• Mondo
  • Mercoledì 20 aprile 2016

La Norvegia ha violato i diritti umani di Anders Breivik

Il colpevole della strage di Utøya ha vinto una causa contro il governo norvegese per la sua detenzione in isolamento

LISE ASERUD/AFP/Getty Images
LISE ASERUD/AFP/Getty Images

Anders Behring Breivik, il colpevole della strage di Utøya del 2011, ha vinto una causa contro il governo norvegese per la violazione dei suoi diritti fondamentali durante la sua detenzione in carcere. Breivik ha 37 anni e si trova in carcere dal luglio 2011, quando fu arrestato dopo aver condotto due separati attacchi a distanza di poche ore e aver ucciso in tutto 77 persone, tra cui molti giovani sostenitori del partito laburista norvegese che si trovavano per un soggiorno estivo sull’isola di Utøya, che si trova in un lago poco distante da Oslo.

Breivik aveva fatto causa al governo della Norvegia per la violazione dei suoi diritti umani nella detenzione in isolamento e per il mancato rispetto del suo diritto alla privacy e alla vita in famiglia.
(Se ne era parlato molto anche perché Breivik aveva scritto una lettera ai media norvegesi, includendo tra i presunti soprusi anche il fatto che il caffè della mensa venisse servito freddo, che la sua cella non avesse una vista, che non aveva abbastanza burro per il pane e che non gli era permesso usare una crema idratante). Il tribunale di Oslo che si è occupato del processo ha dato ragione a Breivik sulla violazione dei diritti umani, respingendo invece le altre due accuse. Spiegando la sua decisione il giudice Helen Andenaes Sekulic ha detto che “il divieto a un trattamento inumano e degradante è un valore fondamentale di ogni società democratica e che si applica in ogni caso, anche a terroristi e assassini”.

Durante le udienze del processo, a marzo, l’avvocato di Breivik aveva detto che la detenzione in isolamento violava la clausola della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta “trattamenti e punizioni degradanti o inumani”, spiegando che la questione era particolarmente importante perché Breivik avrebbe probabilmente passato il resto della sua vita in carcere e perché l’isolamento stava avendo un effetto dannoso sulla sua salute. L’avvocato dello stato norvegese aveva invece spiegato che Breivik era tenuto in isolamento in quanto “molto pericoloso” e che a sua disposizione c’erano tre celle, videogame e macchine per fare esercizio fisico. Breivik al momento sta scontando per terrorismo ed omicidio volontario una pena di 21 anni estendibile se al suo termine sarà ritenuto ancora pericoloso. Breivik sostiene di essere un nazista riconvertito e di aver abbandonato la violenza.