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  • Martedì 16 gennaio 2024

Kim Jong Un vuole cambiare in peggio i rapporti tra le due Coree

Ha annunciato che la Corea del Nord abbandonerà del tutto le prospettive di riunificazione, e che il Sud sarà considerato uno stato «nemico»

Kim Jong Un
Kim Jong Un (AP Photo/Alexander Khitrov)

Lunedì in un discorso alla nazione il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha annunciato una completa revisione dei rapporti con la Corea del Sud, che comporterà l’eliminazione di ogni riferimento alla possibilità di «riunificazione» tra i due paesi e il riconoscimento delle due Coree come paesi separati e nemici: per Kim, la Corea del Sud è «il principale avversario e il più grande nemico» della Corea del Nord. Kim ha inoltre annunciato l’abolizione delle agenzie statali nordcoreane che si occupano delle comunicazioni e dei rapporti tra Nord e Sud, e ha detto: «Non vogliamo la guerra, ma non abbiamo intenzione di evitarla».

Il discorso di Kim Jong Un non è una completa sorpresa: arriva dopo un lungo periodo di forte deterioramento dei rapporti tra le due Coree, che sono probabilmente ai minimi da decenni. Kim aveva inoltre già anticipato buona parte di questi temi in un discorso di fine anno al Partito dei Lavoratori (cioè il partito unico nordcoreano), a dicembre. Per molti analisti, le modifiche annunciate da Kim prendono atto dello stato di fatto dei rapporti esistenti tra le due Coree, per le quali una riunificazione sembra al momento lontanissima. Nonostante questo, il suo discorso è preoccupante per la retorica piuttosto bellicosa.

Nel suo discorso, che è stato riportato dall’agenzia di stampa nordcoreana KCNA, Kim ha detto che, a causa delle politiche sempre più aggressive della Corea del Sud, è arrivato il momento di «porre fine a quasi 80 anni di storia di relazioni inter-coreane e di riconoscere che esistono due stati nella penisola coreana». Corea del Nord e del Sud sono divise dal 1945, e l’attuale stato dei confini e dei rapporti tra i due paesi è definito dall’armistizio che pose fine alla guerra di Corea, nel 1953.

I due paesi, tuttavia, non hanno mai abbandonato almeno formalmente la prospettiva della riunificazione, e hanno sempre riservato l’uno all’altro un trattamento differente da quello degli altri paesi. Tanto nel Sud quanto nel Nord, le relazioni con l’altra Corea non sono gestite dal ministero degli Esteri, come sarebbe normale per uno stato estero, ma da ministeri e uffici speciali che hanno il compito – anche qui, almeno formalmente – di favorire il processo di riunificazione.

In realtà i rapporti tra le due Coree sono quasi sempre stati complicati e bellicosi, ma nel corso dei decenni ci sono stati numerosi programmi di scambio e di costruzione di relazioni. Anche nella retorica ufficiale i governi hanno spesso definito le popolazioni delle due Coree come «connazionali», cioè facenti parte di uno stesso popolo destinato presto o tardi a tornare unito.

Nel suo discorso, Kim Jong Un ha annunciato che intende eliminare del tutto i legami che avvicinano le due Coree, e modificare la retorica nazionale per rispecchiare uno stato dei fatti di divisione e conflitto. La ragione principale, secondo Kim, sta nel fatto che la Corea del Sud avrebbe assunto un atteggiamento sempre più «arrogante», e che avrebbe reso chiaro che il suo obiettivo è «il collasso del nostro governo».

In realtà è soprattutto la Corea del Nord che da anni ormai aumenta le minacce militari.

Il risultato di questa situazione, secondo Kim, è che «non possiamo andare avanti sulla strada… della riunificazione», e per questo le relazioni vanno riformulate. Kim ha annunciato che nella costituzione nordcoreana, così come nei discorsi politici e nei media, saranno eliminati tutti i riferimenti alla riunificazione con il Sud, come per esempio le parole «compatrioti», «riconciliazione», «riunificazione pacifica», e «metà nord», che veniva usata per sottendere il fatto che le due Coree sono parte della stessa nazione.

Questi legami saranno eliminati anche a livello simbolico. Kim ha annunciato che farà distruggere tutte le ferrovie che ancora portavano alla Corea del Sud (che comunque erano chiuse da tempo) e che farà abbattere un monumento a Pyongyang, la capitale, che suo padre Kim Jong Il aveva fatto dedicare alla riunificazione: Kim l’ha definito «un obbrobrio».

Soprattutto, questi cambiamenti saranno rispecchiati anche a livello amministrativo: in un annuncio separato l’Assemblea suprema del popolo, uno dei principali organi del regime nordcoreano, ha fatto sapere che tre delle agenzie nordcoreane che gestivano i rapporti tra le due Coree – la Commissione per la riunificazione pacifica del paese, l’Ufficio per la cooperazione economica nazionale e l’Amministrazione internazionale del turismo – saranno eliminate. Non è chiaro se questa eliminazione comporterà una revisione totale dei contatti tra Nord e Sud, e se la Corea del Nord deciderà o meno di affidare le relazioni con il sud al suo ministro degli Esteri.

Tutti questi cambiamenti sono stati accompagnati da discorsi e minacce bellicose da parte di Kim, secondo cui da ora in poi la Corea del Sud non dovrà soltanto essere trattata come uno stato separato, ma come uno stato nemico. Kim ha rivendicato il fatto che la Corea del Nord possegga armi atomiche e ha detto che, in caso di guerra, la Corea del Nord cercherà di occupare e annettere la Corea del Sud.

Questi cambiamenti annunciati da Kim Jong Un, oltre a essere in buona parte previsti, rispecchiano lo stato di cose che già esiste ormai da tempo tra le due Coree. Le relazioni tra i due paesi sono da anni estremamente preoccupanti. I due analisti Robert Carlin e Siegfried Hecker hanno scritto di recente sul sito specializzato 38 North che la situazione nella penisola nordcoreana «non era così pericolosa dall’inizio di giugno del 1950», cioè dall’inizio della guerra di Corea.

È ancora presto per capire che conseguenze potrebbero avere le decisioni di Kim. Da un lato, se le due Coree cominciano a trattarsi come stati separati e sovrani, abbandonando la retorica ormai obsoleta della riunificazione, potrebbe diventare più facile normalizzare i rapporti, e far ripartire i negoziati da basi più solide. Al tempo stesso, tuttavia, eliminare la nozione per cui nordcoreani e sudcoreani sono «compatrioti», e anzi qualificare i sudcoreani come «nemici», implica che la Corea del Nord ha aperto più decisamente alla possibilità di una guerra con il Sud. Se prima l’idea di fare la guerra contro i propri «compatrioti» era contraddittoria, ora Kim l’ha eliminata.

Sul breve periodo, tuttavia, non ci si aspettano grossi cambiamenti nei rapporti già piuttosto conflittuali tra le due Coree, e anche i cambiamenti amministrativi annunciati da Kim avranno effetti limitati, proprio perché il dialogo tra Nord e Sud è già ai minimi.