E la Costa Concordia?

È lì dove l'abbiamo lasciata: le ultime foto e gli aggiornamenti sui lavori, che non promettono tempi brevi

A un anno e mezzo dal naufragio della Costa Concordia non sembra essere cambiato molto all’Isola del Giglio, almeno all’apparenza. La grande nave di Costa Crociere lunga 290 metri e alta 70 è ancora adagiata lungo gli scogli, a poche decine di metri di distanza dal porto, dove si arenò il 13 gennaio del 2012 alle 21:42 dopo essere andata fuori rotta. Il disastro causò la morte di 32 persone e il ferimento di 110, il più grande naufragio della storia per una nave passeggeri con una simile stazza.

Le fotografie scattate lunedì 15 luglio dai fotografi di Associated Press al Giglio mostrano chiaramente quanto lavoro ci sia ancora da fare intorno alla Costa Concordia – cambiano intorno le stagioni e appaiono e scompaiono i bagnanti – prima che questa possa tornare a galleggiare (ammesso ci si riesca) per essere successivamente trainata altrove. Le operazioni di recupero della nave proseguono a rilento, sia per le condizioni meteo che non sempre consentono di lavorare in sicurezza, sia per le grandi dimensioni della nave che rendono molto ambiziosa l’operazione di stabilizzazione e il suo posizionamento in assetto verticale.

La rimozione del relitto è stata affidata alla società statunitense Titan Salvage, in collaborazione con l’italiana Micoperi. Entrambe le aziende sono specializzate nel lavoro di recupero dei relitti in mare e nella costruzione di strutture subacquee. I lavori sono iniziati nel maggio del 2012, al termine della fase di messa in sicurezza della Costa Concordia. Da allora, le due società hanno principalmente lavorato per stabilizzare la nave e assicurarsi che si arrestasse il suo scivolamento lungo gli scogli della costa. L’operazione ha comportato l’installazione di diversi sistemi di ancoraggio subacquei, poco evidenti per chi osserva da lontano il relitto, e questo giustifica almeno in parte l’impressione che da gennaio 2012 a oggi non sia cambiato molto al Giglio.

I dieci sistemi di ancoraggio sono stati tutti installati, mentre procede meno rapidamente l’installazione dei cosiddetti cassoni sul lato sinistro della nave (quello non sommerso). Semplificando, i cassoni sono grandi parallelepipedi di metallo contenenti acqua al loro interno: saranno progressivamente vuotati e dovranno funzionare da galleggianti per evitare che la nave si inabissi quando sarà avviata l’operazione per rimetterla in assetto verticale. A oggi risultano installati 5 dei 15 cassoni necessari per effettuare il ribaltamento. Altre operazioni intorno alla nave stanno interessando la preparazione del fondale, che deve essere reso il quanto più possibile uniforme per evitare che lo scafo della Costa Concordia si danneggi quando la nave sarà spostata.

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Terminate la costruzione del falso fondale e l’installazione dei cassoni sul lato sinistro, si procederà con la fase più delicata del recupero: il ribaltamento. In pratica, attraverso una serie di tiranti e martinetti idraulici, il lato sinistro sarà tirato verso il basso, facendo fare perno allo scafo sul lato destro fino a quando la nave avrà raggiunto nuovamente l’assetto verticale. L’operazione durerà diversi giorni per verificare la tenuta delle strutture in mare e della Costa Concordia, ma negli ultimi giorni si è discusso molto sul momento più appropriato per svolgere il ribaltamento.

Titan Salvage e Micoperi dicono che i lavori di rotazione potranno essere eseguiti nel mese di settembre, come già previsto in fase di progettazione. La scorsa settimana, però, il Commissario per l’emergenza della Costa Concordia, Franco Gabrielli, ha spiegato nel corso di una intervista televisiva che il ribaltamento potrebbe slittare in mancanza di dati e rassicurazioni sufficienti da parte delle società che stanno eseguendo il recupero: «Per quanto gli ingegneri abbiano fatto simulazioni e ipotesi, noi oggi non conosciamo quanto le rocce sono penetrate nella fiancata, che tipo di squarci hanno realizzato e quali sono le reali condizioni della struttura e quindi che tipo di interventi dovranno fare per allocare i cassoni necessari a rendere galleggiabile l’intera nave».

C’è quindi una possibilità che i lavori possano subire un ulteriore slittamento e che la rotazione in assetto verticale della Costa Concordia non sia realizzata prima del 2014. L’ipotesi non piace naturalmente al sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, che confida in una rimozione senza altri ritardi del relitto, come promesso dalle società che se ne stanno occupando e che dovranno presentare a Gabrielli nuovi documenti entro le prossime settimane sui livelli di sicurezza dei lavori.

Dopo essere stata collocata nuovamente in assetto verticale, la Costa Concordia sarà mantenuta al Giglio ancora per alcuni mesi. Per assicurarne il galleggiamento, dovranno essere installati altri cassoni anche sul lato destro della nave (quello attualmente sommerso), ultima fase prima della effettiva rimozione della Costa Concordia dall’Isola del Giglio. Il sito ufficiale del piano di recupero prevede che “il relitto venga rimosso entro la fine dell’estate 2013”, ma i tempi si potrebbero allungare sensibilmente. Se il piano dovesse fallire, la nave potrebbe essere sezionata e smantellata al Giglio, con tempi molto più lunghi e potenziali pericoli per l’ambiente marino circostante. Il sindaco Ortelli in più occasioni ha definito inaccettabile una simile ipotesi.

Il processo a Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, riprenderà mercoledì 17 luglio. La prima udienza si è tenuta a Grosseto il 9 luglio, ma è durata pochi minuti a causa dello sciopero nazionale degli avvocati (notizia che ha generato l’indignazione e i sarcasmi della CNN).