tris
L’arte di origliare per strada
«Sospetto che annotare le frasi sentite in giro abbia a che vedere con un’insofferenza più o meno cosciente verso l’insieme dei gesti che più ci ritroviamo a fare oggi: condividere, recensire, produrre contenuti, dire la nostra, esserci. Mi piace la non intenzionalità di una frase ascoltata per caso, la sua aleatorietà, il fatto che sia nel mondo reale e non su uno schermo, che in qualche modo registri il presente e l’aria che tira senza pretendere di spiegarli, di imporli, di filtrarli attraverso una visione. Mi piace che richieda attenzione, una certa disposizione all’ascolto. Che sia fine a sé stessa, ma in qualche modo anche utile a qualcos'altro, se siamo pronti a ricordarla, a darle retta»

L’uomo dei giochi in scatola
«Oggi sembra strano pensarlo ma furono molto importanti per l'immaginario culturale delle generazioni di ragazzi e ragazze che ci giocarono: il Monòpoli contribuì a formare la nostra idea della città, il Risiko! quella della guerra, la Barbie (e Ken) quella della donna e dell'uomo, come dimostra il successo mondiale del film di Greta Gerwig. Qualche anno fa ho scoperto che un unico filo univa tutto quanto, e portava direttamente al centro di Milano, in una casa, guarda caso, in via dei Giardini, dove abitava un certo Emilio Ceretti, l’uomo di cui nessuno oggi ricorda il nome che importò in Italia i giochi in scatola e la bambola più importanti del Novecento»

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L’organizzazione delle élites internazionali nel libro Club Bilderberg

Storia tossica della letteratura italiana
«Nelle antologie scolastiche il sessismo, i pregiudizi di genere, le vittimizzazioni secondarie sono una costante. Le scrittrici sono assenti o relegate al di fuori del “canone”. Da generazioni assorbiamo, anche a scuola, attraverso la letteratura, una “cultura sentimentale” maschile, specchio del tempo in cui è nata, ma inevitabilmente anche modello per il tempo successivo. Le figure femminili della letteratura italiana non si sono mai emancipate dai due stereotipi possibili: l’angelo puro o la subdola tentatrice»

Perché gli americani sono tristi, oggi
In tutti gli Stati Uniti si parla della morte di John Wooden

Guido Ruotolo della Stampa: «Che tristezza Perugia»

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L’iPhone è triste
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Veniva realizzata anche con i punteruoli per rompere il ghiaccio e rovinò la vita a migliaia di pazienti come Rosemary Kennedy

«Quando cade la tristezza in fondo al cuore, come la neve non fa rumore»

La musica pop è sempre più triste
Ecco perché nella doccia bisogna sempre ricorrere ai vecchi classici (o ai tormentoni estivi)

Perché l’inno nazionale degli Stati Uniti suonato a Rio sembra triste?
C'entra l'uso eccessivo degli accordi minori, che in Occidente sono associati alla malinconia e alla tristezza, scrive il New York Times

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Grazie al guano depositato sul fondo di un lago in Antartide, un gruppo di ricercatori ha scoperto che una grande colonia di pinguini era stata distrutta tre volte dall'eruzione di un vulcano

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Poco più di un anno fa un anziano americano affetto da demenza fu trovato a vagare in una città inglese: dopo mesi si è scoperto che la sua famiglia lo aveva abbandonato

La triste fine di “No Man’s Sky”
Uno dei videogiochi più attesi e discussi degli ultimi mesi non piace quasi a nessuno, ma la sua storia ha già cambiato un pezzo del settore

I tifosi più tristi del mondo
Sono quelli del Benfica, che ieri hanno perso il terzo trofeo in quindici giorni, e di nuovo negli ultimi minuti della partita

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Avrebbe dovuto essere il portiere della Germania ai Mondiali 2010 ma si suicidò pochi mesi prima, buttandosi sotto un treno: al posto suo giocò il giovane Neuer

La Roma e le ginocchia: una storia triste
La lista dei calciatori della Roma – soprattutto terzini – che hanno subito lo stesso identico infortunio comincia a fare impressione
