La Corea del Nord ha interrotto un accordo con la Corea del Sud che prevedeva meno operazioni militari al confine tra i due paesi

Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un mentre osserva il lancio di un satellite di ricognizione militare (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)
Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un mentre osserva il lancio di un satellite di ricognizione militare (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Giovedì la Corea del Nord ha annunciato di aver interrotto con effetto immediato l’accordo fatto nel 2018 con la Corea del Sud che prevedeva un allentamento delle operazioni militari al confine tra i due paesi.

Il governo nordcoreano lo ha deciso dopo che mercoledì la Corea del Sud aveva a sua volta deciso di sospendere temporaneamente l’accordo, in risposta al lancio da parte della Corea del Nord di un satellite di ricognizione militare nello spazio. Con la sospensione dell’accordo entrambi i paesi possono riprendere le operazioni di ricognizione e sorveglianza aerea attorno al confine e rafforzare la presenza militare nella Zona Demilitarizzata, una striscia di terra larga quattro chilometri e che si estende lungo tutto il confine tra Nord e Sud.

La Corea del Sud aveva sostenuto che la Corea del Nord fosse stata aiutata nel lancio dalla Russia (a settembre il presidente russo Vladimir Putin aveva incontrato il dittatore nordcoreano Kim Jong Un e gli aveva promesso che la Russia avrebbe sostenuto il suo programma spaziale).

Un satellite di ricognizione militare permette alla Corea del Nord di accorgersi di eventuali attacchi in arrivo, di controllare maggiormente le attività dell’esercito sudcoreano e di pianificare i propri lanci di missili con maggiore precisione. Il lancio è stato condannato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che lo aveva proibito: le Nazioni Unite considerano infatti queste operazioni come un pretesto per testare la tecnologia per il lancio di missili balistici intercontinentali.