moti di milano

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In morte di Lorenzo Appiani

«È difficile immaginare davvero cosa significhi perdere un figlio, la mente rigetta l’idea. La lingua stessa sembra rifiutarsi di esprimere il concetto: abbiamo “orfano” per chi perde i genitori ma non c’è parola, in italiano, per il contrario. So che esiste un termine in ebraico e in arabo, ma non voglio cercarlo, mi fermo al sanscrito che prende a prestito la parola "vilomah", “contro l’ordine naturale”. Sul dopo c’è una pausa di silenzio. Poi Alberta mi racconta che ad affrontare il lutto l’ha aiutata un libro di Thornton Wilder, "Il ponte di San Luis Rey"»

In morte di Lorenzo Appiani

Orgoglio, festa, protesta

«Il Pride di San Paolo mi ha emozionata, ma mi ha anche mostrato in modo chiaro e freddo le contraddizioni che parti del movimento evidenziano da anni. Così come negli Stati Uniti abbondano i casi di corporation che si allineano pubblicamente con la comunità soltanto per poi sponsorizzare le campagne elettorali di politici repubblicani retrogradi, a San Paolo mi fanno notare che l’ufficio del turismo della città dà il proprio appoggio formale sia al Pride che alla Marcia per Gesù»

Orgoglio, festa, protesta

Ersilia Bronzini, femminista

«A Milano ci sono circa 4.200 strade, divise tra vie, viali, corsi, piazze, piazzali, larghi, vicoli, bastioni, ma anche una strada, un carrobbio, due alzaie e una ripa. In tutta questa vastità odonomastica spiccano, per la loro solitudine, le strade intitolate alle donne, che sono solo 141; scartando però quelle dedicate alla Madonna, alle sante e alle martiri e quelle dedicate a regine e principesse, ne restano 85 su 4.250, meno del 2 per cento. Da un anno c'è anche la Passeggiata Ersilia Bronzini, che è stata una delle più grandi femministe italiane: un giardinetto spartitraffico nel bel mezzo del viale dedicato al marito»

Ersilia Bronzini, femminista