Al referendum in Grecia hanno vinto largamente i No, con il 61 per cento circa dei voti: gli elettori greci hanno quindi deciso a maggioranza di rifiutare le condizioni poste dai creditori internazionali per un nuovo prestito che permette alla Grecia di evitare la bancarotta. Il referendum era stato annunciato solo una settimana fa, con una decisione unilaterale del governo Tsipras: le controparti dell’accordo – l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale – hanno criticato la decisione e hanno poi ritirato la proposta su cui si sono espressi i cittadini greci.
– Le foto dei festeggiamenti ad Atene
Cosa succederà adesso, non è immediatamente chiaro: domani dovrebbero vedersi la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, che hanno proposto per martedì un incontro tra i capi di stato e di governo dei paesi che condividono l’euro come moneta (l’incontro si terrà martedì alle 18, ha confermato poi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk).
La Grecia durante la settimana è andata in default nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, mancando un pagamento per restituire una rata di un precedente prestito, e ha dovuto chiudere le banche e imporre grossi limiti ai prelievi di denaro dai bancomat per far fronte a una grave crisi di liquidità. Ha ancora bisogno di un prestito per pagare stipendi e pensioni ed evitare la bancarotta, insomma. Il primo ministro Alexis Tsipras, che aveva invitato i greci a votare No – l’ex primo ministro Antonis Samaras, che aveva invitato a votare Sì, si è dimesso da capo di Nuova Democrazia – ha detto che in caso di vittoria del No la trattativa sarebbe ripresa immediatamente e che è possibile arrivare a un accordo nel giro di 48 ore. Tsipras, parlando ad Atene dopo la vittoria del No, ha detto anche che “il mandato che mi avete dato non è un mandato contro l’Europa: uscire dall’euro non è una possibilità”.
Per il momento dai creditori non sono arrivate però dichiarazioni concilianti: Sigmar Gabriel, vice-cancelliere tedesco, ministro dell’Economia e presidente dei socialdemocratici, ha detto che ritiene difficile una ripresa delle trattative e che Tsipras «ha bruciato l’ultimo ponte che portava al compromesso con l’Europa». Il prestito alla Grecia di cui si parla sarebbe il terzo nel giro di pochi anni: il paese ha gravi problemi economici dal 2007, dopo anni di crescita gonfiata e conti truccati che hanno generato un debito pubblico enorme.
– Come si è arrivati a questo punto in Grecia
Se la vittoria del No rende più vicino un accordo favorevole alla Grecia, ogni giorno che passa rende più difficile per la Grecia rifiutare le condizioni dei creditori. La prima mossa fondamentale è in mano a Mario Draghi, capo della Banca Centrale Europea, che deve decidere se ripristinare la liquidità verso le banche greche, che hanno finito i soldi. Solo la BCE può decidere di prolungare e aumentare il programma ELA che concede aiuti di emergenza alle banche del paese. La banca centrale greca chiederà questa notte alla BCE di proseguire con l’ELA e di aumentarne il tetto: se la risposta sarà negativa, martedì mattina per i greci sarà impossibile ritirare dai loro conti bancari o riscuotere le loro pensioni.
Nel caso in cui il programma ELA dovesse proseguire, il governo greco dovrà comunque ritornare a trattare con i creditori e trovare un accordo per ricevere nuovi prestiti con cui pagare gli stipendi e mantenere in piedi la macchina dello stato. La scadenza per questa trattativa è il 20 luglio, quando scadrà il termine di un prestito da 3,5 miliardi concesso alla Grecia dalla BCE. Se il paese non restituirà il prestito, la BCE sarà costretta a interrompere il programma ELA. Riassumendo: è possibile, anche se improbabile, che il sistema bancario greco fallisca martedì, nel caso in cui la BCE decidesse di interrompere il programma ELA. In ogni caso è probabile che le banche resteranno chiuse, almeno fino a che il paese non raggiungerà un accordo definitivo con i creditori. Questo accordo deve necessariamente arrivare entro il 20 luglio.
