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  • Martedì 23 giugno 2015

Il mondo cambiato dalle migrazioni

17 cifre e dati che fanno capire la dimensione generale di un fenomeno che sta trasformando il mondo, molto oltre il nostro ombelico

 (AP Photo/Thibault Camus)
(AP Photo/Thibault Camus)

Il Washington Post, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, ha messo insieme 17 cose che il fenomeno delle migrazioni ha cambiato in quello che definisce “il nostro mondo”. La crisi economica globale e le guerre del 2014 e del 2015 – Siria, Libia, Ucraina, Nigeria e Somalia, tra le altre – hanno infatti costretto milioni di persone ad abbandonare le loro case e a intraprendere viaggi pericolosi e molto lunghi, a volte di migliaia di chilometri, per trovare sistemazioni più sicure – e dovendo poi affrontare, una volta arrivati a destinazione, altre ostilità. Il Washington Post precisa che l’analisi è ovviamente incompleta, ma che serve a dare una dimensione generale al fenomeno dell’immigrazione e a capire come il mondo si sta trasformando: soprattutto capire che si tratta di un fenomeno storico di proporzioni enormi, e non di una “emergenza” legata a circostanze di passaggio.

1. Una nazione di sfollati
Un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite nell’ultima settimana ha mostrato che le persone che hanno lasciato le loro case nel 2014 – circa 60 milioni tra rifugiati, richiedenti asilo o sfollati – corrispondono ormai a quelle di un’intera nazione. Il Washington Post fa l’esempio del Regno Unito, che ha circa 65 milioni di abitanti. Per noi è più semplice pensare all’Italia che, secondo i dati più recenti dell’ISTAT, conta poco più di 60 milioni di abitanti.

2. La percentuale di migranti è in crescita rispetto a quella della popolazione mondiale
Secondo l’ONU negli anni dal 2007 al 2012 il rapporto tra il numero di migranti e la popolazione mondiale è rimasto più o meno costante ogni anno: negli ultimi due anni però la percentuale di persone che hanno lasciato le proprie case a causa di una guerra, rapportata al numero della popolazione mondiale, è aumentata di oltre il 50 per cento. Il numero di migranti alla fine del 2014 è di quasi 60 milioni di persone, nel 2013 si parlava di 51,2 milioni e di 37,5 milioni dieci anni fa. C’è dunque stato un incremento maggiore rispetto a quello della crescita della popolazione mondiale. In tutto il mondo una persona ogni 133 è un profugo, un richiedente asilo o uno sfollato all’interno del suo stesso paese. Due anni fa il rapporto era di 1 a 200.

Immigrazione

3. Sono soprattutto minori
Più della metà dei migranti del 2014 sono bambine e bambini. Secondo l’ultimo rapporto dell’UNHCR, l’agenzia dell’ONU che si occupa di rifugiati, quasi il 51 per cento dei rifugiati di tutto il mondo nel 2014 avevano meno di 18 anni. Si tratta del numero più alto degli ultimi dieci anni.

4. Nel 2014 un profugo su cinque in tutto il mondo era siriano
Nei 30 anni precedenti, invece, i profughi erano soprattutto afghani.

Migranti siriani

5. In pochi tornano a casa
Nel 2014 solo 126.800 rifugiati sono potuti tornare nel loro paese di origine: si tratta del numero più basso negli ultimi 31 anni.

6. Il Gambia
Nel Gambia, uno stato dell’Africa Occidentale, almeno il 4 per cento della popolazione vive attualmente all’estero e circa il 20 per cento del prodotto interno lordo del paese è rappresentato dai versamenti di chi è all’estero e invia aiuti alle famiglie rimaste nel paese di origine.

Gambia

7. Afghanistan
Oltre 2,6 milioni di profughi afghani vivono fuori dal loro paese d’origine da più di trent’anni, soprattutto in Pakistan e Iran. Non è chiaro se e quando torneranno. Secondo l’ONU, tra l’altro, oltre 5,8 milioni di profughi afghani hanno fatto ritorno a casa a partire dal 2002. Tuttavia i numeri stanno diminuendo e hanno raggiunto il minimo storico nel corso del 2014: ci sono continui problemi di sicurezza e il paese attraversa grosse difficoltà economiche. In Afghanistan peraltro sono ancora attivi i talebani, che nel 1996 avevano istituito l’Emirato Islamico dell’Afghanistan finito nel 2001 dopo l’invasione americana e un presunto ritorno alla normalità: in realtà ci sono continui attacchi e attentati.

8. Attualmente la popolazione del Libano è composta per un quinto da profughi
Il Libano è coinvolto in vari conflitti regionali e nella crisi della vicina Siria: il movimento Hezbollah sta infatti combattendo con le forze del presidente Bashar al Assad. Il Libano è il paese con la concentrazione più alta di profughi al mondo, pari a circa un quinto degli abitanti: nel 2014 il Libano contava infatti 232 rifugiati ogni 1.000 abitanti. Questo ha avuto importanti conseguenze per la popolazione e il governo del paese ha deciso di recente di inasprire le norme degli ingressi.

