La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per il massacro alla scuola Diaz

Quello che accadde il 21 luglio 2001 a Genova "deve essere qualificato come tortura", ha detto accogliendo un ricorso

(FILES) This file picture taken on July 22, 2001 at a school in Genoa during a Group of Eight summit shows a note reading "Don't Clean Up The Blood" hanging in the headquarters of the umbrella anti-globalisation protest movement, the Genoa Social Forum (GSF) after an overnight police raid in Genoa. Genoa's tribunal condemned on November 13, 2008 13 Italian policemen for a total of 35 years and seven months of jail for the violence which took place at the Diaz school which was used as a dormitory by anti-globalists activists during the summit. 16 other policemen, including the three in charge of the security of the summit were acquitted. AFP PHOTO/FILES/GERARD JULIEN (Photo credit should read GERARD JULIEN/AFP/Getty Images)
(FILES) This file picture taken on July 22, 2001 at a school in Genoa during a Group of Eight summit shows a note reading "Don't Clean Up The Blood" hanging in the headquarters of the umbrella anti-globalisation protest movement, the Genoa Social Forum (GSF) after an overnight police raid in Genoa. Genoa's tribunal condemned on November 13, 2008 13 Italian policemen for a total of 35 years and seven months of jail for the violence which took place at the Diaz school which was used as a dormitory by anti-globalists activists during the summit. 16 other policemen, including the three in charge of the security of the summit were acquitted. AFP PHOTO/FILES/GERARD JULIEN (Photo credit should read GERARD JULIEN/AFP/Getty Images)

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine durante l’irruzione alla scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova del luglio 2001. La Corte, nello specifico, ha condannato l’Italia per tortura, ha stabilito che ha una legislazione penale inadeguata perché non prevede tale reato e che non ha nemmeno delle norme in grado di prevenire in modo efficace il ripetersi di tali possibili violenze da parte della polizia. Il problema, si legge nel comunicato stampa della sentenza, è «strutturale».

La Corte europea è intervenuta dopo il ricorso presentato a Strasburgo da Arnaldo Cestaro, una delle persone presenti alla scuola Diaz il 21 luglio del 2001. Nel ricorso, «l’uomo, che all’epoca dei fatti aveva 62 anni, afferma che quella notte fu brutalmente picchiato dalle forze dell’ordine tanto da dover essere operato, e da subire ancora oggi ripercussioni per alcune delle percosse subite. Cestaro, rappresentato dall’avvocato Nicolò Paoletti, sostiene che le persone colpevoli di quanto ha subito sarebbero dovute essere punite adeguatamente ma che questo non è mai accaduto perché le leggi italiane non prevedono il reato di tortura o reati altrettanto gravi». I giudici della Corte europea dei diritti umani gli hanno dato ragione.

I giudici hanno infatti dichiarato all’unanimità che è stato violato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, che dice:

«Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti».

Le azioni della polizia nella notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001 hanno avuto «finalità punitive» e sono state una vera e propria «rappresaglia, per provocare l’umiliazione e la sofferenza fisica e morale delle vittime». Pertanto, secondo la Corte, possono essere descritte come «tortura». Cestaro è stato aggredito dagli agenti «senza che vi fosse un nesso di causalità tra la sua condotta e l’uso della forza da parte della polizia al momento dell’intervento». I trattamenti che ha subito, inoltre, «sono stati inflitti in modo completamente gratuito» e non erano «proporzionati» al raggiungimento dell’obiettivo, quello della perquisizione.

Per quanto riguarda l’inchiesta, la Corte ha rilevato che gli agenti di polizia che hanno aggredito Cestaro non sono mai stati identificati, non sono stati indagati e sono dunque rimasti impuniti. E questo a causa di alcune difficoltà oggettive ma anche per la mancanza di cooperazione dimostrata dalla polizia italiana. Tutto questo, si dice ancora, non dipende da una negligenza in particolare, ma dal fatto che la legislazione italiana è inadeguata e ha, in questo senso, «un problema strutturale». La Corte ha invitato quindi l’Italia a «dotarsi di strumenti giuridici in grado di punire adeguatamente i responsabili di atti di tortura o altri maltrattamenti impedendo loro di beneficiare di misure in contraddizione con la giurisprudenza della Corte» stessa. Lo stato italiano dovrà versare a Cestaro, per il danno morale subito, 45 mila euro.

foto: la scuola Diaz la mattina del 22 luglio 2001 a Genova. (GERARD JULIEN/AFP/Getty Images)