***
Di seguito, la cronaca dello spoglio elettorale e della serata:
Intanto il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, che poco fa aveva tenuto una conferenza stampa in maglietta, se n’è andato via in moto, circondato dai giornalisti.
Varoufakis swiftly leaves Fin Min, bombarded by reporters on the spot #no #Greferendum pic.twitter.com/VQZp1Zk2OK
— Joanna P. (@JoannaP___) July 5, 2015
Tsipras dice che che votando “no” al referendum gli elettori non gli hanno affidato un mandato per rompere con l’Europa, ma l’incarico di negoziare condizioni migliori con i creditori. L’idea di uscire dall’Euro deve essere «completamente rimossa dal campo delle possibilità».
Sta parlando il primo ministro greco Alexis Tsipras.
#Tsipras: regardless of what people voted for, we are now one #Greece #referendum
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 5, 2015
Siamo al 80 per cento dei voti scrutinati e il risultato non cambia: i “no” sono al 61,5 per cento, mentre i “sì” sono fermi al 38,5.
Angela Merkel e François Hollande chiedono una riunione dei leader dell’eurozona per martedì.
#Merkel, #Hollande call for eurozone summit on Tuesday #Greece
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 5, 2015
Ad Atene da un paio d’ore si festeggia la vittoria del No. A piazza Klafthmonos sono raccolti i sostenitori di Syriza – il partito di Alexis Tsipras, che ha fatto campagna per il No – mentre piazza Syntagma davanti al Parlamento è piena di gente che sventola bandiere greche, si abbraccia e si bacia, attorno alla fontana illuminata di rosso. Tutte le foto dei festeggiamenti si vedono qui.
Al ministero delle Finanze greco c’è un solo ufficio con una luce accesa.
PHOTO – only one office light on in the Finance Ministry of #Greece, figuring out what to do next #GreeceCrisis pic.twitter.com/QqdhzwnZ9Y
— Ryan Heath (@PoliticoRyan) July 5, 2015
Il leader del partito Nea Dimokratia, principale partito di opposizione in Grecia, Antonis Samaras, che ha fatto campagna per il “sì”, si è dimesso.
#Samaras resigns as ND chief #Greece
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 5, 2015
L’agenzia di stampa Bloomberg dice che sono in corso colloqui telefonici tra Angela Merkel e François Hollande (che si vedranno domani) per organizzare una riunione tra i leader dell’eurozona.
Anche bandiere No Tav ad Atene per festeggiare la vittoria del “no”.
Oxi tav, tipo pic.twitter.com/Hm9UqDWGHB
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Siamo al 70 per cento dei voti scrutinati e il risultato non cambia: i “no” sono al 61,4 per cento, mentre i “sì” sono fermi al 38,6.
Ora è tranquillo e gioioso in piazza Syntagma. I turisti guardano curiosi i festeggiamenti pic.twitter.com/wKraRGm1Na
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Da notare: Angela Merkel non ha parlato nei giorni scorsi e non ha ancora diffuso alcuna dichiarazione, così come non si è ancora espresso nessuno dei membri del governo che appartengono al suo partito.
La dichiarazione più dura arrivata fino ad ora sul risultato greco è del socialdemocratico Sigmar Gabriel, vice-cancelliere e ministro dell’Economia tedesco. Gabriel ha detto che ritiene difficile una ripresa delle trattative visti i risultati del referendum e, secondo l’agenzia di stampa Reuters, ha aggiunto che Tsipras «ha bruciato l’ultimo ponte che portava al compromesso con l’Europa».
Siamo al 64 per cento dei voti scrutinati: i “no” sono al 61,3 per cento, mentre i “sì” sono fermi al 38,7.
