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  • Venerdì 18 dicembre 2015

L’ONU si è accordata sulla Siria

Per la prima volta nei cinque anni di guerra il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione che prevede una tregua e nuove trattative fra Assad e i ribelli

(Andrew Renneisen/Getty Images)
(Andrew Renneisen/Getty Images)

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato all’unanimità una risoluzione sul processo di pace in Siria per la prima volta da quando è iniziata la guerra, nel marzo del 2011. La risoluzione contiene una serie di tappe per arrivare a un cessate il fuoco tra il governo e alcune forze ribelli, oltre a prevedere nuove elezioni tra un anno e mezzo. Le risoluzioni sulla Siria, in passato, erano sempre state bloccate dalle rivalità tra Stati Uniti ed Europa, favorevoli a un cambio di regime, e Russia, alleata dall’attuale dittatore siriano Bashar al Assad.

La risoluzione (qui c’è il testo integrale) prevede una tregua tra Assad e i ribelli a partire dal prossimo gennaio, nuovi negoziati diretti tra le due parti, la creazione di un nuovo governo “unitario e non settario” entro sei mesi e nuove e elezioni sotto la supervisione dell’ONU entro 18 mesi. Diversi gruppi ribelli, tra cui Stato Islamico (o ISIS) e Fronte al Nusra (l’affiliato siriano di al Qaida), saranno probabilmente inclusi nella lista dei gruppi “terroristi” nei confronti dei quali non varranno le regole del cessate il fuoco.

La risoluzione non esplicita chiaramente il futuro di Assad, il punto che più divide Stati Uniti e alleati europei dalla Russia. Non è chiaro ad esempio se Assad potrà candidarsi alle prossime elezioni. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che è inaccettabile pensare che Assad possa partecipare liberamente al voto. Lyse Doucet, capo corrispondente di BBC, ha scritto che i sostenitori del regime siriano apprezzeranno questa risoluzione che non nomina esplicitamente il loro presidente. Secondo Doucet, è un accordo che è stato aiutato anche dall’intervento militare russo in Siria.

Dopo l’approvazione della risoluzione, Il segretario di Stato americano John Kerry ha ammesso che sul futuro di Assad rimangono «differenze nette».

Per lungo tempo la guerra civile in Siria non ha avuto un percorso di pace condiviso, e i molti paesi che in questi anni sono intervenuti nel territorio siriano avevano ragioni e interessi diversi. La guerra è iniziata dal 2011 e si stima abbia causato circa 300 mila morti: il governo siriano di Assad controlla solamente alcuni pezzi del paese.