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Quando la moglie è in vacanza

Inizialmente, il regista Billy Wilder girò questa scena all'una del mattino del 15 settembre 1954, a Lexington Avenue, sulla 52esima strada, a New York. Ma a causa del gran numero di persone che si riunirono davanti alla troupe delle riprese – fischiando e applaudendo Marilyn Monroe – di questa scena ne fu girata una versione aggiuntiva negli studi della 20th Century Fox. Nel film sono combinate scene provenienti da entrambe le riprese, ma in nessuna di quelle scelte alla fine da Wilder si vede Marilyn Monroe come nello scatto fotografico a figura intera che ebbe poi notevole circolazione. <a href="https://www.ilpost.it/2014/01/14/marilyn-monroe-joe-maggio/">Si disse che Joe DiMaggio</a>, leggendario giocatore di baseball dei New York Yankees e allora marito di Monroe, se la prese moltissimo per queste riprese. 
(AP Photo/Matty Zimmerman)

La scena più famosa in questo film diretto da Andrew Davis è quella in cui il detective coprotagonista, interpretato da Tommy Lee Jones, raggiunge il protagonista del film, un fuggiasco accusato dell'omicidio della moglie (Harrison Ford) in un canale di scolo abbastanza grande da poterci camminare dentro. A un certo punto Tommy Lee Jones inciampa e rimane disarmato, e a quel punto viene minacciato con una pistola da Harrison Ford, che gli dice: «Non ho ucciso mia moglie». E Tommy Lee Jones risponde: «non mi interessa». Nel copione del film la battuta era “non è un mio problema”: Jones – che per questo film vinse l'Oscar come migliore attore non protagonista – suggerì durante le riprese di cambiarla (“I don't care”).

Il Fuggitivo

La scena più famosa in questo film, scritto da Paul Schrader e diretto da Martin Scorsese nel 1976, è quella in cui il tassista protagonista della storia, interpretato da Robert De Niro, si guarda allo specchio e finge di reagire di fronte alle provocazioni di un ipotetico interlocutore. La celebre domanda “Stai parlando con me?” non compare da nessuna parte nella sceneggiatura di Schrader: fu un'improvvisazione di De Niro, suggerita durante le riprese da Scorsese, al quale era molto piaciuta una scena del film Riflessi in un occhio d'oro, del 1967, in cui Marlon Brando fa una cosa del genere davanti a uno specchio.

Taxi Driver

Nella scena iniziale di questo film, il protagonista della storia – un capitano dell'esercito americano a Saigon, con evidenti segni di disturbo post-traumatico da stress – si agita in una stanza d'albergo fino a perdere il controllo e scagliare un pugno contro uno specchio, mandandolo in frantumi. Il capitano è interpretato dall'attore americano Martin Sheen, che era ubriaco sul serio: durante le riprese del film, qualche tempo dopo aver girato questa scena, Sheen ebbe anche un infarto. La scena non era prevista nel copione: il regista, Francis Ford Coppola, lasciò che Sheen improvvisasse, e sia lui che Sheen vietarono alla troupe di interrompere le riprese quando Sheen colpì lo specchio ferendosi alla mano.

Apocalypse Now

La scena in cui Kane, interpretato da Orson Welles, mette a soqquadro la stanza da letto – sfasciando tutto quello che gli capita a tiro, dalla rabbia per esser stato lasciato dalla seconda moglie Susan – fu inserita nella sceneggiatura dal co-autore del film Herman J. Mankiewicz, che disse di aver preso spunto dalla proverbiale collera di Welles, nota tra gli addetti ai lavori. Welles, prendendola come una specie di provocazione, decise di mantenere quella scena nel copione e di girarla: furono impiegate quattro macchine da presa piazzate in quattro punti diversi, perché girare quella scena una seconda volta – alla luce dei danni considerevoli alla mobilia – sarebbe stato troppo oneroso.