Si fanno commenti scherzosi sull’abbigliamento di Varoufakis durante la conferenza stampa:
Varoufakis era a pilates
— Fausto Panunzi (@FPanunzi) July 5, 2015
Intanto parla il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e attacca i creditori della Grecia dicendo che il loro obbiettivo era umiliare il paese e chiudere le sue banche.
#Varoufakis: From the very first moment creditors wanted to close our banks and humiliate us #Greece
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 5, 2015
Varoufakis sta parlando ai giornalisti in maglietta.
The lack of ties were already a signal. Showing up in a t-shirt is a major is even more aggressive. pic.twitter.com/xAmjQHsCFM
— Joseph Weisenthal (@TheStalwart) July 5, 2015
“Colonialismo culturale”, dopo Bella ciao di prima ora anche Bandiera Rossa.
Il corteo che si dirige verso syntagma invece canta bandiera rossa. Questo è colonialismo culturale. pic.twitter.com/N0OsFreki4
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Ekathimerini, il principale giornale greco in lingua inglese, scrive che la BCE ora ha le «chiavi della Grecia». Nella riunione della sua direzione domani deciderà se far fallire il sistema bancario greco o, nella migliore delle ipotesi, di far riaprire le sue banche (qui abbiamo spiegato per punti questa faccenda). Secondo i principali esperti lo scenario più probabile è una via di mezzo: al sistema bancario greco saranno concessi aiuti per mantenere le banche chiuse e con forti limiti alla quantità di denaro che si potrà prelevare.
Da piazza Syntagma è partito un corteo. Si canta Troika Troika Troika oxi! Oxi! Oxi! pic.twitter.com/zVdnIwc9is
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
• La cosa più urgente per la Grecia è ricevere ulteriore liquidità per le sue banche che, anche con i limiti ai prelievi di questi giorni (da una settimana è possibile ritirare dai bancomat solo 60 euro al giorno) hanno oramai finito i soldi. Solo la BCE può decidere di prolungare e aumentare il programma ELA che concede aiuti di emergenza alle banche del paese.
• La banca centrale greca chiederà questa notte alla BCE di proseguire con l’ELA e di aumentarne il tetto. Se la risposta sarà negativa, martedì mattina per i greci sarà impossibile ritirare dai loro conti bancari o riscuotere le loro pensioni.
• Nel caso in cui gli ELA dovessero proseguire, il governo greco dovrà comunque ritornare a trattare con i creditori e trovare un accordo per ricevere nuovi prestiti con cui pagare gli stipendi e mantenere in piedi la macchina dello stato.
• La scadenza per questa trattativa è il 20 luglio, quando scadrà il termine di un prestito da 3,5 miliardi concesso alla Grecia dalla BCE. Se il paese non restituirà il prestito, la BCE sarà costretta a interrompere l’ELA.
• Riassumendo: è possibile, anche se improbabile, che il sistema bancario greco fallisca martedì, nel caso in cui la BCE decidesse di interrompere gli ELA. In ogni caso è probabile che le banche resteranno chiuse, almeno fino a che il paese non raggiungerà un accordo definitivo con i creditori. Questo accordo deve necessariamente arrivare entro il 20 luglio.
La fontana in piazza Syntagma,colorata di rosso pic.twitter.com/m4YcxM46Yj
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Una battuta un po’ oscura in cui il direttore di IL fa riferimento a questo:
Ma nel frattempo Venditti ha deciso?
— Christian Rocca (@christianrocca) July 5, 2015
I “no” hanno vinto. Siamo a più del 50 per cento dei voti scrutinati e sono al 61,2 per cento, mentre i “sì” sono fermi al 38,8.
Cosa succederà domani alla Grecia rimane ancora molto incerto. Alexandra Katsoulis, giornalista di CNBC, scrive che il ministro del Lavoro greco ha preferito non rispondere quando gli ha chiesto cosa accadrà alle banche greche questa settimana (senza gli aiuti della BCE, infatti, rischiano di dover chiudere in massa).
