I quarant’anni di “Taxi Driver”

L'8 febbraio 1976 uscì uno dei film più famosi della storia del cinema, che da subito fu acclamato e criticato insieme

L’8 febbraio 1976 uscì nei cinema americani Taxi Driver, uno dei film più famosi del regista Martin Scorsese, con Robert De Niro, Jodie Foster e Harvey Keitel. Taxi Driver è considerato uno dei film più belli e importanti della storia del cinema: quando uscì fu subito celebrato dalla maggior parte dei critici e negli anni è diventato un film di culto, pieno di scene e battute diventate iconiche. Quando uscì però il film fu anche criticato per l’esplicita rappresentazione della violenza, e soprattutto per la scelta di affidare all’allora 13enne Jodie Foster il ruolo di una giovane prostituta. Ancora oggi Taxi Driver è considerato uno dei film più influenti di sempre, che cambiò il modo in cui il cinema avrebbe rappresentato la violenza nei decenni successivi, e compare nelle liste dei film preferiti di molti registi famosi, da Quentin Tarantino in poi.

Scorsese girò Taxi Driver a 33 anni: prima aveva diretto quattro film, tra cui Mean Streets, il film che lo fece conoscere e nel quale lavorò con Robert De Niro e con Harvey Keitel. Fin dai suoi primi film, Scorsese scelse di raccontare storie di antieroi, ossessionati dalla religione e contemporaneamente dediti a vite sregolate o criminali, ambientandole spesso nella comunità italoamericana di Little Italy, a New York. Scorsese all’inizio della sua carriera sperimentava molto, sia tecnicamente (usò riprese e montaggi non convenzionali per il cinema degli anni Sessanta) che nei contenuti (uno dei suoi primi cortometraggi, The Big Shave, mostra un ragazzo mentre si rade fino a sgozzarsi). Nei primi anni Settanta Scorsese diventò amico di un gruppo di registi già affermati che sarebbero diventati i più influenti degli anni Settanta: c’erano Brian De Palma, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg, tra gli altri. Era stato proprio De Palma a presentare De Niro a Scorsese (anche se lui ha detto di non ricordarselo).

La sceneggiatura di Taxi Driver era stata scritta da Paul Schrader, che in seguito avrebbe lavorato per Scorsese in molti film, compreso Toro Scatenato, un altro dei suoi lavori più riusciti. Inizialmente Schrader la propose a De Palma, a cui piacque subito («era la cosa più forte che avessi mai letto») ma che non capì come trasformarla in un film. La girò allora a De Niro, convinto che fosse l’unico attore in grado di interpretare il protagonista. De Niro era già molto famoso e nel 1975 aveva vinto l’Oscar come migliore attore non protagonista per Il Padrino – Parte II: in quel periodo stava lavorando a una propria sceneggiatura su un personaggio simile a quello di Taxi Driver. Schrader era un critico cinematografico e voleva vendere la sceneggiatura per fare qualche soldo, dopo che la sua ragazza lo aveva buttato fuori di casa. In quel periodo aveva problemi di alcolismo e tendenze suicide, era ossessionato dalla pornografia e appassionato di armi: esattamente come Travis Bickle, il protagonista di Taxi Driver. Era famoso per mettere a disagio la gente che conosceva e questo scoraggiò diversi registi e produttori a cui si rivolse. A Scorsese però la sceneggiatura piacque subito tantissimo: gli sembrava di averla scritta lui stesso, scrisse in seguito.

Taxi Driver racconta di un reduce della guerra in Vietnam di nome Travis Bickle (De Niro), che si mette a fare il tassista notturno a New York per problemi di insonnia. Vive solo, ha problemi di depressione e passa le serate nei cinema porno della città. Dopo aver conosciuto una volontaria che lavora nella campagna elettorale di un candidato alla presidenza, Charles Palantine, ci esce insieme e la porta a vedere un film porno: lei lo lascia, compromettendone la stabilità mentale. Travis comincia a essere ossessionato dalla corruzione e dal crimine di New York, e decide di diventare una specie di giustiziere. Si procura una pistola e una sera uccide un criminale durante una rapina in un supermercato; un’altra sera nel suo taxi entra una giovanissima prostituta, Iris (Foster), durante una lite con il suo protettore Sport (Keitel). Travis sviluppa un’ossessione per Iris e un giorno la paga per stare con lui: invece di avere rapporti sessuali però, prova a convincerla a cambiare vita. Travis si taglia i capelli a cresta, e cerca di uccidere con una pistola Palantine durante un evento a New York: viene scoperto dagli agenti della sua scorta ma riesce a scappare. Nella scena finale, Travis va nel bordello di Sport per provare a salvare Iris.

