25 film su Netflix, premiati bene

Lista aggiornata dei migliori tra quelli che hanno ricevuto riconoscimenti importanti, agli Oscar, a Cannes o ai festival internazionali

Siamo in quel periodo dell’anno che segue gli Oscar e che precede il Festival di Cannes. Forse anche per il fatto che nelle sale c’è un film che batterà svariati record di incassi, non si parla molto degli altri film al cinema, e in genere sono già usciti tutti i film che hanno vinto gli Oscar di quest’anno fa e ancora devono uscire tutti quelli che probabilmente li vinceranno il prossimo. Ma esiste quell’alternativa al cinema che si chiama Netflix e che è piena di film che hanno vinto importanti premi agli Oscar o ai festival di cinema più importanti del mondo, cioè a Venezia, Cannes e Berlino, o al Sundance Film Festival. Ne abbiamo scelti 25, tra quelli al momento disponibili nel catalogo italiano. Alcuni li avevamo già segnalati nel 2017, ma nel frattempo più della metà sono cambiati.

Taxi Driver

Premio: Palma d’oro al Festival di Cannes del 1976

È tra i film più noti e celebrati sia del suo regista che del suo attore protagonista, cioè Martin Scorsese e Robert De Niro. Ha più di quarant’anni ma li porta molto bene. Parla di un reduce della guerra in Vietnam di nome Travis Bickle (De Niro), che si mette a fare il tassista notturno a New York per problemi di insonnia. Vive solo, ha problemi di depressione e passa le serate nei cinema porno della città. Travis comincia a essere ossessionato dalla corruzione e dal crimine di New York, e decide di diventare una specie di giustiziere. Si procura una pistola e una sera uccide un criminale durante una rapina in un supermercato; un’altra sera nel suo taxi entra una giovanissima prostituta, Iris (Jodie Foster, allora tredicenne), che ha appena avuto una lite con il suo protettore Sport (Harvey Keitel). Travis sviluppa un’ossessione per Iris e un giorno la paga per stare con lui: invece di avere rapporti sessuali però, prova a convincerla a cambiare vita.

Eva contro Eva

Premi: cinque Oscar nel 1951, compresi quelli per il miglior film, la miglior regia (Joseph L. Mankiewicz) e il migliore attore non protagonista (George Sanders)

Ricevette 14 nomination agli Oscar (tante quante Titanic La La Land). C’è Bette Davis, ci sono altre ottime attrici (quattro in tutto furono nominate all’Oscar), parla di teatro e rivalità femminili ed è un gran film. Nel 1951 un critico italiano scrisse: «È un lavoro assai pregevole, benché il ritmo sia un po’ lento».

Manchester by the Sea

Premi: miglior attore protagonista (Casey Affleck) e migliore sceneggiatura originale

Casey Affleck, fratello del più famoso Ben Affleck, interpreta un portinaio di Boston, nel Massachusetts, che dopo la morte del fratello deve tornare a Manchester by the Sea (una località di mare sempre in Massachusetts) dove ci sono il nipote e la moglie del fratello, Michelle Williams.

La scelta di Sophie

Premi: miglior attrice protagonista (Meryl Streep) agli Oscar del 1983

È diretto da Alan J. Pakula, è tratto da un romanzo di William Styron ed è uno dei ruoli grazie ai quali Meryl Streep è diventata Meryl Streep. È ambientato dopo la Seconda guerra mondiale e parla di come la vita di un ex soldato e aspirante scrittore cambia quando inizia a frequentare Sophie Zawistowska, una donna polacca che è stata nei campi di concentramento, e l’intellettuale Nathan Landau.

I don’t feel at home in this planet anymore

Premi: il premio della giuria per il miglior film statunitense al Sundance Film Festival.

Ci sono Melanie Lynskey ed Elijah Wood (che è riuscito a diventare un attore conosciuto non solo come “quello del Signore degli anellinonostante non si dimentichi di esserlo stato) ed è un thriller che parla di una donna che dopo aver subìto un furto prova, insieme al suo vicino di casa, a cercare i responsabili, per vendicarsi. Lei e il vicino finiscono in un giro molto più grande di loro.

Room

Premio: migliore attrice protagonista (Brie Larsson) agli Oscar del 2016

Il regista è Lenny Abrahamson – quello di Frank, il film con il personaggio con una maschera di cartapesta in testa – e la storia è tratta dal romanzo Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue, pubblicato in Italia da Mondadori. Nel cast c’è anche Jacob Tremblay, che quando ha girato il film aveva sette anni. Libro e film raccontano la storia di Joy, una ragazza di 24 anni che da sette anni vive reclusa in una stanza dopo che un uomo l’ha rapita e rinchiusa lì. L’uomo abusa regolarmente di lei e l’ha anche messa incinta, facendo nascere Jack.

La vita di Adele

Premio: Palma d’oro al Festival di Cannes del 2013

Dura quasi tre ore e racconta due pezzi di vita della protagonista Adele (interpretata da Adele Exarchopoulos). All’inizio è una liceale quindicenne di famiglia operaia che ama leggere e che da grande vorrebbe fare la maestra. Un giorno incontra una studentessa di Belle Arti più grande di lei e dai capelli blu, Emma (Lea Seydoux), che diventa sua mentore e compagna e con cui inizia una relazione appassionata.