#skourletis does not answer when asked "what will happen with the banks?" #Greece
— Alexandra Katsoulis (@alexkatsouli) July 5, 2015
In piazza Klafthmonos, ad Atene, i sostenitori del “no” cantano “Bella ciao”.
O bella ciao, da queste parti pic.twitter.com/JoS95qfFCa
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
L’origine della canzone “Bella ciao” non è chiara. Già in passato, comunque, era stata durante alcune proteste contro l’austerità in Grecia.
Il testo di Bella ciao venne cantato pubblicamente per la prima volta nel 1948 al Festival della Gioventù di Berlino da un gruppo di studenti italiani. La sua origine non è però molto chiara. Si tratta di un canto popolare e la musica è di un autore sconosciuto: c’è chi sostiene sia ispirato alla melodia di un canto delle mondine che lavoravano nelle risaie della Pianura Padana, c’è chi invece lo fa derivare da una melodia yiddish. La canzone, diffusa prima del 1945 soprattutto in Emilia Romagna, è poi diventata il simbolo della Resistenza italiana, nonostante il canto più diffuso tra le brigate partigiane fosse allora “Fischia il vento”. Nel libro Canti della Resistenza italiana si spiega: «Presumibilmente “Bella ciao” non fu mai cantata durante la guerra partigiana, ma nacque nell’immediato dopoguerra». La sua diffusione al di fuori dell’Italia avvenne comunque dopo la guerra, entrando (tradotta nelle varie lingue) nelle tradizioni dei comunisti greci, del movimento della sinistra rivoluzionaria in Turchia, il TKP, e anche in molte comunità zapatiste del Chiapas.
Secondo molti giornalisti la vittoria del “no” è attribuibile almeno in parte alla promessa di Tsipras di raggiungere un accordo con i creditori entro due giorni dalla data del referendum.
What I'm getting from people who voted "no" is that they overwhelmingly believe Tsipras & his promise of a new negotiation starting tomorrow
— Matina Stevis (@MatinaStevis) July 5, 2015
Lui aveva capito tutto già un’ora fa.
#smashcapitalism #Syntagma pic.twitter.com/0zK2wkLTSC
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Siamo a più del 40 per cento dei voti scrutinati e il “no” è sempre 61 per cento, mentre i “sì” sono fermi al 39.
Altra questione di cui tenere conto: intorno al 12 luglio il governo greco dovrà pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici, ma senza un accordo con i creditori non ci sono i soldi per farlo.
Gianni Barlassina del Post è sempre davanti alla sede di Syriza, il partito di Tsipras, ad Atene, dove sembra siano in corso grandi festeggiamenti.
Da dentro la sede di Syriza arrivano applausi, fischi e grida di felicità pic.twitter.com/WWxzUdQd4R
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Una piccola, ma interessante questione secondaria: il video del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis che dice che otterrà un accordo con i creditori «ventiquattro ore dopo il voto». Varoufakis aveva smentito la dichiarazione subito dopo la chiusura dei seggi.
Video: Greek FM @yanisvaroufakis: If ‘NO’ vote, deal within 24 hours http://t.co/Xa3A9zwu9c pic.twitter.com/PDEsL8zndL
— Stratos Safioleas (@stratosathens) July 5, 2015
Alcuni membri di L’Altra Europa con Tsipras – lista elettorale italiana di sinistra che si è formata per sostenere la candidatura di Tsipras a presidente della Commissione europea alle elezioni del 2014 – vanno verso piazza Syntagma ad Atene per festeggiare la quasi certa vittoria del “no”.
Ci sono quelli di Altra Europa con Tsipras che escono con le bandiere e vanno verso Syntagma pic.twitter.com/FWFnorDMjE
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Marine Le Pen, leader del Front National, un partito di destra radicale francese, si è congratulata per i risultati del referendum in Grecia.
