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Tae Yong-ho nel 2019 (AP Photo/Lee Jin-man, File)

Thae Yong Ho

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Una persona con occhiali dipinti coi colori della bandiera tedesca a una partita della nazionale tedesca di calcio femminile (Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

Bandiera tedesca europei di calcio femminile

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Cyprus' president Nicos Anastasiades, right, Turkish Cypriot leader Mustafa Akinci, left, and United Nations envoy Espen Barth Eide shake hands after a dinner at the Ledra Palace Hotel inside the UN controlled buffer zone that divides the Cypriot capital Nicosia, on Monday, May 11, 2015. The dinner is the first meeting between Anastasiades and Akinci since the Turkish Cypriot politician _ a left-wing moderate _ soundly defeated the hard-line incumbent in an election last month. Eide said that the two leaders agreed to relaunch stalled talks to reunify the ethnically divided island on May 15. Cyprus was split in 1974 when Turkey invaded after a coup by supporters of union with Greece. (AP Photo/Petros Karadjias)

Espen Barth Eide, Mustafa Akinci, Nicos Anastasiades,

Inizieranno venerdì e secondo molti potrebbe essere la volta buona per ricomporre un paese diviso da cinquant'anni

I nuovi colloqui di pace a Cipro

Bits

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L’affluenza alle elezioni in Germania è stata la più alta dal 1990

Nicos Anastasiades

Nicos Anastasiades (IAKOVOS HATZISTAVROU/AFP/Getty Images)

CYPRUS-VOTE

Nicos Anastasiades è stato rieletto presidente di Cipro

Brevi

Konrad

1989

Berlino

muro berlino

muro di berlino

BERLIN WALL CONSTRUCTION

«Nessuno ha intenzione di costruire un muro», <a href="https://www.ilpost.it/2011/06/15/ulbricht-germania-est-muro/">disse</a> l'allora presidente della Germania Est Walter Ulbricht il 15 giugno del 1961. Nelle prime ore del 13 agosto, meno di due mesi dopo, un gruppo di operai iniziò a posare il filo spinato che avrebbe preceduto la costruzione del muro di Berlino, che per 28 anni divise la città fra la zona Est, che apparteneva alla Germania Est (o DDR) allineata all'Unione Sovietica, alla parte ovest di Berlino, che invece apparteneva alla Germania Ovest, schierata con l'Occidente.
La divisione di Berlino era stata stabilita dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nel corso della conferenza di Jalta si decise che la città fosse organizzata in quattro settori amministrati da Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. L’area più estesa era quella sovietica, mentre negli anni seguenti i tre settori controllati dagli stati occidentali divennero sostanzialmente una parte della Germania Ovest, circondata dai territori della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, cioè la Germania Est (ancora oggi Berlino si trova nell'est dell'odierna Germania). Man mano che le tensioni tra Occidente e Unione Sovietica aumentavano, le possibilità per gli abitanti di Berlino di passare da Ovest a Est e viceversa diminuirono costantemente e nel 1952 il confine diventò praticamente chiuso.
(AP Photo)

Germany Berlin Wall 50th Anniversary

Tra il 1949 e il 1961 circa 2,5 milioni di tedeschi dell’est erano passati a Berlino Ovest, attratti dalle maggiori libertà e dalle condizioni di vita migliori. La DDR decise di costruire un muro attorno ai settori occidentali della città proprio per fermare quelle che considerava delle diserzioni. Uno dei primi a scappare, quando ancora il filo spinato non era stato sostituito dal muro, fu un soldato 19enne della DDR di nome Conrad Schumann. Il 15 agosto del 1961 fu fotografato da Peter Leibing dell'agenzia fotografica Contipress mentre entrava nel territorio di Berlino ovest saltando il filo spinato, con la testa china. La foto fu ripresa da Associated Press e finì sui giornali di mezzo mondo. In seguito Schumann lavorò come operaio per diverse aziende nella Germania Ovest. Ancora oggi in Brunnenstraße c'è una statua che lo raffigura mentre salta il filo spinato.
(EPA/DPA FILES)

Volkspolizist fl chtet mit einem

Più tardi il confine diventò costantemente sorvegliato dai soldati della DDR, che pattugliavano 302 torrette di avvistamento e avevano l'ordine di sparare a vista: <a href="https://www.dw.com/en/1961-what-germany-was-like-when-the-berlin-wall-was-built/a-17708563">si stima</a> che più di 250 persone siano state uccise tentando di passare a Berlino Ovest. In questa foto, scattata nel 1971, un uomo viene trascinato via dal confine da alcuni soldati della Germania Est dopo aver ricevuto dei colpi di mitragliatrice.
(AP Photo)