Quarto Potere

Il regista Francis Ford Coppola impiegò quattro macchine da presa per girare la scena in cui Santino Corleone, interpretato da James Caan, subisce un agguato alla fermata di un casello e viene assassinato con centinaia di colpi di arma da fuoco. Fu la scena più costosa in tutto il film (100 mila dollari) e fu girata al Jones Beach Causeway, un casello di Long Island, New York: fu necessario far esplodere più di 200 petardi sulla macchina e sulla struttura del casello, e più di un centinaio sul vestito indossato da Caan.

Il Padrino

Una delle scene memorabili di questo film – diretto da Paul Thomas Anderson e interpretato da Daniel Day-Lewis – è quella in cui un pozzo petrolifero esplode, provocando della fiamme molto alte e una lunga striscia di fumo nero nel cielo. Trattandosi di una scena importante e molto complessa da realizzare, la troupe le dedicò un'intera giornata di lavoro: andò benissimo per Anderson, che girò una scena epica. E andò meno bene a Joel ed Ethan Coen, che si trovavano li vicino (a Marfa, Texas) per le riprese esterne di Non è un paese per vecchi, e furono costretti a sospenderle per tutto il giorno a causa del fumo nero ben visibile in cielo. 
(AP Photo/Melinda Sue Gordon)

Il petroliere

Tra i vari motivi per cui il regista americano Wes Anderson viene più spesso citato e apprezzato c'è una tecnica di ripresa orizzontale, da sinistra a destra o da destra a sinistra, molto frequente nei suoi film (c'è una rapida carrellata del genere, almeno una, praticamente in tutti). Secondo la versione di Flavorwire, Anderson decise di utilizzare questa tecnica abbastanza casualmente, a cominciare da una scena del film Rushmore, del 1998, girata in un campo da baseball: dato che era stato reso fangoso da un forte temporale il giorno prima delle riprese, Anderson decise di mostrare porzioni di campo meno estese, nascondendo quelle messe peggio.

Rushmore

Questo film – diretto da Billy Wilder e interpretato da Tony Curtis, Jack Lemmon e Marilyn Monroe – è considerato una delle commedie più divertenti nella storia del cinema, e viene solitamente inserito ai primi posti in decine di liste americane del genere. Una delle battute più divertenti viene pronunciata alla fine del film da Jack Lemmon, che in quella scena è vestito e truccato da donna fingendosi Daphne, un altro personaggio, di cui il miliardario Osgood Fielding II si è innamorato a prima vista e che vuole sposare. Mentre vanno via insieme in barca, per tentare di dissuaderlo Lemmon le prova tutte – “non sono una bionda naturale!”, “fumo!", “ho un passato terribile!”, “non posso avere figli!” – e alla fine si toglie la parrucca e confessa: «sono un uomo!». E Osgood risponde: «nessuno è perfetto», continuando a guidare indifferente. Al momento della stesura della sceneggiatura, quella battuta fu inserita come battuta provvisoria, ma poi Wilder e il co-autore I.A.L. Diamond decisero di tenerla, non trovandone una migliore.

A qualcuno piace caldo

La scena del film in cui Dorothy, interpretata dall'allora diciassettenne Judy Garland, canta la canzone “Over the rainbow” (scritta da Harold Arlen ed E.Y. Harburg) ha seriamente rischiato di non essere compresa interamente nel montaggio finale, perché quelli della Metro-Goldwyn-Mayer – che già ne avevano eliminato una versione ripresa alla fine del film – la ritenevano troppo lunga. Fortunatamente, scrive Flavorwire, il regista Victor Fleming riuscì a convincerli a tenerla: la canzone ebbe uno straordinario successo e vinse l'Oscar per la miglior canzone originale.

Il mago di Oz

Da quella in cui il vestito di Marilyn Monroe si solleva al passaggio della metropolitana a quella di De Niro davanti allo specchio in Taxi Driver

Le storie dietro 10 scene memorabili

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