9. La Turchia è il paese con il maggior numero di rifugiati al mondo
È stato calcolato che in Turchia ci siano circa 2 milioni di rifugiati: un numero maggiore che in qualsiasi altra parte del mondo. La grande maggioranza di queste persone è di cittadinanza siriana e ha lasciato il proprio paese a causa della guerra. L’UNHCR e le Nazioni Unite hanno dichiarato che il paese ha bisogno di aiuto per affrontare la situazione.

10. Le isole della Grecia
Le isole greche conosciute soprattutto come luoghi di vacanza sono diventate alcuni dei principali punti di accesso via mare all’Europa. Negli ultimi mesi sono arrivati su barche e gommoni migliaia di migranti provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan. Secondo Medici Senza Frontiere nelle isole greche via mare dall’inizio del 2015 sono arrivate più di 46 mila persone.

11. Nel 2014, 1,7 milioni di persone hanno presentato domanda di asilo.
I paesi in cui sono state fatte le maggiori richieste sono: Russia (274.700), Germania (173.100), Stati Uniti d’America (121.200), Turchia (87.800), e Svezia (75.100). L’elevata richiesta alla Russia dipende dalla recente crisi dell’Ucraina: secondo l’UNHCR, circa il 99 per cento delle richieste presentate in Russia è stata fatta da ucraini.

In Italia i richiedenti asilo nel 2013 sono stati 26.620 e 64.456 nel 2014, con un incremento del 137 per cento. A febbraio le richieste di asilo sono state 5.769. La maggior parte delle richieste presentate nel 2014 sono state fatte da cittadini nigeriani.

12. Un numero crescente di persone in Europa si oppone all’accoglienza.

Europa immigrazione

13. Crescono i partiti anti-immigrazione
Questa tendenza, per quanto riguarda l’Europa, è stata confermata anche dall’istituto di ricerche statistiche e sondaggi Pew Research Center, che ha diffuso una nuova ricerca sulla fiducia dei cittadini europei nell’Unione Europea. Una domanda in particolare riguardava i cosiddetti partiti euroscettici. La metà o più della metà dell’opinione pubblica di quattro paesi dell’UE – sui sei oggetto della ricerca – ha detto di credere che questi partiti siano positivi per il proprio paese, perché sollevano importanti questioni che vengono ignorate dai partiti tradizionali. Questo è risultato vero soprattutto per la Francia, dove coloro che vedono positivamente il Front National di Marine Le Pen hanno anche una visione più negativa dell’Europa rispetto agli altri paesi membri.

L’esempio più recente riguarda la Danimarca. Nelle elezioni politiche di giugno ha vinto il centrodestra ma il principale partito che guidava la coalizione, Venstre, è stato superato all’interno della stessa dal Partito del Popolo Danese, conosciuto per le sue posizioni di destra, antieuropeiste e xenofobe, che è risultato anche il secondo partito più votato del paese.

14. L’Europa costruisce muri
L’Ungheria – governata da anni dal controverso primo ministro Viktor Orbán, spesso accusato di autoritarismo e violazione dei diritti umani – ha da poco annunciato la costruzione di un muro al confine con la Serbia, per impedire l’ingresso di migranti in territorio ungherese. Nel 2014 la Bulgaria ha costruito un muro simile con la Turchia, e due mesi fa ha detto che intende ampliarlo. Anche il Kenya ha annunciato di recente che costruirà un muro al confine con la Somalia per cercare di impedire sia il passaggio dei militanti di al Shabaab, sia quello di migranti in fuga dalla Somalia. Qui un elenco di muri che dividono il mondo.

15. Almeno 1.868 migranti sono morti attraversando il Mediterraneo
Stabilire numeri precisi è molto complicato, ma rispetto al 2014 c’è stato un forte aumento. Per il 2014 si parlava di 448 persone che sono morte nel naufragio delle loro imbarcazioni, nel 2015 si parla già di almeno 1.868 persone.

16. Migliaia di migranti bloccati nel sud-est asiatico
Nel mese di maggio almeno 20.000 migranti di etnia rohingya, partiti dalla Birmania, sono rimasti bloccati in mezzo al Mare delle Andamane. I paesi del sudest asiatico si sono a lungo rifiutati di offrire il loro aiuto ai profughi e la Birmania, paese di origine dei rohingya, non ha voluto assumersi la responsabilità dell’accaduto.

17. Le richieste di aiuto delle Nazioni Unite sono aumentate del 500 per cento negli ultimi dieci anni
Gli appelli delle Nazioni Unite per gli aiuti sono aumentati di quasi il 500 per cento negli ultimi dieci anni: anche se, secondo una recente relazione, solo il 26 per cento del denaro necessario è stato effettivamente versato.