A Messina si vota anche sul distacco di un pezzo di città

13 frazioni vogliono formare un comune per ottenere risorse e rappresentanza: i candidati sindaci del capoluogo non sono d'accordo

La sede del municipio di Messina (Foto Comune di Messina)
La sede del municipio di Messina (Foto Comune di Messina)
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A Messina domenica si voterà non solo per il sindaco, il rinnovo del consiglio comunale e per i referendum sulla giustizia, ma anche per esprimere parere positivo o negativo sulla nascita di un nuovo comune. Una parte degli abitanti di alcune frazioni vogliono staccarsi dalla città per far nascere un comune autonomo, che, nel caso di vittoria al referendum, si chiamerà Montemare

Le frazioni interessate dal referendum sono Castanea delle Furie, Salice, Gesso, Massa San Giorgio, Massa Santa Lucia, Massa San Giovanni, Massa San Nicola (dove non risulta nemmeno un residente), Spartà, San Saba, Acqualadroni, Rodia, Ortoliuzzo e Piano Torre. Si tratta di aree che corrispondono agli ex quartieri XII e XIII: 6.170 ettari tra le colline e la costa (da qui il nome, Montemare). Gli abitanti interessati sono circa 8mila. In caso di nascita, il nuovo comune avrà sindaco, quattro assessori e un consiglio composto da 12 membri. 

Il quesito sarà questo:

Volete che le frazioni corrispondenti al territorio dell’ex XII e XIII Quartiere del Comune di Messina siano elette in comune autonomo con la denominazione di comune autonomo Montemare? 

Tutti i cittadini di Messina potranno votare. All’apertura delle schede verrà effettuato un doppio calcolo. Saranno contate da una parte le schede delle 12 frazioni interessate dalla richiesta di separazione e dall’altra quelle di tutti gli altri abitanti di Messina. Ci saranno quindi due conteggi separati. Il quorum sarà valido se si raggiungerà metà più uno degli aventi diritto in almeno uno dei due conteggi. Nel caso che in entrambi conteggi si raggiunga il quorum, verrà considerato valido il risultato raggiunto dalla somma di tutte le schede. Nel caso invece che il quorum venga raggiunto solo in uno dei due conteggi sarà quello a decretare la vittoria del sì o del no. In pratica: se nelle 12 frazioni si raggiungesse il quorum e vincesse il sì, nascerebbe il nuovo comune. Se si raggiungesse il quorum in tutta Messina e vincesse il no, il comune di Montemare non ci sarà.

Il comitato per la nascita del comune di Montemare esiste da molti anni. Il referendum era stato indetto dopo una lunga battaglia legale fatta di ricorsi e controricorsi, e l’ultima autorizzazione era stata data dal TAR regionale nell’aprile scorso. Al referendum si è sempre opposto l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, eletto nel 2017 con una coalizione di liste civiche di centro, dimissionario dal 25 gennaio di quest’anno. Quattro dei cinque candidati sindaci alle elezioni amministrative di Messina hanno dato indicazioni di votare no al referendum sul nuovo comune. Sono Federico Basile, delle liste civiche di centro, Maurizio Croce del centrodestra, Franco De Domenico del centrosinistra e Salvatore Totaro, medico sospeso dall’ordine professionale per inadempimento all’obbligo vaccinale. Solo Gino Sturniolo, candidato della sinistra, non ha dato indicazioni lasciando libertà di scelta. 

Il comitato per il sì alla nascita del comune di Montemare ha contestato a lungo la decisione di far svolgere il referendum lo stesso giorno delle elezioni amministrative, sostenendo che la consultazione avrebbe dovuto essere libera da influenze partitiche. 

Il comitato per il sì indica, tra le ragioni alla base dell’idea di creare un nuovo comune, il fatto che le frazioni degli ex quartieri XII e XIII siano state trascurate dall’amministrazione. Con la nascita di un comune autonomo, secondo il comitato, si potrebbe valorizzare il patrimonio turistico assicurando maggiori risorse al territorio: le frazione interessate hanno circa 12 km di costa davanti all’arcipelago delle Eolie. Nel programma del comitato c’è poi il potenziamento delle attività legate ad agricoltura e pesca e la realizzazione di un piano regolatore.

Dicono i promotori del comitato: «Facciamo i conti con un degrado sempre più preoccupante, con la mancanza di strutture e con l’abbandono di quelle esistenti. Non ci sono impianti sportivi e aree pubbliche per lo svago, le nostre strade spesso non ricevono la giusta manutenzione e rischiamo ogni anno di rimanere isolati. Se guardiamo al futuro, sarà ancora peggio visto che non c’è traccia di interventi o progetti».

A Messina è nato anche un comitato per il no, secondo cui un nuovo comune comporterebbe solo ulteriori spese per i cittadini di quelle zone, una tassazione maggiore e quindi più spopolamento. Con la nascita di Montemare rischierebbe poi, secondo il comitato per il no, di venire meno lo stato di città metropolitana per Messina e l’intero potere economico regionale si concentrerebbe tra Palermo e Catania. Il comitato del no contesta anche le modalità di conteggio dei voti: «Nel comune proposto i residenti sono poco più di 8.000, a Messina 224.531, è dunque palese che sarà assai più semplice raggiungere il quorum nel territorio del comune proposto, insomma, nel peggiore dei casi 2.001 persone potrebbero decidere il distacco di 1/3 del territorio, magari ignorando 50.000 “no” espressi da cittadini aventi la sola colpa di risiedere in città».

Il referendum che si terrà domenica a Messina ha un precedente, sempre in Sicilia. Il 27 maggio 2018 si tenne a Trapani un referendum per chiedere ai cittadini di pronunciarsi sulla nascita di un nuovo comune, chiamato Misiliscemi, nelle contrade di Rilievo, Guarrato, Locogrande, Marausa, Palma, Pietretagliate, Salinagrande e Fontanasalsa. Si votò anche allora con il sistema del doppio conteggio. Nelle contrade che volevano separarsi votarono in 3.752, il 52,04 per cento degli aventi diritto. I sì furono 3.336, 391 i no. Nel resto della città i voti furono pochissimi. Vinsero quindi i sì alla separazione. Per la nascita del nuovo comune ci vollero poi tre anni. Il referendum fu infatti consultivo, così come lo sarà anche quello di Messina. Fu poi l’assemblea regionale siciliana con un voto a sancire la nascita di Misiliscemi (il nome sarebbe di origine araba, Masil Escemmu, che indica un torrente o un luogo elevato dove scorre l’acqua) il 3 febbraio 2021.

Se nascerà, Montemare diventerà il comune numero 7.905 in Italia, il numero 392 in Sicilia.