• Mondo
  • Lunedì 31 agosto 2015

I numeri dei rifugiati in Europa

Due efficaci grafici del New York Times aiutano a contestualizzare i fatti di questi mesi e la posizione dell'Italia in confronto agli altri paesi europei

Il New York Times ha pubblicato due grafici molto chiari che illustrano quali sono i paesi europei più impegnati nella gestione delle richieste di asilo dei rifugiati. Attenzione, non stiamo parlando di migranti in generale: quella di “rifugiato” è una condizione ben precisa e riconosciuta dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei Rifugiati pubblicata dall’ONU nel 1951. In pratica, lo status di “rifugiato” identifica una persona che si è trasferita in seguito a un contesto di pericolo nel proprio paese natale, e che pertanto può chiedere che gli venga riconosciuto questo status – e il conseguente diritto di asilo – in qualsiasi paese dell’Unione Europea. Non tutti i migranti, quindi, sono rifugiati, anche se è opinione comune e condivisa che la gran parte delle persone che raggiunge l’Europa dall’Africa e dal Medio Oriente venga da luoghi che possano essere definiti “contesti di pericolo”.

In termini assoluti, il paese europeo che ha ricevuto più richieste di asilo dal 2011 a oggi è la Germania: dal 2011 ha ricevuto più di 547mila richieste e recentemente ha fatto sapere che accoglierà indistintamente tutte quelle avanzate ddai siriani, che saranno circa 800.000. La Germania è uno dei paesi più ricchi in Europa ed è storicamente piuttosto accogliente: è stato stimato che circa il 20 per cento della popolazione tedesca attuale abbia origini straniere. Al secondo e al terzo posto ci sono altri due fra i paesi più ricchi dell’Unione, Francia e Svezia, rispettivamente con 255mila e 228mila richieste. In questa classifica l’Italia è quinta con 155mila richieste.

(l’immagine si allarga con un clic)
graficonyt2

Nonostante un rifugiato possa virtualmente fare richiesta di asilo in uno qualsiasi dei paesi europei, secondo i cosiddetti accordi di Dublino la richiesta – in assenza di accertati rapporti familiari – va avanzata nel primo paese dell’Unione in cui si mette piede. È la ragione per cui, per esempio, in moltissimi partono dalla Grecia attraversando i Balcani senza farsi registrare dai paesi che attraversano, sperando di farsi accogliere da uno dei paesi ricchi dell’Europa occidentale o settentrionale. Per lo stesso motivo, paesi “di passaggio” e non particolarmente ricchi come Grecia e Bulgaria negli ultimi anni hanno ricevuto poche richieste di asilo: rispettivamente 42mila e 27mila.

Ci sono altre ragioni strettamente di “vicinanza”: la Turchia – che ha accordi speciali con l’Europa e che sei mesi fa l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati definì il paese che ospitava più rifugiati al mondo – ospita centinaia di migliaia di rifugiati siriani, dato che dal 2011 va avanti in Siria una grave guerra civile. Dal 2011 a oggi la Turchia ha ricevuto 209mila richieste di asilo. Anche l’Ungheria, nonostante più di recente sia diventata prevalentemente un territorio di passaggio, dal 2011 a oggi ha ricevuto 129mila richieste di asilo (forse anche grazie alla situazione economica relativamente stabile). La situzione, però, potrebbe rapidamente cambiare: il governo di estrema destra di Viktor Orbán sta facendo del contrasto all’immigrazione uno dei punti centrali del suo programma. A luglio è iniziata la costruzione di un muro al confine con la Serbia per impedire il passaggio di migranti e rifugiati. In generale, inoltre, il governo ungherese è stato accusato più volte di non rispettare i diritti umani dei rifugiati e dei migranti che arrivano in Ungheria.

Un altro importante discrimine è la facilità con cui un dato paese rilascia il diritto di asilo e l’accoglienza che riserva ai rifugiati. Questi ultimi sono i motivi per cui la Svezia è una destinazione così popolare per i rifugiati: il rilascio del diritto di asilo è praticamente automatico per i siriani e molto agevole per tutti gli altri. Sono inoltre previsti per i rifugiati corsi di lingua e programmi per trovare lavoro in maniera agevolata. L’enorme sforzo della Svezia può essere compreso meglio in un altro grafico del New York Times, che rapporta le richieste di asilo al numero degli abitanti di ciascun paese: mentre i paesi in cima alla classifica precedente scendono di qualche posizione (in Germania ci sono 676 richiedenti asilo ogni 100mila abitanti, in Italia 254), la Svezia è decisamente prima, con 2359 richieste ogni 100mila abitanti. Praticamente una ogni 50. In Italia, invece, in rapporto alla popolazione il numero delle richieste di asilo ricevute è praticamente irrilevante.
graficonyt