Belle et grande leçon de démocratie que ce NON grec. Les peuples sont de retour ! #Greferendum MLP
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) July 5, 2015
Prossima sfida di #Tsipras: mostrare ai greci le sue sue promesse (accordo in Europa, riaprire le banche, restare nell'euro) erano credibili
— federico fubini (@federicofubini) July 5, 2015
I voti scrutinati hanno superato il 30 per cento e il “no” è al 60,69 per cento, il “sì” al 39,31 per cento.
Nella sede di Syriza di Atene si seguono i risultati dello spoglio in diretta.
Nella sede di Syriza,il tablet con i risultati in diretta pic.twitter.com/epoDw8IXSW
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Anche di fronte alla sede di Syriza di Atene si cominciano a sentire i primi festeggiamenti per quella che sembra essere una vittoria del “no”.
Passano i primi sporadici caroselli di macchine e motorini
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Qui trovate una spiegazione lunga di cosa potrebbe succedere se vincesse il no, come al momento sembra molto probabile.
Secondo l’agenzia di stampa AFP, questa notte i funzionari della banca centrale greca chiederanno ufficialmente alla BCE di alzare il tetto dell’ELA, il programma di finanziamento straordinario che ha permesso fino ad oggi alle banche greche di continuare ad erogare denaro (anche se con il limite di 60 euro di prelievo al giorno). Dalla risposta della BCE dipenderà se il governo greco avrà il tempo di condurre ulteriori trattative con i suoi creditori.
Giornalisti fuori dalla sede di Syriza, vicino a piazza Syntagma: tra loro anche il nostro Gianni Barlassina.
La sede di Syriza pic.twitter.com/8uSor1S7JR
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Primi effetti della probabile vittoria del “no”: secondo l’Huffington Post Greece, il governo ha deciso che da domani non si potrà più ritirare il denaro depositato nelle cassette di sicurezza delle banche.
#LIVEBLOG – Βαλαβάνη: Όσοι πόλίτες έχουν χρήματα στις θυρίδες τους δεν θα μπορούν να τα πάρουν http://t.co/GVbi6NhgZp
— HuffPost Greece (@HuffPostGreece) July 5, 2015
Lo spoglio intanto ha superato il 20 per cento dei voti e i “no” sono al 60,4 per cento, i “si” al 39,58.
Secondo le proiezioni della società incaricata di gestire e comunicare i risultati del referendum il “no” potrebbe ottenere più del 61 per cento dei voti.
Εκτίμηση Singular Logic – To Oχι θα ξεπεράσει το 61%
— SKAI.gr (@skaigr) July 5, 2015
Nate Silver, esperto di elezioni e direttore del sito FiveThirtyEight dice che se fossimo negli Stati Uniti, con lo spoglio a questo punto sarebbe già stata decretata la vittoria del “no”.
Don't know anything about Greek vote-counting but the election would already have been "called" for NO if it were in the US.
— Nate Silver (@NateSilver538) July 5, 2015
Una mappa del sito del referendum mostra in tempo reale i risultati. Per ora è tutta arancione, il colore che indica la vittoria del “No” in una data regione (il colore del “Sì” è il verde).
C’è anche chi non pensa che il governo greco abbia molto da festeggiare:
"Un'altra vittoria così e siamo rovinati" – Pirro, segretario di Syriza in Epiro, 280 a.C.
— Mario Seminerio (@Phastidio) July 5, 2015
C'è buon umore,diciamo #Syntagma pic.twitter.com/HSKX0rZy61
— Gianni Barlassina (@giannadria) July 5, 2015
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno (in aggiornamento) l’affluenza è stata del 55,8 per cento. Per il momento è un dato di quasi dieci punti inferiore rispetto alle elezioni politiche dello scorso gennaio, quando andarono a votare il 63,8 per cento degli aventi diritto.
Lo spoglio sta procedendo piuttosto rapidamente: siamo al 13,17 per cento delle schede scrutinate, e il “No” è al 60,15 per cento.