MAUERFLUCHT 1971

Il muro era lungo <a href="https://www.berlin.de/mauer/en/history/construction-of-the-berlin-wall/the-wall-in-numbers/">155 chilometri</a>: 43 dividevano Berlino Ovest da Berlino Est, mentre 112 separavano la parte occidentale della città dal resto della DDR. Per 124,5 di questi chilometri correva anche una strada militare usata dalle pattuglie della Germania Est. Nel centro di Berlino il muro confinava con la Porta di Brandeburgo, uno dei simboli della città: costruita nel 1788 in stile neoclassico per celebrare un periodo di pace, oggi si apre su una larghissima piazza, che fino a trent'anni fa era parzialmente occupata dal muro.
(AP Photo)

BERLIN WALL BRANDENBURG GATE

I punti di passaggio fra le due parti di Berlino erano <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Berlin_border_crossings">una decina</a>. Il più famoso era il cosiddetto Checkpoint Charlie, l'unico aperto per stranieri e diplomatici occidentali. Nel 1961 fu anche al centro di <a href="https://www.ilpost.it/2011/10/28/berlino-guerra-fredd/">una crisi diplomatica</a> fra Stati Uniti e Unione Sovietica, la più grave dopo <a href="https://www.ilpost.it/2012/10/14/la-crisi-dei-missili-a-cuba-50-anni-fa/">quella dei missili a Cuba.</a> La tensione salì improvvisamente dopo che alcuni diplomatici e funzionari degli Stati Uniti pretesero di potersi muovere a Berlino Est senza mostrare documenti. Per sedici ore, dal 27 al 28 ottobre del 1961 i carri armati statunitensi e quelli sovietici si schierarono – per la prima e unica volta durante la Guerra Fredda – da una parte e dall’altra di Berlino, da poco divisa dal muro, rischiando di provocare un nuovo conflitto mondiale. I soldati di entrambe le parti avevano l’ordine di rispondere al fuoco e molti temevano che a causa della stanchezza o del nervosismo un soldato potesse sparare inavvertitamente un colpo e innescare una sparatoria e, forse, una guerra.
Sia i russi che gli americani si resero conto che la situazione gli era sfuggita di mano. Il presidente americano John Fitzgerald Kennedy parlò con Kruscev per cercare di disinnescare la crisi. Anche Kruscev non era interessato a una guerra, e in cambio della promessa da parte di Kennedy di non invadere Berlino Est garantì ai diplomatici e ai soldati occidentali il libero accesso alla zona della città che faceva parte della DDR.
(dpa/picture-alliance/dpa/AP Images)

Checkpoint Charlie

Durante i 28 anni in cui rimase in piedi il muro fu visitato da diversi attivisti, politici e personaggi famosi che ne chiedevano la rimozione. Uno dei primi fu il reverendo Martin Luther King, celebre attivista per i diritti degli afroamericani: <a href="https://time.com/5504826/martin-luther-king-wall-history/">visitò</a> la città il 13 settembre 1964, un mese prima di ricevere il Nobel per la Pace, e tenne un affollatissimo comizio a Berlino Ovest e altri due più contenuti a Berlino Est. Time racconta che le autorità americane non volevano che King entrasse nella parte orientale della città, e temendo nuove tensioni gli ritirarono il passaporto appena atterrò in Germania Ovest. King riuscì comunque ad entrare a Berlino Est <a href="https://www.cornell.edu/video/michael-p-steinberg-martin-luther-king-jr-east-west-berlin">mostrando</a> la sua carta di credito, una American Express. In un video girato quel giorno, una giornalista chiede a King se avesse mai visto «qualcosa di altrettanto disastroso» del muro. King <a href="https://www.youtube.com/watch?v=bWD3qVaGXj0">rispose</a> «non credo».
(AP Photo)

Martin Luther King

In alcuni punti il muro non era uno solo, ma si divideva in due lasciando in mezzo una terra di nessuno: <a href="https://www.spiegel.de/international/germany/landscaping-the-death-strip-a-vision-of-the-berlin-wall-as-a-giant-garden-a-633556.html">succedeva</a> soprattutto al confine fra la parte ovest della città e il resto della Germania Est. Era sostanzialmente <a href="https://www.theguardian.com/artanddesign/gallery/2014/apr/03/thierry-noir-graffiti-berlin-wall">una striscia di fango</a> pattugliata dai soldati della DDR.
(Waterman/Getty Images)

No-Man's Land

Al contrario degli abitanti della parte orientale della città, quelli che vivevano a Berlino Ovest potevano avvicinarsi al muro: è per questa ragione che dal lato occidentale il muro si riempì di graffiti, soprattutto negli anni Ottanta, ed è anche il motivo per cui tutte le foto che mostrano persone che si sporgono dal muro per vedere oltre sono state scattate a Berlino Ovest. In questa foto del 1963 il fratello di un uomo morto a Berlino Est partecipa al funerale in cima a una scala appoggiata al muro; Associated Press racconta che la moglie del morto scelse appositamente di celebrare il funerale non lontano dal muro cosicché i parenti rimasti nella parte occidentale potessero seguire la cerimonia. 
(Zettler/picture-alliance/dpa/AP Images)