Roma

Premi: Oscar per la miglior regia e la miglior fotografia (Alfonso Cuarón) e per il miglior film straniero

È su Netflix da dicembre e molti l’avranno già visto quando sembrava che dovesse vincere l’Oscar più importante, che invece è andato a Green Book. È comunque un film notevole, anche se particolare, che i suoi premi li ha vinti. È girato in bianco e nero, con molti attori non professionisti e parla di una famiglia messicana degli anni Settanta che vive a Colonia Roma, un quartiere di Città del Messico, e lo fa attraverso il punto di vista di Cleo, la domestica e tata della famiglia.

Il Pianista

Premi: Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2002 e Oscar per la miglior regia (Roman Polański), miglior attore protagonista (Adrien Brody) e migliore sceneggiatura non originale

Parla della vita di un pianista ebreo-polacco, dall’invasione tedesca della Polonia nel 1939 all’arrivo dell’Armata Rossa a Varsavia.

American Beauty

Premi: miglior film, miglior regia (Sam Mendes), miglior attore protagonista (Kevin Spacey), migliore sceneggiatura originale e migliore fotografia

Fu il primo film di Sam Mendes, che allora aveva poco più di trent’anni. Vinse cinque Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore sceneggiatura originale e migliore fotografia. L’attore protagonista era Kevin Spacey, un uomo di mezza età che ha un’infatuazione per una giovane amica della figlia, interpretata da Mena Suvari. Ma succedono anche diverse altre cose. È famosissima la scena del bagno nei petali di rosa.

Mystic River

Premi: miglior attore protagonista (Sean Penn) e miglior attore non protagonista (Tim Robbins) agli Oscar del 2004

Racconta di tre amici di Boston (l terzo è Kevin Bacon) che si rincontrano da adulti dopo molti anni quando la figlia di uno di loro viene misteriosamente uccisa.

Argo

Premi: miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio agli Oscar del 2013

È diretto e interpretato da Ben Affleck e racconta una delle più famose operazioni di spionaggio degli Stati Uniti: la Canadian Caper, organizzata da Stati Uniti e Canada nel 1979 per risolvere la cosiddetta “crisi degli ostaggi” che ebbe inizio il 4 novembre a Teheran, dopo la rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeini. La storia raccontata nel film è tratta dal libro autobiografico The Master of Disguise, scritto dall’ex membro della CIA Tony Mendez, che fu il principale organizzatore e autore dell’operazione. Rispetto a come andarono le cose realmente, Affleck semplifica molto la faccenda, ma per chi vuole qui c’è la storia vera.

A Beautiful Mind

Premi: miglior film, miglior regia (Ron Howard) e miglior attrice protagonista (Jennifer Connelly) agli Oscar del 2002

Film del 2001 di Ron Howard, premiato con 4 Oscar e 4 Golden Globe, nel quale Russell Crowe interpreta il matematico John Nash, scienziato geniale ma con un problema grave di schizofrenia che lo porta a inventare di sana pianta fatti mai avvenuti. Il film narra anche il modo singolare in cui venne in mente a Nash “la teoria dei giochi”, proprio quella per la quale poi gli fu assegnato il Nobel per l’economia.

Il discorso del re

Premi: miglior film, migliore regia (Tom Hooper), miglior attore protagonista (Colin Firth) e migliore sceneggiatura originale agli Oscar del 2011

Il film racconta i tormenti personali del re Giorgio VI (nonno del Principe Carlo) che, trovatosi a salire sul trono nel momento drammatico di inizio della Seconda guerra mondiale, dovette superare il problema di balbuzie che gli impediva di parlare al suo popolo.

Schindler’s List

Premi: miglior film, miglior regia (Steven Spielberg), miglior sceneggiatura, miglior fotografia, migliore scenografia, miglior montaggio e miglior colonna sonora agli Oscar del 1994

È interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes ed è ispirato al romanzo La lista di Schindler di Thomas Keneally: racconta la storia vera di Oskar Schindler, che nel 1939, all’inizio della Seconda guerra mondiale, si trasferì a Cracovia, in Polonia, dove acquistò una fabbrica che all’inizio produsse pentole e in seguito munizioni. Nel 1944, quando l’Armata Rossa cominciò ad aprirsi la strada verso Berlino, i nazisti di Cracovia intensificarono i rastrellamenti. Schindler, con il pretesto di non perdere i suoi 1.200 operai, abili specialisti nella produzione di materiale bellico utile alla Germania, riuscì a trasferirli in una fabbrica in Cecoslovacchia, a Brněnec, a nord-est di Praga: e dunque, di fatto, a salvarli.