Se dovesse davvero vincere il “no” c’è chi pensa che l’attenzione dell’Europa sarà tutta concentrata sulla Grecia e quindi potrebbe essere un buon momento per prendersi un altro pezzo di Ucraina.
If Putin were thinking about expanding the landgrab in Ukraine, this week would look good.
— ian bremmer (@ianbremmer) July 5, 2015
Siamo appena all’inizio dello spoglio, ma in tutte le regioni per ora è nettamente avanti il “No”.
La regione più avanti nello scrutinio è la Macedonia Occidentale, che confina con Albania e Macedonia. Sono state scrutinate il 19 per cento delle schede, il “No” finora ha ottenuto il 56,49 per cento.
Secondo Reuters, la Banca Greca chiederà alla Banca Centrale Europea nuova liquidità “di emergenza” per le banche greche.
Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno l’affluenza al referendum è stata superiore al 50 per cento.
L’equivalente greco del nostro sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il ministro dello Stato Nikos Pappas, dice che un nuovo accordo con i creditori sarà raggiunto entro il 20 luglio. Oggi avevamo spiegato perché questa è la scadenza ultima e definitiva per decidere se la Grecia resterà dentro o fuori dall’euro.
#Greece State Min Papppas says there will be an agreement until July 20. (the day when ECB's GGB matures)
— Yannis Koutsomitis (@YanniKouts) July 5, 2015
Ancora sulle dichiarazioni di Varoufakis (Rodríguez è un giornalista del Mundo).
Varoufakis yesterday in my newspaper: "whatever the outcome of the referendum is, we will have a deal on Monday. I'm totally sure"
— Pablo Rodríguez (@Suanzes) July 5, 2015
Su Twitter si fa molta ironia sul tweet in cui Varoufakis accusa la stampa greca di aver travisato le sue parole. In particolare, in molti notano che la precisazione del ministro delle Finanze greco è arrivata soltanto dopo la chiusura dei seggi.
But, but, but the polls are closed. What a shame. https://t.co/Uv7JBOSz3e
— Frederik Ducrozet (@fwred) July 5, 2015
Il ministro della Difesa Panos Kammenos – del partito di destra Greci Indipendenti – ha fatto un tweet molto netto sul referendum di oggi.
Απέδειξε ο Ελληνικός Λαός οτι ΔΕΝ ΕΚΒΙΑΖΕΤΑΙ, ΔΕΝ ΤΡΟΜΟΚΡΑΤΕΙΤΑΙ, ΔΕΝ ΑΠΕΙΛΕΙΤΑΙ Η Δημοκρατία νίκησε
— Panos Kammenos (@PanosKammenos) July 5, 2015
«Oggi è stato dimostrato che il popolo greco NON PUO’ ESSERE RICATTATO, TERRORIZZATO O MINACCIATO. Ha vinto la democrazia»
Il punto, sia che vincano i “no” come dicono i sondaggi, sia che a sorpresa vincano i “sì”, è che ora la BCE deve continuare a fornire liquidità di emergenza alle banche greche, altrimenti non ci sarà tempo per fare nessuna trattativa.
Not exactly a deep thought, but if Greece is to remain in the euro, the ECB needs to provide euro liquidity to Greek banks.
— Charles Forelle (@charlesforelle) July 5, 2015
Intanto il ministro dell’economia Yanis Varoufakis ha smentito la notizia che in caso di vittoria del “no” il governo potrebbe raggiungere un nuovo accordo in meno di 24 ore.
"In 24h we COULD have an agreement", I said. But our toxic media rushed to report that I predicted an agreement within 24h. Go figure!
— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) July 5, 2015
In particolare Varoufakis dice che i media greci hanno alterato la sua risposta, ma a fargli la domanda è stata una giornalista di CNBC, un network americano.