Funeral at cemetery on Bernauer Straﬂe, 1963

In alcuni tratti del confine fra Berlino Ovest e il resto della Germania Est il muro lasciava spazio a una barriera naturale: a ovest il territorio controllato dall'Occidente era chiuso dal fiume Havel, oltre il quale c'era la città di Potsdam. Berlino Ovest e Potsdam erano collegate dal ponte di Glienicke, il cosiddetto "ponte delle spie". Potevano passarci solo diplomatici e militari, e durante la Guerra fredda venne usato <a href="https://www.telegraph.co.uk/travel/destinations/europe/germany/berlin/articles/Berlins-real-Bridge-of-Spies/">almeno tre volte</a> per uno scambio di prigionieri fra la Germania Est e i paesi occidentali. La storia del ponte di Glienicke ispirò <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Bridge_of_Spies_(film)">un omonimo film di Steven Spielberg</a> oltre a libri e canzoni. Oggi si può percorrere a piedi, ed è diventato una delle principali mete turistiche di Potsdam. In questa foto, un gruppo di fotografi e giornalisti attende uno scambio di prigionieri nel 1986.
(AP Photo/Heribert Proepper)

Natan Sharansky, Anatoly Sharansky

Nella seconda metà degli anni Ottanta la pressione della comunità internazionale nei confronti dell'Unione Sovietica e della Germania Est aumentò moltissimo, e in tanti iniziarono a spingere affinché la Germania tornasse unita. Il 12 giugno 1987 il presidente statunitense Ronald Reagan pronunciò a Berlino, davanti alla Porta di Brandeburgo, un discorso particolarmente famoso in cui <a href="https://www.ilpost.it/2012/06/12/gorbaciov-reagan-berlino-tear-down-this-wall/">chiese</a> all’allora segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, Michail Gorbaciov, di «buttare giù questo muro!”. Ad ascoltare il discorso di Reagan c'erano circa 45mila persone. Per garantire la sicurezza del presidente statunitense, dietro al palco dove parlò vennero installate delle alte vetrate antiproiettile per evitare gli spari di eventuali cecchini da Berlino Est.
(AP Photo/Barry Thumma)

REAGAN KOHL DIEPGEN

Il 9 novembre ricorrono i trent'anni dalla sua caduta, ma attorno alla barriera che divise per anni la capitale tedesca circolano molte grandi storie, del prima e del dopo

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I soldati sudcoreani al confine tra le due Coree, il 30 novembre (KIM HONG-JI/AFP/Getty Images)

Il treno poco prima di arrivare in Corea del Nord, il 30 novembre (Kim Hong-Ji-Pool/Getty Images)

Il treno alla stazione di Dorasan, in Corea del Sud, il 30 novembre (Jeon Heon-Kyun-Pool/Getty Images)

Non succedeva da dieci anni e ci viaggerà per più di due settimane, percorrendole per più di mille chilometri

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Una donna britannica di 34 anni è scomparsa sull’isola greca di Icaria

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Members of the North Korea peace organization release balloons attached to boxes containing socks and leaflets to be flown over North Korea, at a unification park in the northern city of Paju near the Demilitarized Zone (DMZ) dividing the two Koreas on December 24, 2011. The group sent winter socks slung under the gas-filled balloons across the border to North Korea, a place where one can exchange a pair of socks for a fair amount of food. AFP PHOTO/JUNG YEON-JE (Photo credit should read JUNG YEON-JE/AFP/Getty Images)

Members of the North Korea peace organiz

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Li ha mandati un gruppo di attivisti della Corea del Sud dentro grandi palloncini, insieme a un volantino che invita a tenere duro e resistere

I calzini lanciati in Corea del Nord

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Hans Modrow, il 9 giugno 2018, durante un congresso di Die Linke a Lipsia, in Germania (Jens Schlueter/Getty Images)

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elezioni germania 2017

manifesti elettorali

slogan elettorali

Un pezzo del manifesto elettorale della CDU alle elezioni federali del 1953

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Konrad Adenauer, dell’Unione cristiano democratica (CDU) fu cancelliere della Repubblica Federale Tedesca (la Germania Ovest) per 14 anni, dal 1949 al 1963. Alle elezioni federali del 1949, uno dei suoi slogan fu «per la pace, la libertà e l’unità». Il termine “unità” si riferiva senza dubbio all’unità della Germania, che allora era divisa in zone di occupazione, ma – scrive Politico – poteva essere letta anche come una rivendicazione dei confini tedeschi del 1937, che includevano alcuni territori dell’attuale Polonia e Russia.