Il lato positivo

Premi: miglior attrice protagonista (Jennifer Lawrence) agli Oscar del 2013

Lawrence era partita fortissimo, con questo Oscar e con la saga di Hunger Games, ma negli ultimi anni si è parlato un po’ meno di lei. Di certo sta provando cose diverse: la fantascienza con Passengers, il cinema complicato con Madre! e un film d’azione come Red Sparrow. Reciterà anche nel prossimo film di Luca Guadagnino, del quale (se già non vi è successo) sentirete parlare nei prossimi mesi. Il lato positivo uscì nel 2012, un po’ dramma e un po’ commedia, e fece vedere che Lawrence sapeva davvero recitare bene. Lo ha diretto David O. Russell e le nomination all’Oscar furono otto.

Drive

Premio: miglior regia al Festival di Cannes del 2011

È probabilmente il più noto film del regista danese Nicolas Winding Refn, tratto da un omonimo romanzo di James Sallis e interpretato da Ryan Gosling e Carey Mulligan. Gosling è un uomo che di giorno fa lo stuntman e di notte l’autista per le rapine. Si innamora della sua vicina di casa, ma le cose sono complicate.

The Danish Girl

Premio: miglior attrice non protagonista agli Oscar del 2016

È un film di Tom Hooper, vincitore del premio Oscar nel 2011 per il film Il discorso del re. Racconta una storia d’amore ispirata alle vite degli artisti Einar e Gerda Wegener, interpretati da Eddie Redmayne (vincitore dell’Oscar per la sua interpretazione di Stephen Hawking nel film La teoria del tutto) e Alicia Vikander. Il matrimonio tra i due entra in crisi quando Einar scopre di sentirsi una donna, diventando la prima persona al mondo a essere identificata come transessuale e la prima a sottoporsi a un intervento chirurgico per cambiare sesso.

The Revenant

Premi: miglior regia, miglior attore protagonista (Leonardo DiCaprio) e miglior fotografia, agli Oscar del 2016

È su Netflix dal 6 dicembre. È ispirato a una storia vera, l’ha diretto Alejandro González Iñárritu, DiCaprio ci ha finalmente vinto l’Oscar, Tom Hardy ci ha fatto uno di quei ruoli crudi e di poche parole che piacciono a lui e Emmanuel Lubezki ha fatto vedere un’altra volta perché è uno dei direttori della fotografia migliori di sempre. C’è anche un orso.

Ragazze interrotte

Premio: miglior attrice non protagonista (Angelina Jolie) agli Oscar del 2000.

È un film drammatico e biografico (tratto dal diario di Susanna Kaysen) interpretato da Winona Ryder e Angelina Jolie, che aveva poco più di vent’anni. È il film da far vedere a chiunque dica che Jolie non è una delle più brave attrici della sua generazione.

Fuocoammare

Premio: Orso d’oro al Festival di Berlino del 2016

È stato girato sull’isola di Lampedusa, e ne racconta le due realtà principali: quella di chi ci è nato e ci vive, soprattutto pescatori, e quella dei migranti che ci arrivano dal Nordafrica attraversando il mare. Tra i protagonisti del film ci sono il ragazzino Samuele, di cui Rosi racconta le giornate tra scuola, pesca e famiglia, e il dottor Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che negli ultimi anni si è trovato ad affrontare in prima persona tutti i problemi sanitari – e non solo – che riguardano i migranti che arrivano sull’isola, dalle gravidanze alle numerose morti.

Divines

Premi: Camera d’oro al Festival di Cannes del 2016

Parla di un’adolescente di una banlieue di Parigi che, insieme a un’amica, si mette a spacciare droga. È prodotto da Netflix e il premio che ha vinto è quello per la Miglior opera prima (che è il modo che piace a quelli dei Festival per dire “primo film da regista”).

Il ciclo del progresso

Premio: migliore cortometraggio documentario agli Oscar del 2019

È ambientato in un piccolo villaggio poco distante da New Delhi, dove le donne hanno poca libertà e c’è una cultura molto conservatrice. In particolare, c’è una specie di tabù intorno al ciclo mestruale: gli uomini quasi non sanno cosa sia, e le donne sono restie nel parlarne. Ma i problemi non sono solo culturali, sono anche igienici: le donne in età da ciclo non usano assorbenti, ma pezzi di stoffa, con tutti i problemi conseguenti. Certe ragazze arrivano a saltare dei giorni di scuola per il ciclo mestruale, su cui nelle società indiane più tradizionali esiste ancora un forte stigma sociale.

Preludio alla guerra

Premi: miglior documentario agli Oscar del 1943

Lo diressero Frank Capra e Anatole Litvak ed è il primo di una serie di film finanziati dal governo degli Stati Uniti per spiegare perché fosse giusto combattere la Seconda guerra mondiale. Prima frase: «Questo è un combattimento fra un mondo di libertà ed un mondo di schiavitù». Dura meno di un’ora.

Blue Jasmine

Premi: miglior attrice protagonista (Cate Blanchett), agli Oscar del 2014

È un film del Woody Allen degli ultimi anni. Quindi, secondo la maggior parte dei critici: è un film peggiore dei migliori di Allen di qualche decennio fa, ma migliore della maggior parte delle commedie che escono. Tra quelli degli ultimi anni questo fu comunque uno dei più apprezzati. Blanchett ci vinse il suo secondo Oscar, dopo quello del 2005 per The Aviator.