di settimane” di ferie, per poter ricevere delle cure per l’epilessia. Il 20 maggio Snowden si è imbarcato su un volo diretto a Hong Kong, dove è rimasto fino ad oggi nascosto in un albergo, perché ha ritenuto che quello fosse «uno dei pochi luoghi al mondo che avrebbe potuto e voluto resistere alle pressioni del governo degli Stati Uniti» (ma spera di ottenere asilo dall’Islanda). Il Guardian racconta delle cautele da film di spionaggio – cuscini intorno alla porta della camera, coperte sopra di sé e lo schermo del computer quando inserisce delle password – che Snowden sta prendendo in questi giorni, consapevole delle tecniche di sorveglianza e controllo delle agenzie statunitensi per cui ha lavorato.

Secondo quanto Snowden ha detto al Guardian, alcuni agenti della NSA e altre forze dell’ordine avrebbero già perquisito due volte la sua casa alle Hawaii e avrebbero contattato la sua ragazza, anche se per ragioni che potrebbero essere legate alla sua assenza dal lavoro, più che per il sospetto di un suo coinvolgimento nelle rivelazioni sul PRISM. L’unica cosa che Snowden ha detto di temere, scrive il Guardian, sono le potenziali ripercussioni sulla sua famiglia, che vive negli Stati Uniti.

«Penso che lo scandalo che è stato manifestato sia giustificato. Mi ha dato la speranza che, qualunque cosa accada a me, le conseguenze saranno positive per l’America. Non mi aspetto di rivedere casa mia, anche se è quello che voglio»