CDU, 1949

Nelle successive elezioni federali, quelle che si tennero nel 1953, per la CDU si ripresentò di nuovo Adenauer, che era un convinto anti-comunista. In uno dei manifesti elettorali si leggeva: «Tutte le strade del marxismo portano a Mosca», di fatto mettendo in guardia gli elettori della Germania Ovest che votando i Socialdemocratici – principali avversari della CDU e primo partito della sinistra – si sarebbe praticamente votato per un sistema marxista, e quindi si sarebbe favorita l’Unione Sovietica.

CDU, 1953

Nel 1957 si tennero in Germania Ovest le terze elezioni federali dalla fine della Seconda guerra mondiale. Uno degli slogan politici più famosi della storia tedesca finì su un manifesto elettorale di quella campagna, usato di nuovo dalla CDU per sostenere la candidatura di Adenauer. Lo slogan diceva: «No esperimenti», cioè chiedeva agli elettori di votare la CDU per garantire stabilità e prosperità. Quell’anno il partito di Adenauer ottenne la maggioranza assoluta dei seggi nel Bundestag, il Parlamento tedesco, unico caso nella storia del paese.

CDU, 1957

Alle elezioni federali del 1969 la CDU e l’Unione cristiano sociale in Baviera (CSU) rimasero la prima forza politica della Germania Ovest, ma il cancelliere per i successivi cinque anni fu il Socialdemocratico Willy Brandt. La Germania Ovest rimase alleata agli Stati Uniti, ma Brandt avviò contemporaneamente la cosiddetta “Ostpolitik”, cioè una serie di politiche che avevano come obiettivo quello di avvicinare la Germania Ovest alla Germania Est e all’Unione Sovietica. Lo slogan della campagna elettorale di Brandt era: «Per vivere in pace anche domani».

SPD, 1969

Alle elezioni federali del 1980 si presentarono per la prima volta i Verdi, un insieme dei movimenti ambientalisti e pacifisti. Lo slogan su uno dei manifesti elettorali diceva: «ecologico, sociale, della società civile, non violento». Alle elezioni anticipate che si tennero tre anni dopo i Verdi entrarono per la prima volta nel Bundestag, ottenendo 28 seggi.

I Verdi, 1980

Lo slogan più conosciuto usato dai Socialdemocratici in quella campagna elettorale fu «Sicurezza per la Germania». Era una frase particolare perché generalmente il tema della sicurezza, in Germania come altrove, è molto più usato dalle destre che dalle sinistre. Schmidt, che fu cancelliere della Germania Ovest dal 1974 al 1982, aveva però assunto posizioni molto dure contro la “Frazione dell’Armata Rossa” (RAF), uno dei gruppi terroristici di estrema sinistra più importanti in Germania dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

SPD, 1980

Quattro anni prima la Germania era tornata a essere un paese solo: la Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est) era stata annessa alla Germania Ovest e nel dicembre 1990 si erano tenute le prime elezioni politiche della Germania riunificata. Nel 1994 Helmut Kohl, dell’Unione cristiano-democratica, si presentò per ottenere il suo quarto mandato da Cancelliere, con lo slogan: «Un futuro sicuro». Kohl, che è morto a giugno di quest’anno, fu anche un sostenitore del processo di integrazione europea.

CDU, 1994

Il Socialdemocratico Gerhard Schröder era stato eletto cancelliere per la prima volta nel 1998. Nel 2002 condusse una delle campagne elettorali migliori della storia recente della Germania, usando lo slogan: «Il cancelliere del Centro». Schröder si presentava infatti come un Socialdemocratico moderno e moderato, vicino alla cosiddetta “sinistra blairiana” (ispirata alla strategia politica di Tony Blair, primo ministro britannico dal 1997 al 2007).

SPD, 2002

Alle elezioni federali del 2013 la CDU ricandidò come cancelliera Angela Merkel, che ricopriva quell’incarico già da 8 anni. Una delle immagini più famose di quella campagna elettorale fu la riproduzione di un gesto che Merkel aveva mostrato di fare spesso – unire i polpastrelli delle mani – affiancato alla frase: «Il futuro della Germania è in buone mani».
( JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)

CDU, 2013

La Sinistra, o Die Linke, è un partito di sinistra tedesco che durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010 diffuse un manifesto che diceva: «Fuori dall’Afghanistan!». Il manifesto era simile ad altri già diffusi in passato: senza immagini e con scritte grandi simili ai titoli di un tabloid.

La Sinistra, 2010

Per appassionati di comunicazione politica, di grafica e di Germania, o di tutte e tre le cose

Album di manifesti elettorali tedeschi

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Avatar 3 e perché Netflix vuole comprarsi Warner

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