Le cose da sapere, per chi è arrivato solo ora:
• Il “No” è avanti di poco in tutti i sondaggi citati dalle televisioni greche (attenzione: non si tratta di exit poll, che vengono condotti fuori dai seggi, ma di “semplici” sondaggi)
• Le prime proiezioni sui voti reali dovrebbero essere diffuse attorno alle 20 italiane
• Un portavoce del governo greco ha detto che i risultati rappresentano «un messaggio per il governo […] per andare avanti velocemente per cercare un accordo e risolvere la situazione del sistema bancario»
Helena Smith, la corrispondente del Guardian ad Atene, ha detto che i primi sondaggi hanno generato del “cauto ottimismo” riguardo la vittoria del “No” in quelli di SYRIZA, il partito del primo ministro Alexis Tsipras.
La domanda che tutti si fanno ora: “Cosa succede se vincono i Sì o i No in Grecia?”. La risposta breve è che non si sa. Quella lunga è qui.
Il governo francese ha detto che domani Hollande e Merkel si incontreranno per fare il punto sul risultato del referendum.
Prima reazione in Europa. Domani si vedono Hollande e Merkel.Il comunicato dell'Eliseo. #OXI #oxi2015 @radiopopmilano pic.twitter.com/zao3MzyAxv
— Luca Gattuso (@LucaGattuso) July 5, 2015
Il Guardian ha aperto in maniera piuttosto teatrale la sua copertura dello spoglio dei voti. Noi diremmo «RESTATE INCOLLATI ALLA SEDIA, INIZIA LO SPETTACOLO».
Quattro cose da sapere per chi arriva adesso. Quelle minime.
1. I seggi hanno chiuso alle 18, non ci sono stati exit poll, ma le TV greche hanno pubblicato dei nuovi sondaggi che danno quasi tutti il “no” in vantaggio. I risultati preliminari sono attesi per le 20-20 e 30 ora italiana. Gli ultimi sondaggi davano “sì” e “no” praticamente alla pari.
2. Comunque vada il referendum, la situazione da tenere d’occhio è quella delle banche greche che hanno praticamente terminato la liquidità e avranno bisogno della BCE o di qualche drastico intervento del governo greco per continuare ad operare la prossima settimana.
3. Non è detto che una vittoria del “no” significhi automaticamente un’uscita della Grecia dall’Euro. In queste ore si moltiplicano le dichiarazioni di leader politici europei che sostengono che le trattative potranno continuare anche se i “no” dovessero ottenere la maggioranza.
4. Qualunque sia il risultato del referendum, è probabile che il governo greco dovrà affrontare un qualche genere di rimpasto. Se dovesse vincere il “sì” Tsipras potrebbe essere costretto a dimettersi, ma anche in caso di vittoria del “no” per continuare i negoziati potrebbe essere necessario sostituire alcuni ministri.
Reuters ha trascritto quanto detto dal portavoce del governo greco Nikos Filis dopo la diffusione dei primi sondaggi:
«Credo che sia un messaggio per il governo […] di andare avanti velocemente per cercare un accordo e risolvere la situazione del sistema bancario»
Molti giornalisti che si occupano di Grecia stanno suggerendo di prendere questi sondaggi con le molle: l’unica cosa che si può intuire, a naso, è che probabilmente non ci sarà una vittoria schiacciante di nessuna delle due opzioni
Given the fear and uncertainty in voting No, the fact that roughly half of Greeks did so tells you something about the alternative.
— Stephan Faris (@stephanfaris) July 5, 2015
Buonasera. In Grecia, i seggi hanno chiuso alle 18 dell’ora italiana: pochi minuti dopo, le principali tv greche hanno diffuso i risultati dei sondaggi effettuati oggi: in tutti i sondaggi che stanno circolando, il “No” è avanti di poco. Ci vuole però molta cautela, dato che questi dati non vanno considerati exit poll – che sono raccolti ai seggi – ma solo dei “semplici” sondaggi.
#Greece #Grefenderum #Oxi All today's secret polls predict a "No". However, experts say the result is still uncertain pic.twitter.com/RGJUDcwzdv
— SYRIZA London (@SyrizaLondon) July 5, 2015