Le riprese di Taxi Driver ebbero diversi problemi, il principale dei quali riguardò la giovanissima età di Jodie Foster, allora 13enne. Le autorità sullo sfruttamento minorile americane costrinsero Scorsese a utilizzare una sosia di Foster per le scene più esplicite: la mamma di Foster propose Connie Foster, sorella di Jodie, che aveva 19 anni. Il California Labor Board decise anche che Foster sarebbe dovuta essere intervistata da alcuni psicologi per assicurarsi che non potesse rimanere traumatizzata dalle riprese.

Roger Ebert, tra i più importanti critici cinematografici di sempre, ha raccontato che intervistò Foster dopo le riprese del film. Si aspettava che si presentasse con la madre o con il suo manager, ma arrivò da sola. In cinque minuti lo convinse che non c’era da preoccuparsi sulle conseguenze dei film su di lei. Pochi mesi dopo, al Festival di Cannes, Foster gestì da sola una platea di 500 giornalisti in una conferenza stampa. Per prepararsi a interpretare il suo ruolo, De Niro prese una licenza e lavorò per un mese come tassista a New York. Scorsese permise agli attori del cast di improvvisare in diverse scene: successe per esempio nella scena nella quale Sport balla con Iris.

Quando uscì, Taxi Driver fu subito acclamato dalla maggior parte dei critici, ma in molti trovarono disturbante la violenza mostrata nel film. Il grande drammaturgo Tennessee Williams, per esempio, nel 1976 era presidente della giuria al Festival di Cannes: dopo averlo visto disse che «i film non dovrebbero trarre diletto nello spargere sangue e nell’indugiare su terribili crudeltà, come se fossimo in un’arena romana». Il film vinse comunque la Palma d’Oro, nonostante le riserve di Williams, ma l’annuncio fu fischiato dal pubblico. Nel 1981 John Hinckley Jr., un venticinquenne dell’Oklahoma, tentò di assassinare il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan sparandogli mentre usciva dall’hotel Hilton di Washington. Reagan venne colpito a un polmone ma si salvò grazie alla prontezza di un agente della sua scorta, Jerry Parr. In seguito si scoprì che Hinckley aveva problemi mentali ed era ossessionato da Jodie Foster, e aveva progettato l’attentato basandosi su Taxi Driver per cercare di attirare la sua attenzione. Taxi Driver venne candidato a quattro Oscar, tra cui quello per il miglior film e il miglior attore protagonista.

Taxi Driver è un film molto diverso da quelli che negli anni successivi saranno i capolavori di Scorsese: non c’è una colonna sonora con canzoni iconiche, come per esempio in Quei bravi ragazzi; non ci sono cattivi carismatici e divertenti, come i diversi personaggi interpretati da Joe Pesci nei suoi film. È però considerato così importante e fondativo per il suo modo di rappresentare la spirale che conduce alla pazzia il protagonista, e per aver spostato il limite di quello che si poteva mostrare in un film destinato al grande pubblico, e di come lo si poteva mostrare. La rappresentazione degli Stati Uniti post-Vietnam, fatta di smarrimento collettivo, di depravazione e di incapacità di distinguere il bene dal male, è molto efficace, tanto che il film è spesso citato come uno dei migliori sulla guerra in Vietnam, nonostante non sia un film di guerra.

La scena nella quale Travis è davanti allo specchio e prova la sua nuova pistola è poi diventata tra le più famose e citate della storia del cinema: De Niro ha raccontato di essere stato ispirato da Bruce Springsteen, che durante un concerto – al quale De Niro era presente – chiamato per nome dal pubblico, rispose “State parlando con me?”.