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  • Martedì 10 luglio 2018

Francia-Belgio non è solo Francia-Belgio

A San Pietroburgo si affrontano le due nazionali più multiculturali del Mondiale, e di mezzo ci sono una quindicina di altri paesi

Il presidente francese Emmanuel Macron e la moglie Brigitte posano con la nazionale francese in partenza per i Mondiali a Clairefontaine (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images)
Il presidente francese Emmanuel Macron e la moglie Brigitte posano con la nazionale francese in partenza per i Mondiali a Clairefontaine (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images)

Questa sera, alla Zenit Arena di San Pietroburgo, Francia e Belgio giocheranno la prima semifinale dei Mondiali di calcio. La nazionale vincente si qualificherà per la finale di Mosca, in programma domenica prossima, dove incontrerà la Croazia o l’Inghilterra, le altre due semifinaliste che giocheranno domani sera. La perdente invece andrà a disputare la finale per il terzo e quarto posto, il giorno prima della finale a San Pietroburgo.

Francia-Belgio vede di fronte due nazionali con moltissimi dei giocatori più giovani e di talento in circolazione. Per via della loro vicinanza geografica, inoltre, la partita è particolarmente sentita. Molti giocatori si conoscono, giocano o hanno giocato assieme ad inizio carriera e condividono la stessa formazione calcistica, iniziata nei campi delle periferie abitate in prevalenza da cittadini immigrati e seconde generazioni. Le due squadre sono infatti le più multiculturali del torneo: dei 46 giocatori delle due squadre, 29 hanno doppia cittadinanza e genitori provenienti da altri stati. Alcuni non sono nati nei paesi per cui giocano ma ci sono cresciuti, altri ci sono nati da genitori africani, asiatici o carabici, altri ancora hanno un solo genitore di origini straniere.

?? Francia: 18 su 23 convocati

Hugo Lloris ?? / ?? Spagna
Steve Mandanda ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Alphonse Areola ?? / ?? Filippine
Presnel Kimpembe ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Raphael Varane ?? / ?? Martinica (Francia)
Samuel Umtiti ?? / ?? Camerun
Adil Rami ?? / ?? Marocco
Djibril Sidibé ?? / ?? Mali
Benjamin Mendy ?? / ?? Senegal
Paul Pogba ?? / ?? Guinea
Thomas Lemar ?? / ?? Guadalupa (Francia)
Corentin Tolisso ?? / ?? Togo
N’Golo Kanté ?? / ?? Mali
Blaise Matuidi ?? / ?? Angola
Steven N’Zonzi ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Kylian Mbappé ?? / ?? Camerun / ?? Algeria
Ousmane Dembélé ?? / ?? Mali / ?? Senegal / ?? Mauritania
Nabil Fekir ?? / ?? Algeria

?? Belgio: 11 su 23

Dedrick Boyata ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Vincent Kompany ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Axel Witsel ?? / ?? Martinica (Francia)
Marouane Fellaini ?? / ?? Marocco
Yannick Carrasco ?? / ?? Spagna / ?? Portogallo
Youri Tielemans ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Moussa Dembélé ?? / ?? Mali
Nacer Chadli ?? / ?? Marocco
Romelu Lukaku ?? / ?? Rep. Democratica del Congo
Adnan Januzaj ?? / ?? Albania
Michy Batshuayi ?? / ?? Rep. Democratica del Congo

Per il passato coloniale in Africa, Asia e nelle isole caraibiche, e per i conseguenti flussi migratori iniziati prima che altrove, Francia e Belgio sono i due paesi europei in cui il calcio giocato in periferia da immigrati e seconde generazioni ha cambiato di più l’aspetto del calcio nazionale, con effetti ormai visibili anche a livello internazionale. Da qualche anno si può affermare che nessun’altra città al mondo dia al calcio così tanti talenti come l’area di Parigi. Nella nazionale francese, Benjamin Mendy, Presnel Kimpembe, Kylian Mbappe, Paul Pogba e Blaise Matuidi provengono da zone incluse in un raggio di venti chilometri dal centro di Parigi. Nella regione della capitale francese sono nati anche tanti altri giocatori che ora giocano con nazionali estere, in special modo marocchini e algerini.

Pogba e Lukaku, titolari con Francia e Belgio, giocano assieme nel Manchester United (Shaun Botterill/Getty Images)

La nazionale del Belgio è arrivata al punto più alto della sua storia recente anche grazie ai migliori giocatori cresciuti sulle strade di Anversa, città a cui il rapido successo del calcio belga deve molto. Nella città portuale belga ha sede una delle squadre più antiche al mondo, il Royal Antwerp Football Club, fondato nel 1880, quando il calcio si diffuse in conseguenza degli scambi commerciali con la vicina Inghilterra. Nei quartieri più poveri e disagiati della città, per molti versi simili a quelli parigini, sono cresciuti Radja Nainggolan, centrocampista dell’Inter, e sua sorella Riana, anche lei calciatrice. Nelle periferie di Anversa hanno giocato le loro prime vere partite Mousa Dembele, centrocampista del Tottenham, Romelu Lukaku, attaccante del Manchester United, e suo fratello Jordan, terzino della Lazio. Ora fanno tutti parte della Nazionale, di cui Romelu Lukaku è il centravanti titolare e miglior marcatore ai Mondiali.

La visita di Filippo del Belgio alla nazionale in Russia

Il Belgio ha inoltre della marcate differenze all’interno dei suoi confini. Di fatto è diviso in due: a nord abitano circa due terzi della popolazione, i fiamminghi di lingua olandese; a sud vivono i valloni, che parlano francese e sono all’incirca un terzo della popolazione. Il resto dei belgi vive a Bruxelles, una regione ufficialmente bilingue ma di fatto una specie di isola francofona in territorio fiammingo. Gli addetti stampa della nazionale organizzano conferenze separate per i giocatori francofoni, per esempio Axel Witsel, e per quelli che parlano fiammingo, come Kevin De Bruyne. Lukaku invece è figlio di un calciatore professionista congolese, è nato ad Anversa, nelle Fiandre, ma è cresciuto nell’Anderlecht, squadra della periferia di Bruxelles, che è francofona. Parla sei lingue, e in una recente intervista ha raccontato: «A volte inizio una frase in francese e la finisco in fiammingo, e in mezzo uso un paio di espressioni in spagnolo, portoghese o lingala, a seconda di dove sono. Io vengo dal Belgio. Veniamo tutti dal Belgio. È questo che rende figo questo paese, no?».

La storia del calcio di strada giocato ad Anversa è raccontata bene nel breve documentario De Pleintjes (Le piazze), a cui oltre ai giocatori professionisti cresciuti in città ha partecipato anche l’attore belga Matthias Schoenaerts. De Pleintjes si trova sottotitolato su YouTube, così come Ballon sur Bitumeil documentario che racconta come il calcio delle periferie francesi abbia cambiato aspetto a quello francese e mondiale. Ballon sur Bitume si trova anche su Netflix con il titolo italiano Asfalto e pallone. Qui invece una lista più ampia di documentari sportivi da guardare online.