sigmund
«Rileggo il mio libro, capisco che sono matto e vado in psicoterapia»
Nella nuova puntata di Sigmund, lo scrittore Marco Missiroli parla con Daniela Collu di cose umane

È tornato Sigmund, per una nuova stagione
Il podcast del Post e di Daniela Collu dedicato alla salute mentale ricomincia, parlando del corpo e di come lo percepiamo

Torna Sigmund, con una novità
Dal 13 marzo comincia la seconda stagione del podcast di Daniela Collu sulla salute mentale: stavolta parlerà di quello che vorrete voi

La prima puntata di Sigmund, per parlare di psicologia
Inizia oggi il podcast di Daniela Collu, che ogni settimana parla con un esperto per capire noi, la nostra mente e i nostri comportamenti

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L’“alessinomia” è un disagio psicologico poco studiato e non ben definito, ma mostra quanto sia varia e articolata la funzione sociale dei nomi

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C’entra una tendenza psicologica ad attribuire cause a eventi negativi, perlopiù casuali, per renderli meno inspiegabili e più accettabili

Dallo psicologo meglio una poltrona o il lettino?
Distendersi e non parlare faccia a faccia può servire in certi casi, ma la scelta dipende dalle esigenze del paziente e dall’approccio terapeutico

Non alzate subito gli occhi se sentite parlare di ipnosi
Nonostante i pregiudizi è una pratica che ha applicazioni in medicina, senza orologi da tasca e parole magiche: come quella appena avvenuta a Torino

Trieste è davvero la città dei matti?
«Se fin dagli inizi del secolo scorso la cultura della città pare aver smussato gli spigoli dello stigma della malattia mentale, oggi questo insistere su “Trieste-la repubblica dei matti”, “Trieste, se no xe mati no li volemo” sta riducendo un lungo e sofferto percorso a slogan, la città a brand e la pazzia a vezzo, e questo non mi convince affatto. Mitizzare è un modo come un altro, solo apparentemente più nobile, per svuotare di significato la storia e le persone che hanno fatto la storia»

Gli smartphone possono capire quando siamo depressi
Sistemi di intelligenza artificiale sviluppati per migliorare la diagnosi potrebbero in futuro permettere di scoprire e registrare segni della malattia altrimenti trascurati

Le ragazze stanno peggio
Nei servizi di assistenza psichiatrica le adolescenti sono aumentate dopo la pandemia, superando i ragazzi e stimolando alcune riflessioni sulle differenze di genere nella salute mentale

Voices, la seconda edizione
Sabato 13 aprile a Torino torna Voices, l’evento per incontrare le persone che fanno i podcast del Post

Storia della mia rabbia
«Perché alcuni, come Sinner, riescono a trattenerla, domarla, addirittura recitarla, mentre altri si fanno travolgere e rovinare la vita? Guardando Sinner agli Australian Open mi sono detto che in fondo io conosco benissimo quel meccanismo: lo utilizzo spesso nel mio lavoro d’attore. C'è sempre della verità in chi recita, la rabbia di Sinner è recitata ma mica finta. Il problema è che è difficile ricordarsi di Sinner e degli esercizi di Jack Nicholson per "Shining" quando si è parecchio incazzati»

Anche il linguaggio dei videogiochi ha le sue “frasi fatte”
Barili esplosivi e polli arrosto sono alcuni elementi che esistono da decenni e svolgono una funzione chiara a tutti, ma ci sono luoghi comuni più controversi

I sogni non c’entrano molto con il subconscio
I progressi nelle neuroscienze hanno portato a rivedere certe vecchie convinzioni, e oggi sappiamo che in un certo senso sono accessibili come ogni altro pensiero

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Il “jamais vu” è l'opposto del déjà vu: l’impressione di vivere per la prima volta una situazione che è allo stesso tempo molto familiare

Chi era Jean Tatlock, per chi vedrà “Oppenheimer”
Nel film di Christopher Nolan ha un ruolo marginale e poco approfondito, ma fu un personaggio notevole, oltre che infelice

L’uomo che rese la neurologia pop
Oliver Sacks, nato 90 anni fa, trasformò casi clinici in grandi successi letterari e storie da film: con sensibilità da scrittore e precisione da neurologo, lui che fu entrambe le cose

L’altissimo QI dei geni è una balla
I punteggi stratosferici nei test sono rari, hanno ampi margini di errore e, in generale, non indicano che uno vincerà il Nobel
